CHIOSCO BRUCIATO SUL LUNGOMARE A SABAUDIA: RIMANE UN SOLO COLPEVOLE PER IL ROGO

Lo stabilimento sul lungomare "Duna 31.5" mentre va a fuoco a gennaio 2022
Lo stabilimento sul lungomare "Duna 31.5" mentre va a fuoco a gennaio 2022

Stabilimento balneare in fiamme a Sabaudia: la Corte d’Appello si è pronunciata sui due trentenni condannati dal Tribunale di Latina per il rogo avvenuto a gennaio 2022

Diverso il destino giudiziario per Valerio Toselli e Simone Petrucci, i due trentenni condannati a novembre 2023 dal giudice monocratico del Tribunale di Latina, Paolo Romano, per aver bruciato un chiosco sul lungomare di Sabaudia a gennaio 2022. La Corte d’Appello, infatti, ha assolto Simone Petrucci, difeso dall’avvocato Pietro Serrecchia, per non aver commesso il fatto e confermato la condanna di primo grado per Valerio Toselli, assistito dall’avvocato Valentina Leonardi.

Valerio Toselli, 32 anni, era accusato di aver incendiato lo stabilimento sul lungomare di Sabaudia, “Duna 31.5”, insieme a Simone Petrucci, 34 anni, su mandato della 67enne Mariella D’Indio. Toselli ha trovato conferma nella sua condanna a 5 anni e 2 mesi, mentre Petrucci è stato scagionato dopo essere stato condannato in primo grado a 2 anni e 6 mesi di reclusione.

A giugno 2023, le due donne, Mariella D’Indio e la figlia 35enne Tatiana Rizzi, chiamate a rispondere, come mandanti dell’incendio doloso avvenuto il 6 gennaio 2022 presso lo stabilimento balneare, hanno avuto due destini diversi dal punto di vista giudiziario. Al termine di una lunga udienza, l’allora giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, tramite rito abbreviato, aveva assolto la 34enne Tatiana Rizzi con formula piena e condannato a 2 anni e 8 mesi la 67enne Mariella D’Indio per il reato di incendio doloso. Le due donne erano assistite entrambe dall’avvocato Guido Calisi.

Il giovane di Sabaudia, Valerio Toselli, aveva deciso, in sede di interrogatorio di garanzia, dopo essere stato arrestato dai Carabinieri, di non rispondere alle domande dell’allora Giudice per le indagini preliminari, Giorgia Castriota.

Petrucci, colui che era ritenuto il complice dell’esecutore nell’incendio al “Duna”, aveva invece negato il suo coinvolgimento, cercando di chiarire anche alcuni passaggi dell’inchiesta che lo vedono menzionato nell’attività intercettiva: secondo il 34enne, la sera del rogo, il 6 gennaio, lui non non si trovava neanche sul lungomare di Sabaudia. Una tesi che è stata evidentemente accolta dalla Corte d’Appello.

Dopo l’incendio del “Duna”, avvenuto il 6 gennaio 2022, i sospetti dei militari dell’Arma avevano permesso di appurare infatti come l’incendio fosse effettivamente stato commissionato dalla titolare di una concessione per noleggio di sdraio e ombrelloni, cessata a seguito di ripetute violazioni accertate dai Carabinieri Forestali del Parco di Fogliano e poi riaperta in altra località del lungomare, e che aveva già avuto diversi screzi con i titolari dello stabilimento incendiato.

Le ulteriori indagini dei Carabinieri avevano permesso inoltre di individuare in Toselli l’autore dell’incendio che, per 500 euro, ha materialmente dato fuoco allo stabilimento, per poi allontanarsi mentre lo stesso bruciava.

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