CHIUDE IL CUCCIOLO DI MAREMMANO IN AUTO PER ORE: RINVIATO A GIUDIZIO

Chiude in auto il cucciolo di maremmano: rinviato a giudizio imprenditore 44enne originario della provincia di Frosinone

È scattato il giudizio immediato richiesto dalla Procura di Latina per un imprenditore originario di Monte San Giovanni Campano, in provincia di Frosinone, Diego Vristi, accusato di maltrattamenti di animali, un reato ritenuto sempre più odioso dalla pubblica opinione e che sta trovando accoglimento in molti tribunali d’Italia.

È di pochi mesi fa il caso dell’avvocato rinviato a giudizio presso il Tribunale id Latina, accusato di aver lanciato un gatto dal quarto piano, dopo avergli dato fuoco. In questa vicenda, invece, che vede imputato il 44enne ciociaro, c’è un cucciolo di cane maremmano lasciato dentro l’auto dal padrone per cinque ore, in piena estate, e che per poco non moriva disidratato.

I fatti risalgono al 7 luglio del 2019 quando l’imprenditore, con la moglie, si trovava in vacanza a San Felice Circeo. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’uomo aveva lasciato il cane dentro il bagagliaio dell’auto mentre, insieme alla consorte, si recavano in giro per la città e poi al mare.

Il cucciolo, chiuso dentro l’auto, parcheggiata di fronte a un negozio, con la temperatura alta tipica di una giornata di luglio, iniziò a lamentarsi e i suoi guaiti furono sentiti dal titolare del negozio che, prontamente, chiamò i Vigili del Fuoco i quali, giunti sul luogo, liberarono l’animale sfondando i finestrini del mezzo. Il cucciolo, stremato, fortunatamente venne salvato dal veterinario a cui fu portato per le cure del caso. Ad oggi, il cane vive ancora con gli stessi padroni.

Una volta tornati per riprendere l’auto, i due coniugi furono anche apostrofati da alcuni passanti, considerato l’episodio. Fatto sta che il processo, la cui prima udienza è fissata per il prossimo 8 gennaio 2024, presso il giudice monocratico del Tribunale di Latina, toccherà al 44enne Vristi il quale tentò di giustificare il suo gesto, sostenendo che non vi fossero spiagge predisposte agli amici a quattro zampe. Archiviata, invece, la posizione della moglie che, in quel 7 luglio di 4 anni fa, una volta tornati per riprendere l’auto, rimproverò il marito dicendogli che il cane non avrebbe dovuto essere lasciato chiuso in auto.

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