“CARRIERA CRIMINALE DI LUNGO PERIODO”, SCATTA LA SORVEGLIANZA SPECIALE PER “BECCHINA” DI SILVIO

“Carriera criminale di lungo periodo”, il Tribunale di Roma concorda con il Questore di Latina e dispone la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di Giovina Di Silvio detta Becchina

La Polizia di Stato, nell’ambito della costante attività di monitoraggio dei soggetti pericolosi, ha proposto l’applicazione della misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti di una donna contigua al noto sodalizio criminale della famiglia De Rosa, dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Giovana Di Silvio detta “Becchina”, classe 1950, vanta diverse condanne per reati contro il patrimonio nonché diversi procedimenti ancora in corso per fatti concernenti il traffico di sostanze stupefacenti. Sempre per illeciti penali connessi agli stupefacenti, la donna è stata sottoposta a misure cautelari, provvedimento con il quale il Giudice ne ha sottolineato la caratura criminale e l’abitualità nell’esercizio della predetta attività delittuosa.

Proprio per la sua elevata pericolosità sociale, la donna è stata sottoposta alla misura degli arresti domiciliari, tanto che i successivi comportamenti illeciti hanno evidenziato ancora una volta una totale mancanza di ravvedimento. Tutti gli elementi evidenziati e la ricostruzione del profilo penale della donna, si legge in una nota della Questura di Latina, hanno dimostrato una persistente ed elevata pericolosità sociale.

Il Tribunale di Roma – Sezione Specializzata Misure di Prevenzione, condividendo la proposta formulata dal Questore, Fausto Vinci, ha applicato alla donna la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza della durata di tre anni, con obbligo soggiorno nel comune di residenza e contestuale prescrizione a permanere nella propria abitazione dalle ore 21.00 alle ore 07.00.

Giovina Di Silvio è stata recentemente condannata in Appello a poco più di 2 anni di reclusione per spaccio di sostanze stupefacenti nell’ambito del procedimento penale che interessato la famiglia De Rosa, capeggiata da Giulia De Rosa detta Cipolla e dai figli di quest’ultima. Le accuse di spaccio di sostanze stupefacenti a Latina sono state ridimensionate dalla Corte d’Appello che ha ridotto considerevolmente le condanne per tutti gli imputati.

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