Il Deputato Aboubakar Soumahoro pubblica un dossier sui caso che ha coinvolto la sua famiglia: “Io estraneo alla gestione del Consorzio AID e della cooperativa Karibu”
Ecco di seguito il contenuto del dossier.
“A fine 2021 lessi da alcuni articoli di stampa sulla mancata retribuzione ad alcuni dipendenti della Karibu e – pur non avendo alcun interesse diretto nelle cooperative – chiesi immediati chiarimenti a riguardo. Venni informato del fatto che non erano ancora pervenuti tutti i soldi necessari per pagare gli stipendi, che si erano sollecitati gli Enti pubblici, e – così mi venne detto – che auspicabilmente tutto si sarebbe risolto in tempi ragionevoli. La cooperativa aveva un’ottima reputazione in quanto premiata e apprezzata da molti giornali e politici locali e nazionali, dunque non avevo motivo di ritenere vi fossero criticità insanabili, a parte una temporanea difficoltà di cassa, purtroppo abbastanza frequente per chi opera con progetti finanziati da fondi pubblici. In ogni caso, ho totale fiducia nella Magistratura, e se sono stati commessi degli errori, chi li ha commessi pagherà”.
L’Onorevole, come chiunque altro, non aveva motivo di sospettare della professionalità di Marie Terese Mukamitsindo, che Lui conobbe a seguito dell’avvio del legame affettivo con la figlia, e che viveva in una città diversa rispetto a quella dell’Onorevole stesso, in quanto la Signora era all’epoca ampiamente riconosciuta e stimata nell’ambiente dell’accoglienza dei rifugiati e portata come esempio di integrazione in molti contesti, inclusi i più alti livelli Istituzionali e in varie trasmissioni televisive. Inoltre, in questi anni di relazione affettiva, iniziata nell’estate del 2018, l’Onorevole e la sua compagna hanno vissuto in una situazione di mancata prossimità geografica sia da Marie Terese Mukamitsindo che dalla cooperativa Karibu, per diversi fattori: la gravidanza difficile di Liliane Murakatete e la nascita del loro primogenito, il lockdown per il Covid-19, e infine le difficoltà relative al rientro a lavoro e il post-maternità, gestiti in piena pandemia.
Si precisa, a differenza di quanto asserito da varie testate giornalistiche, che la Lega Braccianti, che ha sede a Roma, gestisce diversi punti di ascolto in tutta Italia di cui uno presso gli uffici amministrativi del consorzio AID a Latina: tuttavia, le strutture di accoglienza del consorzio AID si trovano in altro luogo, in edifici distinti e separati, siti in quartieri diversi rispetto agli uffici amministrativi. Inoltre durante il lockdown gli attivisti di Lega Braccianti hanno anche avuto varie difficoltà ad accedere a tale ufficio a causa delle stringenti norme di contenimento da Covid-19 adottate dal governo. Più nel dettaglio, l’Onorevole in questi anni ha visitato unicamente una sede della cooperativa Karibu, quella dedicata all’assistenza ai minori, trovando un ambiente pulito e dignitoso come peraltro pubblicamente riconosciuto dal Comune di Roma, che ha confermato che la situazione (certificazione DURC) risultava regolare fino al 27 ottobre 2022.
Infine, varie accuse, strumentalizzate dai mass-media, risalgono addirittura a un periodo precedente l’incontro di Soumahoro con la compagna, e conseguentemente con la famiglia di lei (come ad esempio questa vicenda del 2014 in cui si accusa la Signora Mukamitsindo di aver accolto oltre 100 migranti in un hotel fallito).
“La situazione nel mondo dell’assistenza è critica – ha dichiarato Soumahoro – e non certamente da oggi. Lo Stato paga poco, male e tardi, soprattutto dopo l’entrata in vigore del Decreto sicurezza nel 2018. Alla domanda del perché io non mi sia immediatamente attivato per intervenire a sostegno dei lavoratori della Karibu in difficoltà, posso rispondere due cose: la prima, a giustificazione del tutto parziale, è che mentre ero fortemente impegnato con le mie attività sindacali e sociali sul territorio nazionale, avevo speranza che la situazione potesse rapidamente risolversi una volta arrivati i fondi pubblici attesi; la seconda è porre le mie scuse incondizionate a quei lavoratori, che avrebbero meritato da parte mia – in ogni caso e a prescindere da quanto sopra – una più sollecita attenzione. Quando una persona sbaglia, anche se solo per sottostima del problema e non in malafede, esiste una sola soluzione: scusarsi, ed impegnarsi a fare meglio in futuro affinché non capiti mai più”.
