CAVA IN VIA RISERVA NUOVA AD APRILIA: IL TAR DÀ TORTO AL COMUNE

La cava in Via Riserva Nuova sequestrata dal Nipaaf

Cava in via Riserva Nuova: gli imprenditori di Aprilia hanno fatto ricorso al Tar per annullare i provvedimenti di diniego all’ampliamento

Chiedevano l’annullamento della nota dello scorso 16 aprile 2024 e del preavviso della nota stessa nel febbraio scorso, con cui il Comune di Aprilia aveva disposto il diniego all’ampliamento della cava di Via Riserva Nuova. L’ente di Piazza di Roma, infatti, aveva negato l’autorizzazione con cui le due società Stradaioli srl e Stradaioli Holding srl chiedevano il via libera alla realizzazione dei lavori nei pressi della cava. Il ricorso, che si discusso lo scorso 17 dicembre, dinanzi al Tar di Latina, ha avuto un esito positivo per le società degli Stradaioli. Il Tribunale amministrativo – presidente Riccardo Savoia, estensore della sentenza Valerio Torano – ha anche condannato il Comune alle spese.

Secondo i giudici amministrativi il “Comune di Aprilia non ha neppure attivato i propri poteri di autotutela per rimuovere gli effetti del parere favorevole di propria competenza che è stato espresso in conferenza di servizi e che risulta ancora valido“. L’ente “non ha alcun titolo per trarre dalle sopravvenienze evidenziate delle conclusioni anche a nome degli altri enti pubblici intervenuti alla conferenza di servizi. Men che meno può affermare unilateralmente che la Via rilasciata dalla Regione Lazio alla ricorrente non possa essere considerata efficace e/o valida, essendo stata cassata, per effetto della falsa rappresentazione dello stato di fatto, tutta la fase istruttoria compiuta nel corso di quel procedimento”.

“La situazione denunciata è nella sostanza sovrapponibile a quella sottesa a un’ipotesi di incompetenza, perché la decisione del Comune di Aprilia è stata assunta eludendo l’esistenza di una motivata determinazione conclusiva della conferenza di servizi avente gli effetti di un provvedimento autorizzatorio unico regionale, determinazione che non risulta essere stata impugnata e che per legge incorpora anche le valutazioni (peraltro favorevoli) di competenza dell’amministrazione civica resistente”.

L’ampliamento della cava in Via Riserva era finito al centro del dibattito della Commissione Trasparenza del Comune di Aprilia, svoltasi a novembre 2022, quando, alla presenza dei consiglieri comunali di Aprilia, erano stati ricostruiti i passaggi iniziati con la proposta della società Stradaioli nel 2017: si trattò, infatti, di una procedura d’ampliamento per l’autorizzazione all’attività di coltivazione (estrazione) per 800mila metri cubi discussa da una conferenza dei servizi indetta dalla Regione Lazio.

Nel frattempo, rispetto all’area della cava, erano intervenuti due sequestri da parte della magistratura. Il primo sequestro risale a novembre 2022, con la successiva conferma nel dicembre dello stesso anno.

il Gruppo Carabinieri Forestale di Latina, ad Aprilia, in località “Via Riserva Nuova”, aveva proceduto al sequestro preventivo di una porzione di terreno agricolo avente composizione pozzolanica delle dimensioni complessive di 5896 metri quadri circa, oggetto di recenti lavori di estrazione (cava a cielo aperto).

Il sequestro si era reso necessario, secondo gli inquirenti, in quanto l’attività di abbattimento del materiale pozzolanico è avvenuta in assenza delle autorizzazioni amministrative rilasciate dagli enti preposti, in palese contrasto con la destinazione rurale impressa all’area dal vigente strumento urbanistico (art. 54 legge regionale n. 38/1999), nonché con le Norme Tecniche di Attuazione del Comune di Aprilia che classificano l’area in questione in zona agricola, sottozona R2 nella quale è espressamente vietato l’apertura o la coltivazione di cave a cielo aperto.

Il secondo sequestro è più recente e risale al marzo del 2024. Un provvedimento convalidato in seguito. Lo scorso 20 marzo, infatti, a finire sequestrati furono circa 10mila metri quadrati interni alla cava della Stradaioli srl in Via Riserva Nuova ad Aprilia. A porre i sigilli, i Carabinieri Nipaaf di Latina che, in ragione di un sopralluogo, hanno sequestrato l’area soggetta ai lavori di ripristino dei luoghi in quanto lì non si è più nella fase estrattiva.

La cava, essendo esaurita, avrebbe dovuto essere ripristinata dal punto di vista ambientale e per farlo occorrerebbero tutta una serie di accorgimenti nel materiale che viene conferito. Accorgimenti che non sarebbero stati effettuati.

I Forestali, invece, avrebbero evidenziato un conferimento di materiali inerti di natura edilizia, senza che fossero trattati prima, praticamente una sorta di discarica all’interno della cava. Tra i rifiuti trovati ci sono scarti edilizi, ferro e altro materiale per oltre 20mila metri cubi. Il Nipaaf ha proceduto alla denuncia dell’amministratore della società.

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