Come se non bastasse, con le spinose vicende del cimitero di Sezze si intrecciano le vicissitudini dell’antica Chiesa situata all’interno delle mura. Santa Maria delle Grazie era stata già nel 1976 depredata della pala d’altare dell’allievo di Caravaggio di Orazio Borgianni raffigurante “L’apparizione della Vergine a San Francesco” (1608). Quella ritrovata l’anno successivo, e oggi collocata nell’Antiquarium comunale, è solo una porzione dell’opera tagliata a pezzi e mutilata degli angeli a destra e del compagno di Francesco in controluce in basso.
Trascorrono gli anni, ma le sparizioni continuano. Fino al 2011, come comprovato da una foto, era presente nella sacrestia un tabernacolo. Oggi quel tabernacolo non c’è più e la stessa nicchia in cui era inserito risulta ridotta notevolmente nelle dimensioni. Nella foto a destra in copertina del 2021 appare evidente la variazione di colore dell’intonaco sulla parete.
Di scempio in scempio c’è chi sostiene che negli anni sia avvenuta la sottrazione anche di numerosi oggettivi votivi. L’antico coro in legno, avvolto nella polvere, richiederebbe un’importante opera di restauro e la chiesa, più in generale, versa in una situazione di grave degrado.
Un vero peccato per una struttura che, insieme all’annesso convento, viene fatta edificare dagli eredi di Sebastiano Baratta nel 1567 per ospitare i Padri Cappuccini. Agli inizi del XVII secolo i Cappuccini si trasferiscono in un convento presso Borgo Passeggiata (attuale zona del Parco dei Cappuccini), mentre a Santa Maria delle Grazie si insediano i Frati minori riformati (i c.d. “zoccolanti”).
In questa chiesa Fra’ Bonifacio da Sezze (1747-1799) compie tutto il suo lungo e complesso percorso spirituale fino ad esservi sepolto (nel 1999 il suo corpo viene tumulato nella Concattedrale di Santa Maria). Nel 1870 con la presa di Roma il perimetro all’interno delle mura diviene di proprietà comunale e tutta l’area viene adibita a Cimitero. Padre Benedetto Spila da Subiaco non reagisce bene agli accadimenti del tempo: “Non sappiamo proprio comprendere come i buoni setini abbiano permesso la chiusura di questo convento….Oggi il tutto è ridotto a camposanto” (1896). Purtroppo a un secolo e mezzo di distanza all’interno del Cimitero e di Santa Maria delle Grazie il rispetto non solo per i frati minori, ma anche per i defunti e per l’arte è venuto meno.