Centinaia di foto e video, rapporti tra minorenni e adulti: di queste accuse doveva rispondere Alessandro Frateschi, il professore di religione già condannato col rito abbreviato a Latina per violenza sessuale su minori.
È arrivata un’altra condanna per reati sessuali a carico dell’ex diacono ed ex professore di religione, presso il liceo scientifico di Latina, “Ettore Majorana”, Alessandro Frateschi, 51 anni, difeso dagli avvocato Edoardo Fascione e Danilo Riccio.
Oggi, 26 maggio, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Roberta Conforti, ha condannato col giudizio abbreviato Frateschi alla pena di 1 anno e 8 mesi di reclusione, a fronte della richiesta del pubblico ministero che invocava una condanna più altra: 2 anni. Tra 90 giorni ci saranno le motivazioni della condanna, scontato è il ricorso in Appello da parte degli avvocati difensori che, nel corso della discussione, hanno evidenziato alcune incongruenze nell’impianto investigativo.
L’ex tesoriere dell’Istituto per il sostentamento per il clero della curia vescovile pontina, peraltro con due processi pendenti per bancarotta al Tribunale di Latina, doveva rispondere dell’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. Come noto, il 51enne, originario di Terracina, viene dalla pesante condanna a 12 anni per violenza sessuale aggravata su minorenni, emessa a luglio 2024 dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli.
A chiedere la condanna per Frateschi rispetto alle accuse di aver detenuto circa 400 file di minorenni, anche in atteggiamenti esplicitamente sessuali, è stato il sostituto procuratore di Roma, Vittoria Bonfanti che ha contestato a Frateschi l’aggravante legata al numero elevato di file rinvenuti nel computer. Erano centinaia i video e le foto incriminate ritrovate dagli investigatori dei Carabinieri del Nor di Latina all’interno dei dispositivi informatici di Frateschi, peraltro consegnate di sua sponte ai militari.
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Gli stesso Carabinieri – ha sottolineato la difesa – hanno espresso una formula dubitativa sul fatto che i file fossero tutti frutto della volontà di reperirli da parte di Frateschi o se, invece, alcuni fossero stati conseguenza di “pop up” o “download” automatici nei siti di incontri per adulti dove Frateschi navigava.
L’ex diacono, infatti, prima di essere condannato stamani, si è sottoposto all’esame da parte del pubblico ministero, spiegando di essere omosessuale e di ave ricercato in diversi siti i suoi partner. Frateschi ha sostenuto di non aver avuto nessuna mira nei confronti dei minorenni, bensì cercava soggetti simili a lui, sia per età che per peso. La tesi è che le foto e i video trovati nei dispositivi elettronici fossero stati scaricati per errore come capita quando si naviga.
Una versione che non ha convinto il Gup Conforti che ha condannato l’uomo per il reato di detenzione o accesso a materiale pornografico.