Sul possibile conflitto di interesse tra la carica dell’On. Soumahoro e le attività delle cooperative
In merito alle accuse e alle insinuazioni di coloro che asseriscono che l’Onorevole potrebbe aver avuto interesse indiretto a condurre battaglie Parlamentari sui finanziamenti disposti dal governo in merito all’accoglienza dei migranti, sia lavoratori sia richiedenti asilo, in quanto queste potrebbero favorire attività delle cooperative Karibu e AID, il deputato dichiara: “Non vivo nessuna condizione di conflitto di interesse, né diretto né indiretto, nell’ambito della mia attività Parlamentare. Ricopro questa carica da tre mesi, prima ero un attivista socio-sindacale che ha lottato per oltre vent’anni per i diritti dei lavoratori e contro lo sfruttamento e la precarietà, non nasco certo dal nulla. Vorrei porre io una domanda: le indagini sulla Karibù si sono sviluppate tra il 2015 e il 2019, e nel frattempo gli enti pubblici hanno continuato a collaborare con la Cooperativa, anche perché – secondo il Comune di Roma – la situazione appariva regolare dal punto di vista amministrativo fino al mese di ottobre 2022. Mi chiedo allora: a chi spettava controllare? Al ministero degli Interni, ai Comuni territorialmente competenti e agli altri Enti locali? O è Aboubakar Soumahoro che avrebbe dovuto sostituirsi ad essi? La verità è che non ho mai tratto alcun vantaggio dalle attività della Cooperativa Karibu; non sono mai stato membro né delle cooperative né dei loro Consigli di amministrazione, non ho mai prestato consulenze ai loro Enti, e chiunque affermi il contrario sta mentendo e formulando accuse inventate, senza nessuna prova.”
Attualmente la Coop. Karibu è commissariata per decreto del Ministero, e com’è noto sono intervenuti provvedimenti della Magistratura in fase di indagini. La situazione amministrativa della Coop. Karibu e del Consorzio AID è quindi congelata, all’attenzione del Ministero competente e della Magistratura, non vi è alcun presupposto per il quale tale scenario possa interferire con l’attività da Parlamentare dell’On. Soumahoro, il quale a riguardo ribadisce: “Se chi gestiva la Cooperativa ha sbagliato, ne risponderà dinnanzi alla legge, e ben venga quindi in tal senso l’azione chiarificatrice della Magistratura, nella quale, ribadisco, ho totale fiducia. Per quanto poi riguarda la mia compagna – ha concluso l’Onorevole – si sta difendendo nel procedimento con l’aiuto del suo legale, e sono certo che proverà la sua estraneità ai fatti contestati”.
Sui fondi raccolti dalla Lega Braccianti
Quando è scoppiato mediaticamente il caso “Karibu”, diversi giornalisti hanno realizzato una serie di servizi sulla Lega Braccianti, l’Ente del Terzo settore fondato dall’On. Soumahoro. Tra le numerose accuse rivolte all’Onorevole in merito alla gestione di Lega Braccianti – del tutto inconsistenti e relegabili a livello di pessimo gossip – spicca quella relativa all’utilizzo dei fondi raccolti attraverso la piattaforma GoFundMe. Le raccolte fondi in questione furono lanciate con lo scopo di sostenere i braccianti, persone sia di nazionalità italiana che stranieri. La direttrice della piattaforma Elisa Finocchiaro non ha evidenziato irregolarità nella fase di raccolta fondi, e – relativamente all’uso degli stessi – si ribadisce che tutte le donazioni ricevute dai cittadini sono state utilizzate per acquisto e distribuzione di cibo, mascherine e altri dispositivi sociosanitari anti-Covid, e altri materiali in totale coerenza con gli scopi delle raccolte stesse. L’Onorevole ci tiene tra l’altro, con l’occasione, a ringraziare con particolare riconoscenza tutti i cittadini che hanno deciso spontaneamente di dare il proprio contributo per la raccolta del denaro. Nello specifico, gli obiettivi dichiarati da ciascuna raccolta erano diversi: una era per l’acquisto di cibo e presidi medici e per la tutela dei diritti durante la pandemia; una per sostenere l’organizzazione di uno sciopero; la terza per acquistare e distribuire i regali di Natale ai bambini del ghetto. Di seguito verranno commentate nel dettaglio alcune delle più frequenti illazioni in merito la gestione dei fondi:
- i bilanci Lega Braccianti. La documentazione di riepilogo delle attività sotto il profilo contabile, corredata da relazione di missione, è stata approvata dall’Assemblea dell’Ente e pubblicata, per gli anni 2020 e 2021.
