CHILI DI HASHISH IN AUTO: 30ENNE PONTINO CONDANNATO A 3 ANNI E 9 MESI

Fermato a Roma con un carico di circa sei chili di hashish: concluso il rito direttissimo per il ragazzo di 30 anni

3 anni e 9 mesi di reclusione. È questo l’esito del processo a carico del trentenne di Latina, Davis Reginato, difeso dagli avvocati Massimo Frisetti e Flaviana Coladarci. Il giovane è stato condannato per spaccio di sostanze stupefacenti dal collegio del Tribunale di Roma, dopo che il pubblico ministero aveva chiesto una condanna più pesante: 5 anni di reclusione. Scontato il ricorso in appello da parte dei difensori che hanno contestato l’ingente quantità della droga che una perizia ha quantificato in 1,9 chili.

Il trentenne era stato arrestato, in flagranza di reato, nella serata del 13 dicembre 2024 dai Carabinieri della Compagnia di San Pietro a Roma, mentre si trovava in auto con un cittadino polacco. Nella vettura, il 30enne aveva occultato diversi panetti di hashish, per un totale, almeno dapprincipio, stimato in sei chili di hashish. Il giovane, originario di Cisterna, era un insospettabile residente nel capoluogo di Latina: la sua auto era stata fermata nel corso di un ordinario posto di blocco.

A dicembre l’arresto era stato convalidato, ma gli avvocati difensori Frisetti e Coladarci avevano ottenuto la misura più lieve degli arresti domiciliari. A gennaio scorso, il rito direttissimo per il cittadino polacco si era concluso, con una condanna in abbreviato, alla pena di 3 anni e 4 mesi, più 8mila euro di multa.

Il trentenne di Latina, invece, aveva optato per il rito ordinario e, lo scorso 30 giugno, si è celebrato un’altra udienza nella quale si era verificata una evenienza sicuramente inaspettata. Su istanza degli avvocati difensori, il Tribunale di Roma aveva disposto la consegna del verbale di sequestro della droga, oltreché a quello di consegna dei reperti al consulente del pubblico ministero e di quello di riconsegna da quest’ultimo ai Carabinieri.

Inoltre, era stato disposto il deposito dello stupefacente analizzato, ragione per cui è stata portata fisicamente in Tribunale la droga nel corso dell’udienza del 25 settembre. Gli avvocati difensori, infatti, avevano rilevato evidenti discrasie tra le tipologie di hashish, il numero dei panetti e la quantità di principio attivo tra la consulenza del Pubblico Ministero e la perizia disposta dal Tribunale.

Articolo precedente

TORNA “FONDI IN ROSA”, PRONTA LA TERZA EDIZIONE

Articolo successivo

ACCUSATO DI INSULTI E BOTTE ALLA MOGLIE, PM CHIEDE OLTRE 4 ANNI: ASSOLTO PER NON AVER COMMESSO IL FATTO

Ultime da Giudiziaria