CENTRODESTRA: “AL COMUNE DI LATINA UN BILANCIO SPAVENTOSO. STATO DI IMMOBILISMO”

La coalizione di centrodestra attacca l’ex amministrazione Coletta sul bilancio: “Latina è in uno stato di immobilismo”

La coalizione di centrodestra a sostegno di Vincenzo Zaccheo Sindaco di Latina attacca duramente l’ex amministrazione Coletta in tema di bilancio. Secondo quanto spiegano i rappresentanti dei partiti Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia, Latina nel Cuore, Vola Latina, Unione di Centro e Cambiamo! con Zaccheo Sindaco mancherebbe solamente lo “zero virgola” su un parametro che porterebbe il Comune di Latina in deficit strutturale.

“Dal rendiconto 2021 – dichiarano – vengono fuori numeri spaventosi: i residui attivi, ovvero le somme che il Comune dovrebbe incassare, ammontano a ben 300 milioni di euro anche se parte di questi non sono più esigibili, per perenzione o prescrizione, e toccherà occuparsene alla prossima compagine di governo. Se a queste cifre vengono aggiunti i debiti non pagati solo nel 2021 pari a circa 75 milioni di euro, praticamente maggiori di tutto il fondo cassa dell’ente, la fotografia è impressionante: circa 370 milioni di euro di risorse indisponibili per la città. Oltre alla cronica incapacità di riscossione dei tributi (Imu-Tari) pari al 43%, già sottolineata dalla Corte dei Conti, i costi dei servizi pubblici gravano praticamente soltanto sul 43% dei contribuenti”.

“Rileviamo inoltre – continuano i rappresentanti dei partiti – una preoccupante incapacità di spesa, derivante dalla massa di trasferimenti provenienti da altre amministrazioni pubbliche, come Stato e Regione, destinate al finanziamento di interventi strutturali sul territorio. Basti pensare ai sei milioni di euro destinati alle scuole, note per essere  insicure e molte volte pericolanti, che non sono stati spesi. I trasferimenti vincolati non spesi nel corso degli ultimi cinque anni hanno registrato un continuo aumento passando da circa 18 milioni e 749 mila euro, ai 27 milioni e 445 mila euro del 2021. Nel dettaglio, alcuni di questi riguardano risorse che dovevano essere destinate al sociale. Emblematiche sono le cifre non spese per la solidarietà alimentare durante l’emergenza sanitaria (358mila euro),  per le agevolazioni Tari Covid (un milione e 197mila euro), alla manutenzione ordinaria degli asilo nido comunali (574 mila euro), al Programma straordinario riqualificazione urbana e sicurezza periferie progetto “Latina anche città di mare” (un milione 583 mila euro), addirittura non reimpegnati nell’anno 2021. Troviamo anche tra i soldi non spesi quelli per il programma sovradistrettuale Alzheimer (106mila euro), quelli per il contrasto alla povertà provenienti addirittura dal 2020 (60mila euro), contributo casa famiglia “Dopo di noi” (350 mila euro), il piano di zona per le politiche sociali per interventi di aiuto domiciliare per persone con disabilità (2 milioni e 230mila euro), quelli per l’integrazione scolastica (127mila euro), per le ludopatie (35mila euro), per la tutela dei minori (127mila euro), il fondo sanitario per la non autosufficienza (250mila euro)”.

“L’amministrazione Coletta, in sintesi, nell’arco degli ultimi cinque anni, ha totalizzato debiti di sua competenza per 144 milioni 950 mila euro, e non ha speso un ammontare complessivo di 117 milioni 103 mila euro. Anche il commissario prefettizio si è accorto di questo problema e tra le prime cose che ha fatto c’è stata una delibera di giunta per sbloccare i fondi vincolati. Sulla base di questi dati – tuonano i rappresentanti dei partiti – non è pensabile attribuire responsabilità gestionali sulle mancate entrate alle precedenti amministrazioni in quanto quelle dell’amministrazione Coletta, grazie anche agli ingenti trasferimenti Covid legati all’emergenza sanitaria, sono stati cospicui. Questa condizione di immobilismo strutturale testimonia un problema gestionale ed amministrativo che non possono pagare i cittadini: c’è una totale incapacità di riscossione, di spesa e di erogazione dei servizi che hanno portato il Comune a uno stato di precarietà finanziaria. Di metodi per cambiare la rotta ce ne sarebbero – concludono -. Oltre alla programmazione volta a non buttare al vento i milioni di euro utili a cambiare la città si potrebbe dare un incentivo o impulso alla ripartenza del sistema economico puntando sulle politiche di  efficienza della spesa pubblica e delle entrate, sul virtuosismo amministrativo, e su una risorsa come l’edilizia, rafforzando ad esempio l’ufficio condoni. Ma su questo aspetto, come su molteplici altri, in questi sei anni è rimasto tutto completamente bloccato”.

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