CENSURA PER IL CONSIGLIERE CHE CONDIVIDE POST DI “LOTTA CONTINUA”, MASSIMI SCRIVE AL PREFETTO

Giancarlo Massimi
Giancarlo Massimi

Accusato di condividere post che rimandano a “Lotta Continua”, il consigliere comunale di Sabaudia, Giancarlo Massimo (PD), scrive al Prefetto

Ha scritto al Prefetto di Latina, Vittoria Ciaramella, il consigliere comunale d’opposizione a Sabaudia, Giancarlo Massimi, dopo essere stato oggetto di una mozione di censura da parte dei consiglieri comunali di maggioranza per aver condiviso post sui social che citavano “Lotta Continua”.

“Gentile Prefetto, è con molto rammarico che sono a sottolinearle quanto sta accadendo nel Consiglio Comunale di Sabaudia. Come consigliere di minoranza capogruppo del Partito Democratico, mi preme trasmetterle il comunicato stampa apparso sulla pagina istituzionale del Comune (allegato alla presente). Il sottoscritto ha condiviso su fb nel 2022 e nel 2023 tre o quattro post del giornale online Lotta Continua relativamente ad iniziative culturali che riguardavano dei programmi dedicati al gruppo della sinistra extraparlamentare su Rai Tre e al libro di Ugo Viale, Niente da dimenticare. Verità e menzogne su lotta continua, che ha avuto peraltro un discreto successo editoriale e molte presentazioni nelle aule universitarie e nelle librerie oppure, da ultimo, un articolo sulle pensioni in Francia e qualche altro articolo. Una condivisione di iniziative e di una proposta contro l’innalzamento dell’età pensionistica propria dei sindacati francesi ed un’altra, a memoria, con un richiamo alla Comune di Parigi del 1871 (conoscere la storia è anche questo un reato).

Ho appreso dal sito del Comune, utilizzato e non è la prima volta impropriamente per portare attacchi ad esponenti politici di minoranza come altre volte segnalato al Prefetto in aperta violazione delle norme che regolano la comunicazione istituzionale e pubblica senza che lo stesso sia mai intervenuto, che nei miei confronti è stata presentata una mozione di censura per “comportamenti che minano le fondamenta della democrazia”. Senza voler entrare nel merito delle questioni relativa alla storia dell’Italia e del periodo che va dalla nascita del movimento extraparlamentare Lotta Continua nel 1968 alla sua dissoluzione nel 1976 (avevo allora solo 15 anni quando è stata sciolta), rilevo con preoccupazione la violazione dell’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea che recita: “Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”; dell’articolo 21 della Costituzione “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Questa libertà è riconosciuta da tutte le modernecostituzionied è un pilastro dellademocraziae di uno Stato di diritto, così come è stato sostenuto dalla Corte costituzionale più volte fin dalle sue prime sentenze. Infatti, così come affermato dalla Consulta, “è tra le libertà fondamentali proclamate e protette dalla nostra Costituzione, una di quelle […] che meglio caratterizzano il regime vigente nello Stato, condizione com’è del modo di essere e dello sviluppo della vita del Paese in ogni suo aspetto culturale, politico, sociale” (sent. n. 9/1965).

Nella mozione presentata, oltre che il tentativo di imbavagliare le idee di un consigliere comunale (nel caso si tratta della condivisione di post informativi di iniziative) nello svolgimento della propria carica elettiva che ha sollevato più volte su diversi provvedimenti questioni di trasparenza amministrativa (da ultimo la segnalazione sul potenziale conflitto di interessi del vicesindaco inoltrata anche a lei), appare chiara la limitazione della libertà del pensiero censurando, tra l’altro,

un ipotetico comportamento che nulla a che vedere con l’attività amministrativa né, tanto meno, con lo Stato di diritto.
La vicenda è tanto più grave quando si scrive, sul sito del comune, che tale condivisione hanno scatenato “polemiche in città che scuotono il Consiglio comunale di Sabaudia”. Siamo al ridicolo e alla farsa. È questa una figura retorica o, in altre situazioni, si chiama depistaggio: si cerca di sviare il discorso quando si è sotto la lente di ingrandimento. Siamo di fronte ad un atteggiamento offensivo del ruolo delle istituzioni democratiche, in violazione delle più elementari regole che sono a fondamento dello Stato di diritto. L’atteggiamento della maggioranza è, esso, in aperta contraddizione con i principi costituzionali e dell’Unione Europea che sono le fondamenta della democrazia rappresentativa. Tra l’altro non è la prima volta che accade, lo scorso inverno sono stato oggetto di una ulteriore mozione di censura per aver richiesto di accendere i riscaldamenti durante le sedute serali e notturne del Consiglio comunale, in quanto affetto dal morbo di parkinson e per aver protestato per questo.

Le chiedo, pertanto, un urgente incontro riservandomi di tutelare la mia persona nelle sedi opportune. Le chiedo, altresì, un intervento nei confronti del Comune di Sabaudia per l’utilizzo improprio del sito dell’Ente e per violazione dell’articolo 21 della Costituzione”.

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