Entro la fine del mese di gennaio 2023 verrà compilato anche il bilancio relativo all’anno 2022, il quale è in corso di disamina; - c/c per la raccolta fondi intestato ad Aboubakar Soumahoro. In una trasmissione televisiva è stato mostrato il documento di un conto corrente bancario intestato ad Aboubakar Soumahoro ove – inizialmente – confluivano i soldi della raccolta fondi attraverso la piattaforma GoFundMe. La circostanza, ripresa da altre testate giornalistiche, è stata utilizzata maliziosamente per confondere l’opinione pubblica sulla destinazione finale dei fondi raccolti da Lega Braccianti. Si chiarisce che l’Associazione Lega Braccianti ETS è stata costituita il 3 aprile 2020 e nella prima riunione del Consiglio Direttivo, tenuta nella stessa data, viene decisa la quota associativa, e viene approvata la campagna raccolta fondi a sostegno dei braccianti agricoli in situazione di difficoltà per emergenza sanitaria COVID -19. A causa delle lungaggini burocratiche, dovute soprattutto al lockdown, relative alla registrazione dello Statuto della Lega Braccianti, si stabilisce l’apertura di un c/c intestato a Aboubakar Soumahoro ma destinato solo ed esclusivamente alla raccolta di denaro per la “campagna raccolta fondi Cibo e Diritti” da sostenitori individuali, con esclusivo utilizzo vincolato allo scopo associativo. Come si legge nel Verbale: “il presidente vista la straordinaria fase di emergenza dovuta al diffondersi dell’epidemia di Coronavirus, propone al Consiglio direttivo di deliberare il sostegno alla campagna di raccolta fondi lanciata dallo stesso presidente via Social, stampa e altri mezzi di comunicazione, per dare sussidio e aiuto ai braccianti agricoli che si trovano ad affrontare l’attuale grave emergenza sanitaria e sociale in condizioni di vita assolutamente precarie. Il presidente, in attesa di registrare l’atto costitutivo e lo statuto presso l’agenzia delle entrate in modo da poter procedere all’apertura di un conto corrente intestato all’associazione, propone di mettere a disposizione uno specifico conto corrente bancario a esso intestato destinato alla raccolta fondi. Nel momento in cui si disporrà del conto dedicato all’associazione, le somme raccolte saranno integralmente e tempestivamente versate. Il Consiglio direttivo all’unanimità approva il punto numero 3 posto all’ordine del giorno dando mandato al presidente di mettere in atto tutte le azioni necessarie per il buon esito della raccolta fondi e dando pieno sostegno all’iniziativa della stessa”. L’On. Aboubakar Soumahoro usufruiva, per le proprie spese e le attività personali, di altro e diverso conto corrente;
- la salma spedita “due volte”: “tra gli aggiornamenti giustificativi di spesa c’è la spedizione di una salma di un migrante“. La salma di Soumaila Sacko, il bracciante assassinato nella Piana di Gioia Tauro, fu rimpatriata in Mali nel 2018 con fondi raccolti dall’Unione Sindacale di Base, di cui l’On. Soumahoro all’epoca risultava dirigente sindacale nazionale, senza funzioni amministrative. Nei bilanci della Lega Braccianti sono presenti diverse voci di spesa relative a questo caso poiché negli anni successivi la Lega ha sostenuto le spese vive del processo per la morte di Soumaila Sacko fino alla sentenza di secondo grado, e continua a restare al fianco alla famiglia, come confermato da Bakari Fofana, cognato di Soumaila, in questa breve testimonianza video, nella quale si esprime piena solidarietà, sostegno e gratitudine all’On. Soumahoro a nome della famiglia Sacko;
- “la raccolta fondi per i bambini… che non ci sarebbero”: tra le iniziative di crowdfunding attivate dalla Lega Braccianti di Soumahoro sulla piattaforma GoFundMe, ve n’era una che aveva lo scopo di acquistare e distribuire dei doni di Natale per i bambini delle persone che vivono nell’insediamento. Tuttavia, alcune testate giornalistiche hanno insinuato che di bambini nelle baraccopoli della provincia di Foggia non ve ne sarebbero. Come dimostrato da questa testimonianza video i fondi furono correttamente utilizzati per comprare regali ai bambini: tuttavia in occasione della giornata speciale organizzata per la distribuzione scoppiò