CENTRI DI FACILITAZIONE DIGITALE A LATINA, TAR RIGETTA RICORSO

Centri di facilitazione digitale al Comune di Latina: il Tar decide sul ricorso contro il bando aggiudicato alla ditta Polygonal

Il Tar di Latina – Presidente Donatella Scala, estensore della sentenza Valerio Torano – ha ha rigettato nel merito il ricorso proposto dall’associazione Didaké aps, difesa dagli avvocati Andrea Diorio e Veruska Vicentini, che chiedeva l’annullamento dell’aggiudicazione del bando dei centri din facilitazione digtyale a favore di Polygonal aps, assistita dall’avvocato Pasquale Lattari.

Si tratta dei centri di facilitazione digitale che il Comune di Latina, a febbraio scorso, ha messo a disposizione della città come supporto gratuito per accedere ai servizi digitali della pubblica amministrazione per ampliare l’alfabetizzazione digitale e ridurre la percentuale di popolazione che attualmente rischia un’esclusione digitale. Obiettivo che rappresenta uno dei cinque indicatori individuati da “Italia Digitale”, la strategia sulla trasformazione digitale del Paese incardinata nel PNRR.

I centri previsti sono dieci in tutto. Il partner individuato, come detto, è stato l’APS Polygonal, determinato a seguito di procedura comparativa e cui è stata affidata l’esecuzione dei contenuti dell’Avviso in adesione al secondo avviso pubblico della Regione Lazio nell’ambito della Misura PNRR 1.7.2 “Rete dei servizi di facilitazione digitale”. Destinatari del progetto sono tutti i cittadini maggiorenni, specialmente quelli che si configurano come popolazione a rischio di esclusione digitale e con poca dimestichezza nell’uso delle tecnologie.

Contro il Comune di Latina, difeso dall’avvocato Anna Caterina Egeo, e nei confronti di Polygonal, Didaké chiedeva al Tar l’annullamento del verbale del 30 gennaio 2025, con il quale la commissione tecnico-valutativa ha individuato nell’associazione Polygonal il soggetto con cui stipulare la convenzione. Messe in discussione le modalità di presentazione della domanda al bando che, secondo i ricorrenti, è stata incompleta da parte di Polygonal e la valutazione delle domande stesse arrivata in un tempo considerato troppo ristretto.

Lo scorso aprile, il Tar, giudicando la possibile sospensione del verbale e quindi dell’aggiudicazione del servizio, ha ritenuto di rigettare, tramite ordinanza, la domanda cautelare “per carenza di un evidente fumus boni iuris“, tenuto conto della “possibilità per gli operatori di procedere in autonomia al soccorso cosiddetto correttivo dei dati contenuti nella domanda di partecipazione a una procedura ad evidenza pubblica e della non riconducibilità alla cause di esclusione previste dall’avviso pubblico delle criticità riguardanti le modalità di apertura dei centri di assistenza all’utenza – e per il fatto che anche il periculum in mora non è stato in alcun modo provato, anche alla luce delle finalità non lucrative e di utilità sociale che connotano gli enti del terzo settore”.

Ecco perché il Tar di Latina ha deciso di respingere la domanda di sospensione dell’efficacia degli atti impugnati formulata in via incidentale da parte ricorrente, condannando la Didaké al pagamento delle spese della fase cautelare del giudizio, che sono liquidate in 800 euro.

Ora, nella giornata odierna, il tribunale amministrativo ha pronunciato la sentenza di merito, definitivamente rigettando il ricorso poiché ritenuto infondato. “È vero – motiva il Tar – che l’aggiudicataria ha presentato due domande telematiche di partecipazione”, tuttavia “è altrettanto vero che il file allegato al secondo invio è perfettamente identico a quello spedito in prima battuta, salvo che per il fatto di aver reso visibile l’ultimo rigo, il decimo, della tabella riportante i nomi dei volontari impiegati per il servizio, che per un errore materiale era stato omesso. Il tutto tenendo presente che sin dalla prima domanda di partecipazione il numero complessivo di volontari da applicare alla commessa era stato già quantificato in dieci, sì che alcuna modificazione dell’offerta può dirsi avvenuta”.

Inoltre, “in senso contrario a quanto lamentato da Didaké., 2il progetto sintetico di Polygonal a.p.s., pur non esplicitandoli in una tabella, prende comunque in considerazione anche gli aspetti relativi all’apertura dei centri, atteso che dà atto che “i centri risponderanno in maniera flessibile alle diverse necessità dei cittadini, adattando la propria offerta in base alla domanda”, prevede la “possibilità di attivare centri itineranti e garantire un servizio continuo anche nei territori più difficili da raggiungere” e, in aggiunta all’orario diurno, dichiara la disponibilità a valutare “aperture serali e nei giorni festivi in base alla domanda”.

Infine, “l’infondatezza dell’ultimo motivo di ricorso discende direttamente da quella dei primi due, posto che non è ravvisabile alcun legittimo affidamento della ricorrente che sia stato leso dalla condotta del Comune di Latina. L’amministrazione resistente, infatti, si è limitata a consentire il soccorso correttivo volontario, ha favorevolmente valutato i miglioramenti apportati dall’ente vincitore ad una proposta negoziale da definire compiutamente in esito alla procedura di coprogettazione e sino alla stesura del progetto definitivo e, infine, non ha considerato motivo di esclusione la mancata indicazione di una specifica proposta di apertura oraria dei centri di assistenza, non rientrando tale fattispecie tra le ipotesi espulsive tassativamente previste dall’art. 10 dell’avviso pubblico”.

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