La Diocesi di Latina contro il caporalato. Il prossimo 11 novembre il convegno
“Quale lavoro per un settore agro-alimentare che cambia”
La Diocesi di Latina su impulso del vescovo Mariano Crociata ha deciso di avviare una prima riflessione sul tema dello sfruttamento dei lavoratori in agricoltura. Un momento non solo interno alla vita ecclesiale ma da offrire all’intero territorio provinciale nelle sue varie componenti economiche e sociali.
Su questa linea è stato organizzato il convegno “Quale lavoro per un settore agro-alimentare che cambia”, che si terrà il prossimo 11 novembre, alle ore 17.00, presso la Curia Vescovile di Latina, con ingresso da Piazza Paolo VI.
Il programma prevede il saluto iniziale del Prefetto di Latina Vittoria Ciaramella.
A relazionare sono stati chiamati: Renato Brunetta, presidente del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel); Stefania Congia, a capo della Direzione Generale Immigrazione e Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Angelo Frascarelli, professore di Economia e Politica Agraria all’Università di Perugia; Maurizio Mauri, direttore provinciale della sede INPS di Latina. A moderare gli interventi sarà Luca Liverani, giornalista del quotidiano Avvenire.
La chiesa pontina già da anni attraverso la Caritas diocesana opera con specifici servizi a contrasto del caporalato in agricoltura, a supporto dei braccianti sfruttati e delle loro famiglie. Tuttavia, specie dopo la tragica morte di Satnam Singh nei mesi scorsi, l’indiano ferito gravemente sul lavoro nei campi e poi abbandonato senza cure, lo stesso vescovo Mariano Crociata era intervenuto spiegando la necessità di affiancare all’aspetto caritativo anche un lavoro teso a una maggiore presa di coscienza collettiva della piaga dello sfruttamento dei lavoratori. In questo, riconoscendo l’importante azione svolta sul territorio pontino in termini di repressione dalle forze di polizia, come anche l’azione volta alla tutela dei lavoratori portata avanti delle organizzazioni sindacali unita all’impegno delle associazioni di categoria degli imprenditori agricoli per un lavoro che rispetti la dignità della persona.