un incendio che impedì lo svolgimento della festa, e i regali furono distribuiti successivamente, come documentato anche nel seguente video e come confermato dalle testimonianze di chi era presente di persona quel giorno. Sulla questione l’Onorevole afferma: “Per rispondere a coloro che dicono che nel borgo non ci sono bambini, vorrei precisare che i bambini ci sono eccome, tuttavia non possono vivere nell’insediamento per via delle condizioni ambientali e sanitarie completamente inadeguate per loro, quindi i genitori sono spesso costretti a portarli e lasciarli a famiglie italiane o di loro connazionali per ospitarli presso le loro abitazioni, e di questo ha contezza chiunque operi realmente sul territorio. Comunque i braccianti stessi possono confermare cosa accadde: organizzammo una campagna di raccolta per allietare il Natale sia dei bambini che dei braccianti all’interno dell’insediamento, per l’occasione fu organizzata una festa in cui si sarebbe svolta la distribuzione dei doni. Quel giorno ci fu un incendio – cosa purtroppo non rara, viste le condizioni di cronica assenza di sicurezza negli insediamenti – che ci costrinse ad interrompere la festa. Per questo consegnammo i regali ai braccianti che li distribuirono ai bambini in un secondo momento. Solo la mala fede può suggerire conclusioni diverse da quanto realmente successo”;
- “la mancata distribuzione di generi alimentari e dispositivi sanitari durante il Covid-19 a Pescara”: durante una puntata del programma Striscia la Notizia Yacouba Saganogo, attivista del Sindacato USB, raccontò di un incontro cancellato e mai riprogrammato per la distribuzione di dispositivi e beni di prima necessità acquistati tramite la raccolta fondi. Attraverso la ricostruzione effettuata durante la fase di analisi documentale è emerso che la consegna di generi alimentari e dispositivi richiesta da Saganogo fu purtroppo cancellata a causa di un evento luttuoso; più precisamente, nel giorno in cui avrebbe dovuto aver luogo la consegna, giunse la notizia della tragica morte di un bracciante a Borgo Mezzanone (Manfredonia), a causa del quale l’On. Soumahoro e i suoi collaboratori non ebbero modo di recarsi a Pescara. In quei giorni, nonostante il drammatico episodio, la distribuzione dei generi alimentari e dispositivi proseguì, nel rispetto degli intenti della raccolta fondi, in altre località come Riace, Venosa, Buriano e Agro San Severo. Sulla vicenda, e sul perché non fu organizzato un nuovo appuntamento per la consegna nel pescarese, l’On. Soumahoro commenta: “Da ciò che so, Yacouba non è mai riuscito a riunire nuovamente i braccianti – che abitavano a suo dire in diverse zone rurali abruzzesi – in un unico appuntamento a Pescara, e quindi non si è più avuto modo di affrontare l’argomento. Utilizzare questo mancato appuntamento per insinuare che noi non si abbia adempiuto allo scopo sociale di Lega Braccianti e alle finalità delle raccolte fondi è del tutto strumentale”;
- “l’utilizzo dei fondi della Lega Braccianti per finanziare la campagna elettorale di Soumahoro”*. Tra le varie – e assolutamente fantasiose – ricostruzioni giornalistiche degli ultimi mesi, si registra con stupore anche quella secondo la quale le raccolte fondi effettuate per sostenere le attività della Lega Braccianti sarebbero state utilizzate invece, in parte, per finanziare la campagna elettorale dell’Onorevole. Nulla di più falso, come dimostrano le ricostruzioni contabili e i rendiconti predisposti per la Camera dei Deputati. È casomai vero il contrario: “Chi ci ha incontrati nelle intense settimane di campagna elettorale può ricordarsi la natura economica e ‘alla mano’ della nostra organizzazione, ha dichiarato l’On. Soumahoro. Abbiamo utilizzato mezzi privati che ci hanno imprestato gratuitamente cittadini solidali, tutti i volontari sono stati ospitati in case di amici e amiche incontrate durante i volantinaggi, i comizi, o le visite nei piccoli comuni che abbiamo presidiato. Questa è stata la cifra di una campagna elettorale popolare, low-budget, alimentata da reti di solidarietà di chi ha sposato e condiviso la nostra visione politica per una società più giusta”.
