Anche il gruppo politico “Grillini Apriliani e Cittadini Pentastellati d’Aprilia” ha dichiara ieri la sua posizione riguardo alla decisione del Comune di Aprilia di non costituirsi parte civile nel processo ai Gangemi e sodali, pur essendo una famiglia che, come documentavamo ieri, ha comprovati e duraturi rapporti con cosche di ndrangheta.
È un comunicato duro che ricorda la tragedia di Borsellino (ieri ricorreva l’anniversario della morte) e che arriva, poi, al netto dissenso rispetto alle parole e alle azioni del sindaco Terra e dei consiglieri, e alla solidarietà di pensiero con l’unico consigliere, Vittorio Marchitti, che in Commissione, giovedì scorso, ha mostrato contrarietà alla mancata costituzione in giudizio di Aprilia, considerando vieppiù i problemi intrinseci di una città incistata di infiltrazioni mafiose da decenni.
“Aprilia è stata ed è “tutt’ora” presente nei rapporti sulle mafie – scrivono gli attivisti – dove viene così descritta: ”Storicamente interessata da fenomeni criminali tanto che la Commissione parlamentare antimafia già nel 1991 segnalava le presenze di organizzazioni criminali in tale area.” Per quanto riguarda il “IV rapporto mafie nel Lazio 2019”, Un rapporto interessante, soprattutto per chi aspira a diventare amministratore di una città o lo è già: si fanno nomi e cognomi, tipi di attività ed eventi in cui sono stati coinvolti i mafiosi e la Città Aprilia. La stessa viene nominata nella strage di Duisburg avvenuta il 15 agosto del 2007. Ricordiamo le significative misure di prevenzione patrimoniale e personale eseguite nel 2013 nel territorio a carico di 4 soggetti, 3 di origine calabrese ed uno siciliano da tempo radicati ad Aprilia. Nei confronti di questi soggetti sono stati sequestrati beni per complessivi 35 milioni di euro. Si tratta della famiglia calabrese Gangemi“.
Gli attivisti proseguono stigmatizzando “la non intenzione dell’amministrazione comunale di procedere alla costituzione in giudizio per una non ben precisata questione economica e un regolamento che come da manuale non c’è”. E aggiungono ponendo in essere un certo doppiopesismo dell’amministrazione pronta a colpire, con lo strumento molto in voga della querela, coloro i quali denunciano storture, e invero sfuggente ed evasiva quando poi non agisce contro soggetti identificabili ad ambienti criminali: “Questa amministrazione, pronta a querelare per danno d’immagine chi, in maniera probabilmente inconsueta denuncia delle irregolarità sui bandi pubblici, d’altra parte trova mille scuse nei confronti dell’evidente presenza di famiglie riconosciute come MAFIOSE e pericolose, mancando di difendere l’onorabilità della Città e di quella buona parte di cittadini apriliani onesti e lavoratori, attraverso l’azione di costituzione parte civile nel processo“.
Infine, gli attivisti evidenziano l’opportunità di costituirsi in giudizio perché ritengono che uno dei 4 uomini alla sbarra, Mirko Morgani, oggi avrebbe potuto essere stato in consiglio comunale, la qual cosa avrebbe leso l’immagine del Comune: “Oltremodo doverosa la costituzione di parte civile in questa inchiesta, è data dal fatto che fu Morgani, candidato al consiglio comunale, ad esplodere 28 colpi d’arma da fuoco contro l’abitazione di una delle vittime di estorsione“, per cui non deve esserci “nessuna incertezza di questa amministrazione dal costituirsi in giudizio verso il procedimento giudiziario” poiché “la vicenda lede indubbiamente l’immagine di una Città che, continuamente lotta contro il dilagare di organizzazioni malavitose. Ancor di più tenendo conto che il Morganti poteva ritrovarsi all’interno del Consiglio Comunale, apparato amministrativo vulnerabile. Questo è il motivo per cui con fermezza ci aspettiamo che questa amministrazione si costituisca in giudizio in questo procedimento, per dare quell’azione di legalità e trasparenza che evidenzi le distanze dai fatti avvenuti. L’attuale compagine di maggioranza – concludono – si dimostra forte con i deboli e debole con gli altri. Noi non ci stiamo!! Ci uniamo alla voce fuori dal coro del consigliere Marchitti, contro questa grave mancanza.
Non possiamo e non dobbiamo essere la città dove si intitolano Parchi e si piazzano monumenti intitolati a Falcone e Borsellino, mentre il cartello “Aprilia è contro la Mafia” prima si auto-cancella e poi viene completamente rimosso, senza che alcun atto concreto si prodotto dall’attuale assise Comunale. È, quindi, questo tentennamento “a nostro avviso”, a creare un danno, non solo di immagine, ma di rilevanza etica verso tutti gli Apriliani onesti e alle vittime di estorsione e di atti intimidatori e mafiosi di cui si è riempita la cronaca. Da pochi giorni, grazie al nostro governo, sono stati desegretati gli atti della commissione antimafia dal 1963 al 2001. Invitiamo il sindaco Antonio Terra a leggere quanto avviene per criminalità organizzata e azioni di stampo mafioso nella città che governa. Non esiste questione economica o regolamentare che possa impedire alla nostra Città di onorare il proprio buon nome“.