I consiglieri comunali d’opposizione interrogano l’amministrazione di Sabaudia sulla vicenda relativa ai chioschi sul lungomare
Gli esponenti di minoranza Paolo Mellano, Immacolata Iorio, Maurizio Lucci e Vincenzo Avvisati presentano in una interrogazione i dubbi sulle procedure per l’assegnazioni dei chioschi sul lungomare di Sabaudia.
I consiglieri comunali, in diverse sedi, hanno rappresentato, la loro contrarietà alle modalità di gestione del demanio marittimo, rilevando che era necessario svolgere una programmazione delle attività amministrative con maggiore puntualità e con tempistiche consone alla natura delle attività di balneazione, nonché alla rilevanza delle stesse sotto il profilo della sicurezza e dei servizi erogati.
Il profilo della sicurezza e dei servizi erogati doveva essere alla base dell’indirizzo amministrativo e, pertanto, l’indizione delle otto procedure di gara con criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, solo nel 2025 a ridosso dell’apertura della stagione balneare, poneva, secondo i consglieri, alcune perplessità su tempi e criteri: “Non sembrava tenersi conto di tali profili e soprattutto della zona dove si svolgevano che è per lo più a tutela ambientale integrale”.
La lettura degli atti di indizione delle procedure di gara – si legge nell’interrogazione – evidenzia molteplici anomalie che già sono state poste all’attenzione dalle opposizioni, in un’ottica collaborativa, all’amministrazione che però come di consueto ha inteso snobbare ogni suggerimento e proseguito; il tutto destando dubbi sul modus operandi, essendo presenti errori, omissioni, diverse qualificazioni, circostanze presenti anche in un precedente bando per uno stabilimento.
Dopo che le gare sono state assegnate a fine maggio, “il Comune, con atti successivi alla gara ai primi di giugno 2025, anche questo a dir poco anomalo, ha individuato l’iter amministrativo per l’aggiudicatario per la stipula della convenzione, tra l’altro in una materia già disciplinata dal PUA, dalla normativa regionale e comunale”.
In seguito, “tra il Comune e l’aggiudicatario sembrerebbe che sussista una corrispondenza copiosa, non conosciuta dagli scriventi, con riserva di fare accesso agli atti, conclusa con la decadenza dell’aggiudicazione al 30 giugno 2025/1 luglio 2025, che ha comportato l’assegnazione al secondo”.
“Sembrerebbe che nel mese di giugno 2025, siano stati posti in essere comportamenti anomali e comunque che hanno modificato il bando e la ritualità del procedimento, sempre con riserva di accesso agli atti”; poi, il 30 giugno, è emessa la determinazione n. 1465 avente ad oggetto “Deroga parziale del regolamento per conferimento incarichi legali, approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 25 del 23 aprile 2018, nelle more del perfezionamento del procedimento di revisione, per necessario adeguamento alla normativa sull’equo compenso ed al nuovo codice dei contratti (d. lgs. n.36/2023)”.
In questi giorni, invece, la minoranza prende atto che l’aggiudicatario ha impugnato con ricorsi promossi innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale Lazio di Latina, le decadenze delle assegnazioni. Lo scorso 30 luglio, “il Responsabile del Settore Legale chiedeva al Responsabile del Settore XII Demanio Marittimo una relazione sulla questione, tutta la documentazione nonché un parere circa l’opportunità e/o necessità per l’Ente di costituirsi in giudizio e con nota prot. 32745 del giorno 5 agosto il Responsabile del Settore XII Demanio Marittimo trasmetteva la relazione sulla questione oggetto della controversia unitamente a tutta la documentazione ravvisando l’opportunità di costituzione in giudizio”.
La Giunta Mosca, con l’assenza dell’assessore Secci, ha ritenuto necessario per ragioni di opportunità ed urgenza, al fine di tutelare compiutamente gli interessi del Comune, costituirsi nel giudizio summenzionato, precisando che “il presente atto è strettamente finalizzato ad evitare danni e pregiudizi all’Amministrazione, per le motivazioni addotte e contenute nella documentazione presente agli atti”.
Il Dirigente ha così nominato il legale, con una procedura in deroga parziale del Regolamento per conferimento incarichi legali, “nelle more del perfezionamento del procedimento di revisione per necessario adeguamento alla normativa sull’equo compenso ed al nuovo codice dei contratti. Può il Sindaco relazionare in merito?”
“I consiglieri comunali – continua l’interrogazione – potendo rappresentare solo quanto finora relazionato”, non hanno “la sensazione di un’attività così limpida”
Infatti, secondo l’opposizione, “la responsabilità dei dipendenti pubblici per i loro atti è disciplinata principalmente dall’articolo 28 della Costituzione e dal Testo Unico sul Pubblico Impiego (D.Lgs. 165/2001). L’articolo 28 della Costituzione stabilisce che i funzionari e i dipendenti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. Il D.Lgs. 165/2001, all’articolo 54, disciplina i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i dipendenti pubblici sono tenuti ad osservare”.
“È anomalo, per non dire vietato, che si possa modificare una delibera consiliare con una determina dirigenziale. Le delibere consiliari, essendo atti di organi collegiali, hanno una forza e una competenza diversa rispetto alle determine dirigenziali, che sono atti di organi monocratici. È anomalo effettuare detta determina e poi non aver provveduto ad attivare l’iter amministrativo, visto il lasso di tempo e i consigli comunali tenutesi, tra l’altro uno obbligatorio (non risulta nemmeno convocata la commissione). E che la modifica normativa è del 2023. Perché solo nel giugno 2025 ci si ricorda di apportare modifiche al regolamento? È anomalo effettuare detta determina e non sembra conforme la modifica al codice degli appalti. È anomalo effettuare detta determina di modifica del conferimento degli incarichi, contestualmente ad una dichiarazione di decadenza che potenzialmente sarà impugnata”.
Secondo i consiglieri, “l’incarico legale, dato con determina 1875 / 2025, non è affidato secondo le norme vigenti, il compenso è stato stabilito non tenendo conto né del valore della causa, né che i ricorsi siano identici“.
Inoltre, “sembrerebbe che non sia la prima volta che incarichi legali siano sproporzionati nel compenso rispetto a valore difficoltà e parametri legali, o che si deroghi ai criteri di rotazione”
Il Sindaco viene quindi a chiamato a rispondere di questa sequenza di fatti che, per l’opposizione, sono vere e proprie anomalie.