- (*si specifica che buona parte delle somme risultanti come “anticipi” effettuati dall’onorevole, indicati nel rendiconto, sono relative a partite sospese, il cui importo è stato versato, per saldare forniture di beni e servizi, soltanto dopo l’elezione in Parlamento (la cifra indicata è pertanto stata finanziata dalle prime mensilità del suo stipendio da Parlamentare)
Sull’acquisto dell’abitazione dell’On. Soumahoro e della sua compagna Liliane Murakatete
L’On. Soumahoro vive, assieme alla compagna Liliane Murakatete e al figlio piccolo, in una casa ad uso civile abitazione acquistata nel quartiere Casal Palocco a Roma. Nel programma Non è l’Arena è stato mostrato l’atto di acquisto dell’immobile, inizialmente pubblicato dal quotidiano La Verità: l’abitazione, del costo di 360.000, euro è stata pagata in parte in contanti attingendo ai risparmi della coppia e in parte, per i restanti 270.000 euro, attraverso l’erogazione di un mutuo concesso sulla base delle garanzie relative alle dichiarazioni di reddito dell’Onorevole, e ai contratti con il gruppo editoriale GEDI e con la casa editrice Feltrinelli. L’atto pubblico di compravendita, divulgato dai mass media, redatto dal Notaio, è peraltro garanzia di legittimità e trasparenza dell’acquisto, anche con riguardo alla regolare provenienza dei fondi. Inoltre, in questi anni ho vissuto con i risparmi messi da parte da me e dalla mia compagna nei precedenti anni di lavoro, come posso molto facilmente dimostrare, esibendo la mia busta paga. Ho lavorato in Italia percependo uno stipendio, come tutti: dal 2008 come dipendente della rappresentanza sindacale di base RDB (diventata poi USB) e da fine 2018 al febbraio 2022 sono stato opinionista per Espresso, ricevendo regolare paga per tale attività. In questi anni ho messo da parte un minimo di risparmi, in modo onesto come tanti altri comuni cittadini, e presentando sempre regolare dichiarazione dei redditi, e con la mia compagna abbiamo poi richiesto un mutuo da 270.000 euro, versando un acconto e con successive rate mensili che pagheremo per anni ed anni, come fa qualunque famiglia. Questa è la verità confermata dai documenti, a differenza di quanto velenosamente insinuato da taluna stampa”.
Sul controverso video diramato sui Sociale sulla campagna di odio e violenza scatenata dai mass-media in rete
In un video diramato sui Social a novembre 2022 l’On. Soumahoro, in lacrime, fa affermazioni forti, come “voi mi volete morto, voi mi volete all’angolo, voi mi volete distruggere”, addossando la colpa delle accuse ad un generico “voi”, senza entrare nel merito e senza meglio chiarire la Sua posizione circa le accuse. Successivamente in occasione della trasmissione Piazza Pulita chiede scusa per le lacrime nel video, spiegando come queste fossero l’espressione di una dimensione intima di debolezza umana, in un periodo in cui non comprendeva bene cosa stesse accadendo, completamente sopraffatto da accuse del tutto prive di fondamento e non sostenute da alcuna prova concreta, e sotto forte pressione anche a causa dello shitstorm sviluppato online, con continui e violenti attacchi e minacce anche di morte.
L’Onorevole, fin dall’inizio delle polemiche che lo hanno messo al centro dello scenario mediatico, ha infatti quotidianamente ricevuto insulti, ingiurie e minacce alla sua persona e alla sua famiglia: la condizione psicologica ed emotiva del Deputato in quei giorni era senza dubbio condizionata da un ingiustificabile contesto di fortissima pressione. La scelta di pubblicare gli screenshot senza oscurare il nome degli autori dei commenti ingiuriosi e violenti risponde anche alla necessità di dare un pur modesto contributo alla lotta all’odio online: riguardo a ciò, l’Onorevole Soumahoro ha dato mandato legale per tutelare nelle competenti sedi giudiziarie la propria persona. Inoltre, si segnala come per settimane siano proseguiti continui appostamenti di troupe televisive davanti l’abitazione dell’Onorevole, furti di immagini del figlio di tre anni (attività vietata per legge e dal codice deontologico dei giornalisti), e immagini dell’attuale compagna diffuse senza consenso, con l’intento evidente di aumentare la pressione sull’Onorevole e la sua famiglia, alimentando così un clima di tangibile violenza.
