CAVE E BANCAROTTA, L’EX PROF DI RELIGIONE PEDOFILO A PROCESSO COME “UOMO DI FIDUCIA”

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I guai giudiziari del professore di religione condannato per violenza sessuali su minori non finiscono: in dirittura d’arrivo il processo per bancarotta

A maggio scorso, è stato rinviato a giudizio per reati finanziari il 50enne di Terracina, Alessandro Frateschi, professore di religione condannato, in primo grado, a 12 anni di reclusione col rito abbreviato, per aver abusato sessualmente di cinque minorenni. I fatti risalgono a quando l’uomo ancora insegnava presso il liceo Ettore Majorana di Latina ed era un diacono della Diocesi pontina.

Il 13 maggio, infatti, Alessandro Frateschi, insieme ad altri indagati – Giuseppe Lauretti, Alfredo Lauretti e Aldo Gianfrochetti – ha rimediato un altro rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta in merito alla gestione di una società edile. L’accusa, come da prassi in questi casi, è quella di aver sottratto denaro e beni da una società dichiarata fallita dal Tribunale di Latina. Somme di denaro piuttosto cospicue che arriverebbero addirittura a oltre 800mila euro, per fatti avvenuti nel 2015. Il processo, così come stabilito dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, inizierà il prossimo 11 marzo 2025. L’indagine della Guardia di Finanza di Latina è stata coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano.

Un altro guaio per Frateschi, dopo che, peraltro, era stato sospeso come funzionario per aver sottratto 50mila euro dalle casse dell’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero di Latina.

Eppure, le vicende giudiziarie non finiscono qui. Frateschi, in passato processato e poi assolto in secondo grado sempre per reati di natura finanziaria, era imputato oggi, 16 ottobre, dinanzi al I collegio del Tribunale di Latina, composto dalla terna di giudici Soana-La Rosa-Brenda, per una vicenda in cui gli viene contestato il reato di bancarotta fraudolenta. Con lui, difeso dagli avvocati Donato D’Onofrio e Carlo Fusco, sul banco degli imputati, per fatture false, c’è sempre Alfredo Lauretti, assistito dagli avvocati Gaetano Marino e Massimo Frisetti.

Interrogati dal pubblico ministero Martina Taglione, sono stati ascoltati in aula due testimoni dell’accusa: un funzionario dell’Agenzia delle Entrate che ha eseguito accertamenti sulle società di Lauretti/Frateschi e il curatore fallimentare della Edil Cava di Terracina, la società fallita nel 2018 e riferibile ai due imputati.

Secondo l’accusa, tra la Edil Cava e la società Lauretti Impianti (il cui titolare è l’omonimo imputato) ci sarebbero stati passaggi di fatture per operazioni inesistenti. Per quanto riportato dal funzionario dell’Agenzia delle Entrate, sono riscontrabili fatture false sin dal 2012: le stesse venivano emesse dalla Edil Cava verso l’altra società, riconducibile però alla medesima compagine sociale. Due le fatture false nel 2013, tre nel 2014.

La società, poi fallita nel 2018, si occupava di gestire una cava e di svolgere attività estrattiva. Un business molto lucroso che, però, è spesso oggetto di accertamenti giudiziari. Come rappresentante legale della società c’era proprio l’ex professore di religione e diacono, sospeso dalla Curia, Alessandro Frateschi, considerato dall’accusa un uomo di fiducia di Lauretti. In base a cosa hanno relazionato i due testimoni, la Edil Cava, in realtà, pur emettendo fatture, non svolgeva nessuna attività di estrazione sin dal giugno 2012.

All’attenzione degli inquirenti, le fatture emesse nel 2014 di circa 190 mila euro, a fronte di un volume di affari della società di appena 4mila euro. Le operazioni inesistenti sono state calcolate per un valore di 160mila euro anche nel 2013, mentre l’evasione fiscale ammonterebbe a quasi 42mila euro.

Prima di avere come rappresentante legale Frateschi, la Edil Cave ebbe alla sua testa, come amministratori, il figlio e la madre di Lauretti. Il curatore fallimentare ha spiegato che non è stato possibile reperire la contabilità, mentre lo stato passivo da lui calcolato ammonta a oltre 3 milioni di euro per una società in disuso già dal 2014.

Il processo è stato rinviato per ascoltare i testimoni della difesa e l’eventuale discussione, con possibile sentenza finale. La data è quella del 9 aprile 2025.

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