“Da Piazza Tienanmen a Piazza del Popolo”, l’intervento del sociologo Vittorio Cotesta sugli attacchi nei confronti dell’ex sindaco Damiano Coletta
“Tornato da una visita, purtroppo breve, dalla Cina, ho ripreso a documentarmi sulla vita cittadina. Nelle cronache locali trovo le solite polemiche politiche; sui social gli stessi esibizionisti (uomini e donne); nelle vie cittadini i mucchi di immondizia ovunque e mi domando se c’è una logica nella loro distribuzione spaziale; mi chiedo, infatti, se i rifiuti si trovano solo nelle strade dei quartieri popolari e sono invece introvabili nei quartieri “bene”, se siano un privilegio accordato ad alcuni e negato ad altri.
Vista la palese incapacità dell’attuale amministrazione, Damiano Coletta, ex sindaco ormai da tre anni, ha osato protestare in modo forte e vivace. Tra i tanti problemi da lui sollevati, quello della raccolta dei rifiuti solidi urbani è il più urgente. Vi sono infatti forti implicazioni sanitarie e civili (sono già piuttosto frequenti le proteste dei cittadini che si vedono deporre o scagliare direttamente dalle macchine i loro rifiuti davanti alle case da parte di cittadini infedeli e incivili).
Tutti i gruppi di maggioranza, invece di cominciare a risolvere il problema, come un sol uomo o, se volete, come una sola donna, hanno invece attribuito a Coletta tutti i mali della città, come se prima di diventare sindaco lui si vivesse nel migliore dei mondi possibili, come se non ci fossero stati ben due scioglimenti del consiglio comunale per manifesta incapacità di gestire la città; e se la magistratura non avesse mai fatto un intervento per contrastare la cattiva gestione della città, dal Comune allo stadio. I misfatti di quelle amministrazioni e le macerie morali che hanno provocato non valgono più? Oppure sono rose e fiori rispetto alle supposte “macerie” di Coletta?
Sono ormai quasi tre anni che la nuova grande maggioranza ha ripreso, dopo appena 6 (sei) anni di astinenza, la gestione del potere. Se è difficile immaginare come risolvere le grandi questioni strategiche della città che riguardano il suo meraviglioso futuro, si poteva almeno dare soluzione a un problema piccolo piccolo come obbligare i cittadini infedeli a pagare la Tari e a conferire i rifiuti nei punti stabiliti. Ma in tre lunghi anni questi buoni amministratori non hanno fatto altro che cercare con il lanternino le “macerie” lasciate da Coletta e inaugurare un giorno si e l’altro pure grandi opere che riguardano i destini della città crudelmente pervertiti dal loro predecessore.
Tutte polemiche conosciute. Insomma, niente di nuovo sul fronte occidentale osservato da Tienanmen. Eppure c’ una grande novità: il gruppo unito come un sol uomo o una sola donna (fate voi a questo punto) invita il mite Coletta a tacere, a non parlare più: “taci, il nemico ti ascolta”. Non vedo il bravo Coletta nel ruolo del tenace di Navalny. Mi domando, però, se l’ordine perentorio di tacere valga solo per lui e per il suo gruppo politico, oppure se riguarda pure noi cittadini dalla parola fioca, frequentatori rari, assidui o compulsivi dei social media.
Sarebbe bene avere una qualche risposta perché non si può vivere con l’immondizia davanti la porta di casa e pensare che se osiamo protestare possiamo passare brutti guai. Alcuni, inoltre, hanno raggiunto un’età veneranda e non possono più permettersi i gesti eroici della gioventù. Nessuno di noi è capace fermare a corpo nudo un carrarmato in Piazza del popolo; nessuno di noi è il giovane di Piazza Tienanmen; né tanto meno può vivere i tormenti del povero Navalny e fare la sua morte eroica”.
A scriverlo, in un intervento pubblico, il sociologo Vittorio Cotesta.