“Mi permetto di dire che considero quanto accaduto una pagina di pessimo giornalismo nel nostro Paese – ha affermato l’On. Soumahoro. – Non esiste alcun “caso Soumahoro”, io non sono stato ne sono indagato, non sono accusato di alcunché, non c’entro nulla con gli eventuali problemi in quelle Cooperative. Eppure il mio nome è stato per 2 mesi sulle pagine di tutti i giornali, in tutte le televisioni ogni sera, e sono stato infangato e diffamato sistematicamente. È stato puro sciacallaggio, e questo approccio tossico alla cronaca ha fatto si che ogni giorno io abbia ricevuto minacce di morte sui Social: e poi mi si chiede anche, quasi con stupore, perché fossi turbato…?”.
Sulle foto della compagna e sul “diritto all’eleganza”
Liliane Murekatete, compagna del deputato Aboubakar Soumahoro, a seguito dell’indagine aperta dalla Procura di Latina sulle condizioni dei lavoratori nella cooperativa Karibù, è stata ripresa da quotidiani, siti e rotocalchi che hanno sottolineato e commentato il suo modo di vestirsi, la tipologia di abbigliamento e accessori utilizzati, etc. Soprannominata provocatoriamente “lady Gucci”, la donna è stata al centro di una serie di pesanti commenti e insinuazioni da parte della stampa e di opinionisti di varia natura. L’Onorevole intende chiarire la sua posizione riguardo a queste polemiche: “Mi spiace sinceramente che non sia stato compreso ciò che realmente intendevo dire quando ho parlato di diritto alla moda e all’eleganza, laddove intendevo riferirmi al diritto di chiunque di vestirsi come meglio crede. Tuttavia trovo davvero singolare che mi si chieda di esprimere un giudizio di valore circa foto della mia compagna risalenti a 4 anni prima che io la conoscessi”.
Sulle accuse circa l’operato della Lega Braccianti
Tra le accuse mosse all’On. Soumahoro c’è quella che vedrebbe la Lega Braccianti come protagonista di una nuova forma di “caporalato” all’interno dei ghetti, con ipotesi di speculazioni. Nello specifico:
- accusa sulla presunta richiesta di soldi ai braccianti per andare al lavoro.La Lega Braccianti non organizza alcun servizio taxi chiedendo soldi ai lavoratori. Quello che accade è che, in assenza di servizi di trasporto verso il luogo di lavoro garantiti dal datore di lavoro o dagli enti pubblici, alcuni soggetti si organizzano autonomamente per spostarsi. Si tratta di un’economia informale, in cui i braccianti dividono le spese per il mezzo di trasporto, per la benzina pagata dal proprietario del mezzo. Sulla questione l’On. Soumahoro afferma: “A quanto io sappia, non ci sono mai state irregolarità di questo tipo. Tuttavia è doveroso sottolineare che ho fatto aprire già da tempo sul sito web di Lega Braccianti un canale multilingue (in italiano, inglese, francese e arabo) per le segnalazioni di non conformità e prego chiunque eventualmente sia a conoscenza di episodi inopportuni o non conformi all’etica da parte di nostri volontari di utilizzarlo. Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna segnalazione, ma se qualcuno ne avesse, sarò il primo a intervenire per correggere eventuali problemi”;
- accusa di monopolio nei ghetti da parte di Lega Braccianti. “Gli insediamenti dove vivono i braccianti non sono come una fabbrica, dove tutti svolgono una determinata mansione e un solo sindacato può rappresentare le istanze di tutti, ha dichiarato Soumahoro. Parliamo di interi quartieri dove vivono braccianti, stranieri provenienti da diversi paesi come anche italiani, ma anche altre realtà, dunque non solo non esiste un monopolio, ma il punto è che altre organizzazioni non sono presenti con la necessaria incisività per farsi carico tutti insieme dei bisogni enormi che provengono da queste zone, e che richiedono risposte concrete. Dov’erano tutte queste organizzazioni quando è stato picchiato a sangue Bakari Sinayoko o quando è stato trovato impiccato Fallaye Dabo? Io nei territori dove lavoriamo vorrei mille organizzazioni per sostenere l’autodeterminazione delle braccianti e braccianti, perché per molti anni ci siamo trovati completamente soli a lottare per i diritti e la dignità”;
- accusa relativa alla “scomparsa” dei 33.000 euro degli assegni del reddito di emergenza. Allo stato attuale semplicemente la Lega Braccianti non ha ricevuto alcun assegno per le pratiche effettuate dal Patronato per il reddito di emergenza, come risulta chiaramente dai bilanci, quindi non esistono soldi “scomparsi”. Al contrario, si è impegnata a coadiuvare i braccianti a trovare risposte pratiche, per esempio per la compilazione delle domande di disoccupazione agricola presso il Patronato.
