Codici: Ipogeo chiede il pagamento di canoni che il Comune gli ha imposto di non richiedere
“Codici è venuto a conoscenza che Ipogeo Latina srl, la società che gestisce il cimitero urbano di Latina, sta facendo pervenire a concessionari di “loculi”, richieste di pagamento di canoni per contributo di mantenimento per defunti deceduti prima del 2009.
Ad avviso di Codici, tali richieste, oltre a riferirsi in molti casi persino a periodi prescritti, non dovrebbero essere onorate perché riferite a salme per le quali, così come prescriveva l’art. 9 del Regolamento del 1993, quando vennero tumulate, i familiari dovettero versare, oltre “il costo di costruzione delle opere cimiteriali comprensive di infrastrutture, attrezzature ed impianti”, anche “i costi di gestione di opere attrezzature ed impianti, di manutenzione ordinaria e straordinaria in proporzione alla durata della concessione del diritto d’uso”.
A tal proposito, peraltro, lo stesso Comune, con lettera del 23 dicembre 2019, a firma della Dirigente del Servizio Lavori Pubblici e Progettazione, dopo aver ricordato che il Regolamento del 2008 non era mai stato formalmente adottato dal Comune, scriveva che “la durata delle concessioni rilasciate dall’Ente è quella stabilita ai sensi del Regolamento cimiteriale vigente alla data di rilascio anche per le autorizzazioni sprovviste di uno specifico “contratto” di concessione”.
La stessa Dirigente, inoltre, con lettera del 25 marzo 2020, inviata a Codici, ad altre Associazioni di tutela dei consumatori ed alla stessa Ipogeo, dopo aver informato che l’amministrazione comunale “ha maturato il convincimento che il Regolamento applicabile alle sepolture avvenute ante il 10/5/2009 sia il Regolamento per la concessione dei loculi adottato con deliberazione di C.C. n.75 del 15/7/1993”, reiterava la diffida al concessionario a non procedere “alla richiesta di pagamento del canone cd di “mantenimento” e ad interrompere tutte le attività volte alla liberazione delle sepolture …”.
Secondo Codici, quindi, le attuali richieste non soltanto violano le prescrizioni che il Comune ha formalmente emanato con le due lettere appena richiamate, ma anche le due sentenze, quella del TAR, prima e del Consiglio di Stato successivamente, in quanto quest’ultimo Organo giudiziario ha definitivamente confermato la decisione del TAR che dichiarava inammissibile il ricorso di Ipogeo avverso la comunicazione del Comune.
Ciò che oggi appare incomprensibile è il silenzio che il Comune sta mantenendo proprio sulle rinnovate richieste di pagamento che Ipogeo sta inviando a molti cittadini che, invece, ricadrebbero nelle tutele imposte dallo stesso Ente e che sono state più volte evidenziate al Comune da Codici, richiedendo ai soggetti comunali interessati (Sindaco, Assessore, Segretario Generale e Dirigente) se condividessero o no le pretese economiche di Ipogeo.
Questo silenzio viene ritenuto da Codici poco rispettoso dei principi di legge ed, in particolare, di quelli introdotti con la legge 241/1990, sempre richiamata da Codici nelle sue lettere al Comune, in quanto impone alle Pubbliche Amministrazioni di fornire entro 30 giorni risposta alle istanze che pervengono loro.
A questo proposito, prima di procedere al pagamento, Codici invita coloro che avessero ricevuto tali richieste a rivolgersi all’Associazione al n. 335/6689009, per avere eventuali informazioni di loro interesse”.
A dichiararlo, in una nota, l’associazione di tutela dei consumatori “Codici”.