Ristori nucleari: la Provincia di Latina fa causa alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Mef per ottenere le compensazioni dal 2005
Sulla scia di quei Comuni, tra cui quello di Minturno, che hanno ottenuto giustizia in due gradi di giudizio così da vedersi aggiudicato il diritto a risarcimento in soldi per la servitù nucleare.
I cosiddetti ristori, in ragione del pluricitato Decreto Legge “Scanzano” n. 314 del 2003 poi convertito nella legge n. 368 dello stesso anno, sono stati previsti dalle legge per tutti quei Comuni che hanno ospitato sul proprio territorio una centrale nucleare (ad oggi in dismissione). Il Comune di Latina, come noto, è rimasta indietro e solo più tardi ha seguito la scia di Comuni come Minturno facendo causa.
Un contributo importante che, inizialmente previsto nella misura del 100% a favore degli enti locali, fu ridotto a decorrere dal 2005 al solo 30%. E, infine, tramite ulteriore sentenza del 2016, confermata dalla Corte d’Appello di Roma nel 2020, ripristinato al 100%. Latina, come noto, fu esclusa da quella battaglia perché nel 2007, anno in cui fu avviata la causa tutte le amministrazioni politiche e commissariali non intesero partecipare e, pertanto, la pronuncia di I grado del luglio 2016 non vide il Comune pontino attore.
Forte, probabilmente, di quanto successo nel Comune dove è Sindaco, Gerardo Stefanelli, come nuovo Presidente della Provincia di Latina, ha firmato un’ordinanza, insieme al Dirigente del Settore Avvocatura Claudia Di Troia, per procedere giudizialmente nei confronti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero dell’Economia e delle Finanze e del Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica, al fine di ottenere l’ulteriore 70% del contributo per gli anni dal 2005 al 2019.
Se ne occuperanno lo stesso Dirigente dell’Avvocatura di Via Costa, Claudia Di Troia, e l’avvocato Giulio Tatarelli, anche lui nell’Avvocatura provinciale.
A decorrere dal 2005, con delibere CIPE, lo Stato, infatti, ha riconosciuto alla Provincia di Latina solo il 30% delle somme complessivamente raccolte dalla Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico e dovute a titolo di ristoro compensativo al fine di attenuare il carico ambientale che, da anni, il territorio pontino sta sopportando per la presenza della Centrale nucleare di Borgo Sabotino.
Come si legge nell’ordinanza di Stefanelli, la Provincia di Latina è anch’essa beneficiaria e ha diritto a pretendere la residua quota non corrisposta e dovuta fino al definitivo smantellamento degli impianti nucleari insistenti sul proprio territorio. Si sta parlando di una cifra che va oltre i 14 milioni di euro.