Sulle dimissioni dall’USB
“Interrompere i rapporti con il Sindacato dopo anni di militanza è stato un passaggio necessario e sofferto. Osservo però una continua campagna denigratoria da parte di dirigenti e attivisti dell’USB, alla quale non mi sono prestato per rispetto delle iscritte e degli iscritti, che dura ormai inspiegabilmente da tre anni”, ha dichiarato Soumahoro. L’Onorevole ha dato le dimissioni dall’USB in data 27 luglio 2020.
Sui rapporti con Sambare Soumaila e Alfa Berry, attivisti sindacali USB e accusatori dell’Onorevole
“Le affermazioni di alcuni ex colleghi USB sul sottoscritto sono semplicemente false, e in tal senso i miei legali hanno già ricevuto mandato a tutelarmi” ha dichiarato l’On. Soumahoro.
Circa la credibilità di tali accuse, si riporta quanto già pubblicato da alcuni giornali: ad esempio, l’avvocato di Soumalia Sambare e Alfa Berry avrebbe domandato soldi per i suoi clienti: “Vogliono € 500,00 e possono dirvi tutto quello che volete; possono darvi degli Scoop” (fonte: Il Giornale del 25/11/22). Sempre Il Giornale, in un pezzo del 27/11/22, scrive: “I braccianti anonimi dichiarano: Soumalia Sambare è il peggiore di tutti”. E ancora, Il Giornale del 01/12/22, da fonte anonima: “Alfa Berry è l’uomo del ghetto che nel suo capannone ha una cassaforte per tenere i soldi chiesti ai braccianti”.
L’Onorevole Soumahoro ha aggiunto a riguardo: “Mi rifiuto di commentare oltre le affermazioni di questi signori, sulla cui credibilità parlano i fatti. Casomai vorrei stimolare una riflessione sul perché alcuni mass-media hanno amplificato a dismisura le loro accuse menzognere senza effettuare alcuna seria verifica sulla loro attendibilità”.
Sul contesto politico
“C’è innanzitutto una dimensione relativa a me come individuo – ha dichiarato Soumahoro – una persona di colore va bene finché è un “negro da cortile”, finché protesta con gli striscioni – cosa che peraltro ho fatto mille volte, e non smetterò mai di fare – se è povero, se sta ai margini… ma se prova a fare un salto di qualità immediatamente disturba. C’è poi una dimensione relativa al modello sociale: il modello della Lega Braccianti, con i lavoratori dei campi – non solo stranieri, anche italiani – che si autodeterminano e si autogestiscono fa molta paura, toglie potere a un sistema di assistenzialismo che ha come obiettivo quello di mantenere lo stato di emergenza, semplicemente perché finché c’è emergenza ci sono soldi a pioggia per gestire l’emergenza, e – dal momento che nulla accade per caso – forse questo può far comprendere perché vi sia stato così tanto ingiustificato accanimento nei miei confronti. C’è infine una dimensione afferente le grandi speculazioni: al Sud stanno piovendo decine di milioni grazie ai fondi del PNRR, che potrebbero fare la differenza qualora utilizzati per migliorare concretamente le condizioni socio-lavorative delle braccianti e dei braccianti. Sempre che lo si voglia fare, e io ho qualche dubbio: pare invece che si voglia fare solo ‘lifting’, senza modificare le cose nel profondo. Insomma, io ho un grande peccato da espiare: non volermi piegare a certe logiche di potere mi ha procurato numerosi nemici, in eguale quantità sia a destra che a sinistra”.
