CARTA CLONATA E VITTIMA DI TRUFFA AL TELEFONO: LA STORIA RACCONTATA DA UNA SIGNORA DI CISTERNA

Truffe online a Cisterna di Latina, una donna ha raccontato su Facebook il raggiro di cui è stata vittima e la scoperta della sua carte clonata

“È capitato a me – scrive lo scorso 27 ottobre la signora sul noto gruppo Facebook “Sei di Cisterna se” – verso l’ora di pranzo mi è arrivato un messaggio proprio da PosteInfo con scritto che c’era un dispositivo nel mio account non autorizzato e di verificare se non fossi io. A quel punto clicco sul link sicura di non essere una truffa proprio perché il messaggio che ho ricevuto me lo ha mandato la posta dove io ricevo tutti i codici e le informazioni riguardo al mio conto, entro con la mia email e password e mi chiede stranamente di inserire i miei dati, un po’ perplessa chiudo e dico tra me e me li inserisco dopo.

Passano 2 minuti e ricevo una telefonata dal signor “Carmine”(così ha detto di chiamarsi), operatore numero (che non ricordo) e mi dice che è l’anti-truffa di Milano, che la chiamata era registrata, mi dice lei è la signora Martina, ripete il mio cognome, sapeva il mio indirizzo, sapeva addirittura l’importo esatto che avevo sulla carta e che stavano tentando di fare dei pagamenti in Montenegro con la mia carta e mi avevano già addebitato 980 euro perché era stato fatto un finanziamento di 12 mesi.

Io incredula ho chiesto altre informazioni e lui mi chiede se io fossi al corrente di questa cosa e che dalle ricerche effettuate il signore che ha effettuato questo finanziamento si chiama “Tavoletta Pasquale”. Io dico di non conoscere questa persona e lui mi dice di collaborare altrimenti non ne sarei uscita fuori da questa situazione. Io presa dall’ansia e dalla paura ascolto il signor “Carmine” che mi comunica di andare subito al tabacchino e di mettere 980 euro sulla carta e dirigermi poi alla polizia postale di Latina al secondo piano, ufficio N°4. Sinceramente sapendo tutti i miei dati e tutte queste informazioni pensavo che qualcosa di vero ci fosse ma sinceramente non capivo perché prima dovevo ricaricare la mia carta. Lui mi spiega che questi soldi mi venivano restituiti dopo fatta la denuncia e trascorsi 120 giorni.

Mio marito che aveva già capito tutto mi dice riattacca che questa è una truffa. Io non contenta dico al signor “Carmine” che non avevo soldi disponibili e che non potevo fare altrimenti, lui con un tono scocciato mi dice che se non avessi fatto come diceva lui mi prendevo tutta la responsabilità e che con una legge nuova la posta non avrebbe rimborsato nulla, anzi, ero io che avrei dovuto pagare tutto il finanziamento. A quel punto gli dico che ho preso nota di tutte le cose dette e che andrò a sporgere denuncia perché sinceramente la telefonata poteva non essere vera, visto anche tutte le truffe che ci sono oggigiorno. Lui infuriato mi dice che mi aveva dato tutti i suoi dati sensibili, che conosceva i miei e che potevo fare la denuncia ma il problema era il mio, il rischio era altrettanto il mio e che lui rischiava il posto di lavoro e quindi dovevo dare la conferma e il consenso che mi prendevo tutta la responsabilità. Io ho risposto che non davo nessun consenso e che mi sarei recata in polizia.

Comunque in commissariato la denuncia non l’ho potuta fare perché il reato non è stato commesso e potevo farla solo quando ci sarebbero stati dei movimenti o degli addebiti a me sconosciuti, quindi sono andata alla Posta ed ho bloccato la carta, ho raccontato il tutto e mi è stato riferito che hanno clonato la mia carta e hanno clonato anche il portale della posta, quindi i messaggi che mandano arrivano proprio dalla posta stessa e che anche un signore ieri ha ricevuto una chiamata simile alla mia e che doveva ricaricare la carta”.

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