È stata restituita all’Ater di Latina, grazie all’intervento dei Carabinieri del Nucleo Investigativo, la casa assegnata ad Antonio “Cavallo” Di Silvio
Recentemente condannato in giudizio abbreviato a 13 anni e 4 mesi nell’ambito del processo scaturito dall’operazione anti-droga denominata “Nico”, Antonio Di Silvio detto Cavallo ha perso anche il diritto alla casa popolare dell’Ater in Via Grassi, all’interno del quartiere Nicolosi, dove da sempre spacciava.
In ragione di quest’ultima indagine, i Carabinieri del Nucleo Investigativo, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise – che, con con la sezione operativa, hanno condotta l’operazione “Nico”, – hanno sgomberato definitivamente la casa di “Cavallo” per restituirla all’Ater in modo tale che venga riassegnata. Se, infatti, gli immobili popolari assegnati vengono utilizzati come sede di attività illecite, scatta la revoca dell’assegnazione.
Peraltro, quella casa fu destinataria di un attentato ai danni di “Cavallo” per cui, nel 2023, fu condannato il latinense Angelo Sinisi. Secondo quest’ultimo, “Cavallo” gli doveva circa 3mila euro, soldi che però si rifiutava di restituirgli. Per tale ragione, Sinisi, disperato perché incapace di arrivare a fine mese e sull’orlo dello sfratto, sosteneva di aver perso la testa e lanciato la molotov contro Di Silvio il quale, gravemente ustionato, fu costretto al ricovero in una struttura ospedaliera romana.
Antonio Di Silvio detto “Cavallo”, figlio di Carmine detto “Lallo”, paga con la revoca della casa, però, perché nell’ambito dell’operazione “Nico” è stato dimostrato di come in quella casa erano continue le attività di spaccio di droga.