Sulle iniziative legali
“Per circa due mesi, quotidianamente – rileva l’Avv. Maddalena Claudia Del Re, avvocato di Aboubakar Soumahoro – diversi mass-media hanno insistentemente associato il nome dell’On. Aboubakar Soumahoro alle indagini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina inerenti la Coop. Karibu e il Consorzio AID, che non lo vedono né indagato né coinvolto in alcun modo, distorcendo così la verità dei fatti e la verità giudiziaria. Molti media hanno titolato e titolano, con ingiustificata disinvoltura, di un – in realtà inesistente – ‘caso Soumahoro’, accostando finanche l’immagine del deputato al testo al fine di indurre nel lettore un coinvolgimento diretto di Aboubakar Soumahoro nelle indagini, con grave danno alla sua reputazione. Diversi media, inoltre, hanno scavato con spropositata insistenza e accanimento nella vita e nelle attività politiche dell’On. Soumahoro, peraltro senza trovare alcuna conferma o riscontro oggettivo alle accuse formulate dalle più svariate fonti giornalistiche. Oltre alle infondate accuse, alcuni media hanno sferrato un attacco violento alla persona di Soumahoro, con critiche superflue e volgari, utilizzando un linguaggio eccedente qualunque principio di corretta comunicazione. Per queste ragioni, l’Onorevole ha rilasciato mandato per la tutela dei suoi diritti nelle competenti sedi giudiziarie, sia in relazione alla corposa rassegna stampa su carta stampata, online, TV e radio raccolta negli ultimi 2 mesi, sia per quelle che saranno le esternazioni giornalistiche successive”, ha concluso l’Avvocato del Parlamentare.
Sull’ingresso del Gruppo Misto e sul futuro politico dell’On. Soumahoro
“Dopo questa violenta campagna di diffamazione e di questo vergognoso linciaggio mediatico, ha dichiarato Soumahoro, ci sarà modo di stimolare un’attenta analisi umana, socio-culturale e politica. Per ora, posso solo dire che ho potuto contare, in questi ultimi mesi difficili, su svariate manifestazioni di solidarietà, pubbliche e private, da parte di cittadine e cittadini, di singoli parlamentari italiani ed europei, di persone del mondo della cultura e dello spettacolo, di movimenti popolari, di reti studentesche, di movimenti antirazzisti, del mondo articolato del lavoro, di associazioni laiche e religiose, e di servitori dello Stato a cui va il mio profondo ringraziamento. Mi ha invece francamente stupito e amareggiato, ad eccezione di qualche parlamentare, l’assenza della solidarietà umana e del supporto politico da parte del gruppo Parlamentare Alleanza Verdi-Sinistra (AVS), con quale sono stato eletto da indipendente. Dopo un’attenta e sofferta meditazione sul piano umano e politico, ho maturato la decisione di aderire al Gruppo Parlamentare Misto, lasciando il gruppo AVS, per proseguire la mia attività di Parlamentare. Sono entrato in Parlamento con l’impegno di dare rappresentanza ai bisogni, alle aspirazioni, alle sofferenze e ai desideri di quanti sono stati dimenticati o resi ‘invisibili’ da anni nel nostro Paese. L’altissima astensione che ha caratterizzato le ultime elezioni politiche è sintomo di una disaffezione e una disillusione da parte dei cittadini che bisogna umilmente saper interpretare, fornendo risposte e proposte politico-legislative concrete, chiare e credibili. Molti sono gli impegni presi con le persone che intendo onorare attraverso la più ampia condivisione, e nella convinzione che i valori e i principi che sempre hanno caratterizzato la mia attività sul campo restano le fondamenta del mio lavoro, dentro e fuori le Istituzioni. Per questo, trovo assurdo continuare a discutere dell’inesistente “caso Soumahoro”, come è avvenuto in questi ultimi due mesi: si deve rimettere al centro dell’attenzione le condizioni dei braccianti, dei poveri, dei dimenticati e degli invisibili che sono usciti dai radar, anche nella Legge di Bilancio recentemente approvata. Tuttavia, chi ha montato il caso sapeva bene cosa stava facendo: questa vicenda non è accaduta a caso. Ora bisogna tornare a parlare di chi ha bisogno: io non mai smesso, non ho rallentato di un attimo le attività sul territorio anche durante questa aggressione verso la mia persona, e intendo intensificare ancora il mio impegno, lo devo innanzitutto ai cittadini che mi hanno votato”.