CAMORRA E VOTI, MARANO SU PROCACCINI: “GLI DIEDI UNA MANO PER LE ELEZIONI”

L'ex Sindaco di Terracina e attuale europarlamentare Nicola Procaccini (Fratelli d'Italia)
L'ex Sindaco di Terracina e attuale europarlamentare Nicola Procaccini (Fratelli d'Italia)

Inchiesta “Porta Napoletana”, nell’informativa dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Latina spunta l’intercettazione su Procaccini

Non è indagato l’europarlamentare Nicola Procaccini, esponente di punta di Fratelli d’Italia molto vicino a Giorgia Meloni. Eppure, come per l’inchiesta “Free Beach”, in cui fu indagato e poi prosciolto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giorgia Castriota, successivamente arrestata per corruzione, Nicola Procaccini, attualmente presidente del Gruppo dei conservatori e dei riformisti europei, rimane di nuovo invischiato intercettazioni imbarazzanti.

Secondo quanto ricostruiscono i Carabinieri del Nucleo Investigativo che stavano intercettando Eduardo Marano, ad agosto 2022, quest’ultimo sarebbe stato credibile quando spiega a un interlocutore di aver portato voti alle elezioni amministrative 2011 per la candidatura a Sindaco di Nicola Procaccini che divenne per la prima volta primo cittadino di Terracina.

Marano, marito di Patrizia Licciardi, ossia la sorella del fondatore dell’omonimo e agguerrito clan dell’Alleanza di Secondigliano, è stato arrestato lo scorso 17 dicembre nell’inchiesta “Porta Napoletana” con le accuse di voto di scambio politico mafioso, in concorso con l’ormai ex consigliere comunale della Lista Giannetti, Gavino De Gregorio, e ipotesi di estorsione compiute anch’esse col metodo mafioso. L’inchiesta di Carabinieri pontini e DDA romana è stata un terremoto per la politica terracinese a distanza di oltre tre anni dall’indagine denominata “Free Beach” la quale, però, è arrivata da tempo a un binario morto, ferma sulla scrivania del neo giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Paolo Romano. Dopo oltre tre anni da arresti e commissariamento del Comune di Terracina (ad oggi governato dall’amministrazione di Giannetti), non vi è stata ancora una udienza preliminare per reati contro la pubblica amministrazione, molti dei quali già prescritti.

Tornando a Marano, il 66enne, ritenuto affiliato al clan di camorra, nelle carte dell’informativa dei Carabinieri allegata agli atti d’indagine che ha portato all’arresto del medesimo Marano, De Gregorio e dell’agente immobiliare Michele Minale, afferma ad agosto 2022 quanto segue: “Però è sempre una bella botta su Procaccini a livello del Parlamento tutte queste cose qua. A me all’epoca, ero uscito da poco da carcerato, mi chiamò Gavino, me lo presentò e mi disse: me la dai una mano e gliela diedi. E lo sapeva io chi ero. Non è che non lo sapeva. Poi dopo ha fatto vedere che non mi conosceva più”. E ancora: “Io gliela diedi una mano a suo tempo. Quando me lo disse Gavino che era una brava persona. Poi lui salì e entrò la dentro. E glielo dissi anche a Gavino che gli abbiamo dato una mano”.

“L’episodio – sostengono i Carabinieri nella informativa – appare credibile e coerente con le circostanze di tempo e di luogo da lui descritte, perché riferito alla campagna elettorale del 2011, in occasione della prima candidatura di Procaccini a sindaco di Terracina”.

Interpellato da “La Repubblica”, l’europarlamentare nega di aver mai conosciuto Marano, né di avergli mai chiesto i voti. A vedere le date, però, c’è di certo che Marano nel 2011 era già a Terracina da cinque anni insieme alla sua famiglia. Non una famiglia qualunque: il clan Liccardi esportato ai piedi del Monte Giove.

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