Si è concluso uno dei processo per bancarotta nei confronti del professore di religione condannato per violenza sessuale su minori
Il primo collegio del Tribunale di Latina, composto dalla terna di giudici Soana-Romano-Brenda, ha assolto l’ex professore di religione Alessandro Frateschi, difeso dagli avvocati Danilo Riccio e Edoardo Fascione. Il 51enne di Terracina, in passato processato e poi assolto in secondo grado sempre per reati di natura finanziaria, era imputato nel processo odierno per una vicenda in cui gli veniva contestata la bancarotta fraudolenta.
Assolto per non aver commesso il fatto rispetto alla bancarotta fraudolenta e assolto perché il fatto non sussiste per quanto riguarda la bancarotta patrimoniale. Assolto anche il coimputato Alfredo Lauretti, assistito dagli avvocati Gaetano Marino e Massimo Frisetti, rispetto alla circostanza di aver utilizzato le fatture false, per le quali lo stesso Frateschi ha guadagnato la prescrizione in merito alla loro emissione.
Il pubblico ministero Simona Gentile aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione per l’ex diacono ed ex professore di religione condannato, in primo grado, a 12 anni di reclusione col rito abbreviato, per aver abusato sessualmente di cinque minorenni. L’ex diacono, difeso dall’avvocato Danilo Riccio, era sul banco degli imputati con Alfredo Lauretti (64 anni), per il quale il pubblico ministero aveva chiesto la pena di 2 anni di reclusione. A fine maggio, peraltro, è arrivata un altro condanna col rito abbreviato nei confronti di Frateschi: 1 anno e 8 mesi per aver detenuto immagini pedopornografiche.
Un processo che andava di pari passo con un altro sempre per reati finanziari. A maggio 2024, infatti, Alessandro Frateschi, insieme ad altri indagati – Giuseppe Lauretti, Alfredo Lauretti e Aldo Gianfrochetti – ha rimediato un altro rinvio a giudizio per bancarotta fraudolenta in merito alla gestione di una società edile. L’accusa, come da prassi in questi casi, è quella di aver sottratto denaro e beni da una società dichiarata fallita dal Tribunale di Latina. Somme di denaro piuttosto cospicue che arriverebbero addirittura a oltre 800mila euro, per fatti avvenuti nel 2015. Altri guai per Frateschi, dopo che, peraltro, era stato sospeso come funzionario per aver sottratto 50mila euro dalle casse dell’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero di Latina.
In una precedente udienza del processo di primo grado terminato oggi con la sentenza, interrogati dal pubblico ministero Martina Taglione, erano stati ascoltati in aula due testimoni dell’accusa: un funzionario dell’Agenzia delle Entrate che ha eseguito accertamenti sulle società di Lauretti/Frateschi e il curatore fallimentare della Edil Cava di Terracina, la società fallita nel 2018 e riferibile ai due imputati.
Secondo l’accusa, tra la Edil Cava e la società Lauretti Impianti (il cui titolare è l’omonimo imputato) ci sarebbero stati passaggi di fatture per operazioni inesistenti. Per quanto riportato dal funzionario dell’Agenzia delle Entrate, sono riscontrabili fatture false sin dal 2012: le stesse venivano emesse dalla Edil Cava verso l’altra società, riconducibile però alla medesima compagine sociale. Due le fatture false nel 2013, tre nel 2014.
La società, poi fallita nel 2018, si occupava di gestire una cava e di svolgere attività estrattiva. Un business molto lucroso che, però, è spesso oggetto di accertamenti giudiziari. Come rappresentante legale della società c’era proprio l’ex professore di religione e diacono, sospeso dalla Curia, Alessandro Frateschi, considerato dall’accusa un uomo di fiducia di Lauretti. In base a cosa hanno relazionato i due testimoni, la Edil Cava, in realtà, pur emettendo fatture, non svolgeva nessuna attività di estrazione sin dal giugno 2012.
All’attenzione degli inquirenti, le fatture emesse nel 2014 di circa 190 mila euro, a fronte di un volume di affari della società di appena 4mila euro. Le operazioni inesistenti sono state calcolate per un valore di 160mila euro anche nel 2013, mentre l’evasione fiscale ammonterebbe a quasi 42mila euro.
Prima di avere come rappresentante legale Frateschi, la Edil Cave ebbe alla sua testa, come amministratori, il figlio e la madre di Lauretti. Il curatore fallimentare aveva spiegato che non era stato possibile reperire la contabilità, mentre lo stato passivo da lui calcolato ammontava a oltre 3 milioni di euro per una società in disuso già dal 2014.