CENTRALE NUCLEARE A LATINA: “DA SOGIN E LEGA SOLO PROPAGANDA”

Centrale Nucleare di Latina attiva dal 1964 al 1986
Centrale Nucleare di Latina attiva dal 1964 al 1986

Alleanza Verdi e Sinistra e il Comitato di Latina Possibile esprimono stupore per quanto affermato dall’amministratore delegato della Sogin, Gian Luca Artizzu, durante il convegno “Il nucleare sostenibile: l’Italia riparte!”, organizzato dalla Lega a Milano, secondo il quale il sito di Borgo Sabotino sarebbe a disposizione per nuovi impianti di energia nucleare.

“Chiediamo innanzi tutto ai rappresentanti della “filiera di governo” della Destra (in particolari quelli della Lega), ai parlamentari europei a quelli nazionali, al Presidente della Regione Lazio Rocca, alla Sindaca Celentano e alla sua maggioranza, se nel futuro i cittadini di Latina dovranno farsi carico di questa ulteriore servitù, dopo oltre 60 anni di centrale nucleare (ancora da smantellare), 50 anni di discarica di Borgo Montello (non ancora bonificata e con molti misteri da chiarire) e attualmente il maggior consumo di pesticidi come provincia del Lazio. Che valore ha la mozione approvata all’unanimità in Consiglio Comunale contro la riattivazione della centrale?

Venendo al merito, ci chiediamo cosa significhi “nucleare sostenibile” di cui si parla nel titolo dell’evento della Lega. Forse quello di quarta generazione, che ancora non esiste? O forse si allude agli SMR (reattori modulari di piccole dimensioni), che sono solo dei progetti, con dei costi e tempi di costruzione annunciati ma non verificati, dato che non c’è un solo SMR commercializzato nel mondo occidentale.

L’amministratore delegato della Sogin, prima di pensare a costruire una nuova centrale, dovrebbe prima di tutto chiarirci a che punto è il decommissioning (dopo quasi 40 anni dall’arresto della centrale), quando e se l’area sarà completamente decontaminata, dove metteranno le scorie, quanto costerà lo smantellamento alla fine dei conti. Ricordiamo infatti che rimane ancora da individuare il sito di stoccaggio nazionale delle scorie, e dobbiamo ancora riprenderci da Regno Unito e Francia migliaia di tonnellate di combustibile nucleare esaurito. Da notare che dei 51 possibili siti individuati il 40% sono nel viterbese.

Chiediamo inoltre ai sostenitori della proposta e della ripresa del nucleare nel nostro paese, quanto costerebbe una nuova centrale e quale sarebbe la sua potenza elettrica installata, chi sarebbe incaricato dell’installazione, in quanto tempo prevederebbero di concludere l’eventuale costruzione e avvio definitivo, da quale paese intendono importare l’uranio e a quale prezzo stimato.

Infine, quando e se sarebbero disponibili a un pubblico dibattito di confronto tra nucleare e alternative rinnovabili a Latina.

Senza tutto ciò, sono solo chiacchiere e propaganda per attingere a finanziamenti che andranno probabilmente ad arricchire ulteriormente chi ha già incamerato gli extra-profitti pagati nelle nostre bollette di gas e luce.

Concludiamo ribadendo che, al contrario, la via più veloce ed economica per raggiungere gli obiettivi di riduzione dei gas serra, e l’indipendenza energetica nel nostro paese, è quella dell’efficienza, del risparmio energetico e delle energie rinnovabili.

Basti pensare che, come calcolato dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (World Energy Outlook 2024), il costo di generazione dell’elettricità, considerando i costi complessivi degli impianti, è di 170 dollari al Kwh per il nucleare e 50 dollari al Kwh per il solare fotovoltaico (3,4 volte di meno del nucleare)”.

Così, in una nota, Alleanza Verdi e Sinistra e il Comitato di Latina Possibile.

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