CASTELFORTE, IL PD SI DIFENDE: “CONFRONTO DEMOCRATICO PERCEPITO COME UN FASTIDIO”

Comune di Castelforte
Comune di Castelforte

“A Castelforte sembra che, per la maggioranza, il confronto democratico sia diventato un fastidio da evitare e la critica un’offesa personale.
Abbiamo letto con attenzione l’ennesimo comunicato della maggioranza che, come al solito, preferisce parlare di noi piuttosto che dei problemi della città.

Se ogni volta che solleviamo una questione veniamo accusati di “cercare visibilità”, forse è perché la nostra voce dà fastidio: tocca i nervi scoperti di un’amministrazione che non ama essere contraddetta.
Fa un certo effetto, poi, sentirsi dire da chi siede negli scranni comunali da oltre quarant’anni che noi “ripetiamo sempre le stesse cose”.

In effetti sì: continuiamo a parlare di rispetto, regole, partecipazione e trasparenza.
Sono valori che non invecchiano, anche se qualcuno – dopo decenni di gestione – sembra averli archiviati sotto la voce “fastidi democratici”.

E poi ci sono le foto di Suio Forma: un piccolo capolavoro di creatività. Immagini luminose, cielo terso, prati verdi… peccato solo che quel giorno piovesse.
Dev’essere la nuova frontiera della comunicazione istituzionale: se la realtà è scomoda, basta cambiare stagione.

In questo contesto stupisce anche l’atteggiamento del Presidente del Consiglio comunale, sempre più impegnato nei panni di “influencer istituzionale” che in quelli di garante super partes dell’Assemblea.
La sua costante presenza sui social, con post e fotografie che vorrebbero dimostrare la buona azione amministrativa, solleva più di qualche dubbio sulla reale imparzialità del suo ruolo e, in questo caso, anche sull’attualità dei contenuti pubblicati.
Un Presidente del Consiglio dovrebbe rappresentare una figura di garanzia, non un protagonista della comunicazione politica di parte.
A meno che – e allora tutto sarebbe più chiaro – non stia già interpretando in anticipo il ruolo di candidato sindaco per la prossima campagna elettorale, come le solite “voci di corridoio” danno per certo.

Ribadiamo, ancora una volta, una nostra legittima domanda:
se la maggioranza continua a dire che l’attuale Sindaco è un ottimo Sindaco, perché non viene ricandidato?

Riguardo alle commissioni, non abbiamo mai detto che la Commissione capigruppo non sia stata convocata nei tempi previsti. Abbiamo semplicemente rilevato che non c’è stata alcuna comunicazione preventiva – come avveniva in passato – basata sul buon senso e sul rispetto istituzionale, per favorire la massima partecipazione di tutti.
Quanto alla partecipazione, i verbali delle commissioni parlano chiaro: la nostra presenza e i nostri interventi sono costanti.

Non accettiamo lezioni da chi confonde la collaborazione con l’obbedienza.
Partecipare non significa dire sempre “sì”, ma esercitare con serietà il proprio ruolo, porre domande, offrire proposte.
Questo è il confronto democratico. Tutto il resto è sudditanza politica.

E qui veniamo al punto centrale: l’esclusione. Perché, ad esempio, fissare i consigli comunali la mattina, spesso senza alcuna consultazione preventiva, in un piccolo comune dove molti lavorano?
Non è una svista organizzativa, ma un modo sottile di limitare la partecipazione.
Una prassi che taglia fuori chi non vive di politica, che scoraggia il confronto e trasforma la casa comunale in un recinto per pochi.

In qualsiasi amministrazione matura si fa l’opposto: si favorisce la presenza di tutti, si cerca il dialogo, si costruisce condivisione. Qui, invece, si preferisce la solitudine del comando alla fatica del confronto.

Sul Prefetto, la verità è semplice: abbiamo atteso tre mesi prima di scrivere, e quando lo abbiamo fatto abbiamo ricevuto le scuse ufficiali del funzionario per il ritardo.
Le nostre interrogazioni – una al mese in media – non sono “a raffica”: sono strumenti previsti dalla legge. Chi teme le domande, forse, dovrebbe interrogarsi sulle risposte che poi vengono fornite, spesso lacunose o poco esaustive.

Infine, leggiamo che la maggioranza “continuerà a lavorare con determinazione per realizzare quanto promesso ai cittadini”. Ce lo auguriamo sinceramente, perché anche noi vogliamo il bene di Castelforte.
Ma non si può pretendere di avere campo libero per fare ciò che si vuole, ignorando regole, ruoli e principi democratici.

La democrazia non è un “campo libero” dove chi vince fa ciò che vuole: è un sistema di pesi, contrappesi e rispetto reciproco. Chi lo dimentica, non governa: comanda. E a Castelforte abbiamo bisogno di amministratori, non di capi.

Noi continueremo a fare la nostra parte con la schiena dritta, la voce ferma e la convinzione che, in un Comune democratico, nessuno può essere escluso — nemmeno chi pensa diversamente”.

Lo dichiarano, in una nota, i consiglieri comunali del Partito Democratico, Giuseppe Rosato e Giancarlo Cardillo, e il segretario dei Dem locali Ferdinando Orlandi.

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