I servizi di Anagrafe e Stato Civile in trasferta al carcere di Latina, per permettere ai detenuti di ottenere con più facilità i documenti di cui hanno bisogno. La novità diventa operativa grazie ad una delibera di giunta su indirizzo dell’assessore Francesca Tesone, che fa seguito al lavoro della commissione consiliare dedicata ai Servizi demografici presieduta dal consigliere Giuseppe Coriddi.
“Nei primi giorni successivi al mio insediamento – ha dichiarato il Sindaco Matilde Celentano – sono stata in visita al carcere di Latina ed ho incontrato la direttrice Pia Paola Palmeri, il dirigente aggiunto di Polizia Penitenziaria Giacomo Santucci e il Sovrintendente Privato Angelo in rappresentanza del corpo della Polizia Penitenziaria. In quell’occasione mi è stata rappresentata la necessità di istituire il servizio Anagrafe e Stato Civile a richiesta, per permettere ai detenuti di effettuare le pratiche di cui hanno bisogno. Con il protocollo d’intesa approvato, che dovrà avere il nulla osta del Ministero della Giustizia per divenire operativo, si dà una risposta in termini di sostegno e inclusione perché tutti possano avere gli stessi diritti”.
“Ogni primo mercoledì del mese – spiega l’assessore Francesca Tesone – previa comunicazione da parte degli addetti alla struttura che dovrà pervenire entro i cinque giorni precedenti, un ufficiale di anagrafe/stato civile accederà nel carcere di via Aspromonte, munito di autorizzazione, per il rilascio di certificazione anagrafica e di stato civile, autentica di firme su dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà, rilascio carte d’identità elettroniche, rilascio consenso carte d’identità elettroniche valide per l’espatrio del figlio minore e riconoscimento di nascita e paternità. Per le ultime due richieste gli uffici comunali dovranno richiedere autorizzazione alla Prefettura per trasportare fuori dalla sede del servizio demografico il registro pubblico di nascita. Il protocollo, condiviso con la casa circondariale, non comporta alcun onere per il Comune di Latina, ma permette di risolvere una delle problematiche che da tempo sottolineano dalla direzione del carcere, in rappresentanza dei detenuti”.