CAMORRA, ARRESTATO PER TENTATO OMICIDIO GIUSEPPE ROMANO: È UNO DEI RISSAIOLI DEL BAJAMAR DI FORMIA

Associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dalle modalità mafiose: tra gli arresti della Polizia di Stato anche un soggetto rintracciato a Formia

Su delega del Procuratore della Repubblica di Napoli, nella giornata di ieri, 28 maggio, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale del Riesame di Napoli, a seguito dell’appello presentato dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di 15 indagati gravemente indiziati a vario titolo di associazione a delinquere di stampo camorristico, associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, porto e detenzione di armi comuni da sparo, lesioni personali aggravate, singoli episodi di detenzione e spaccio di stupefacenti tutti aggravati dalle modalità mafiose per avere con le condotte delittuose agevolato il clan napoletano “Contini”.

Nell’ambito della suddetta attività, i poliziotti del Commissariato di Formia, insieme al Personale della Squadra Mobile di Napoli Sezione Omicidi, hanno eseguito nelle prime ore di questa mattina l’ordinanza di custodia cautelare in carcere di un soggetto, già destinatario della misura di prevenzione dell’obbligo di firma a seguito di DACUR per i fatti accaduti in Formia la notte di capodanno presso il locale denominato “Bajamar”. Si tratta del 34enne, Giuseppe Romano detto “Basetta”.

Leggi anche:
RISSA DI CAPODANNO A FORMIA: 6 VIOLENTI INIBITI DAI LOCALI PUBBLICI PER 3 ANNI

L’ordinanza è stata emanata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli 36° Sezione, in quanto Romano è accusato per i reati di spaccio, con la circostanza aggravante del 416 Bis, per aver commesso il fatto avvalendosi dei metodi mafiosi, in particolare per il finanziamento del traffico di stupefacenti, per il controllo territoriale delle piazze di spaccio di Napoli e per la gestione dei rapporti con le altre organizzazioni camorristiche interessate al mercato della droga al fine di agevolare l’attività del Clan Contini, quale associazione di appartenenza.

Gli veniva altresì contestato porto abusivo di armi e tentato omicidio aggravato da metodo mafioso. Fatti commessi a Napoli da settembre 2021 con condotta perdurante fino al maggio 2022. Dopo il foto-segnalamento, lo stesso è stato condotto presso la Casa Circondariale di Cassino.

Le indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli hanno ricostruito le dinamiche di un tentativo di scissione interna al clan. Il 20 settembre 2021, un uomo ritenuto, Gioele Lucarelli, affiliato al “gruppo della Stadera”, articolazione del clan Contini, fu ferito a colpi d’arma da fuoco. Secondo gli investigatori, l’agguato sarebbe riconducibile alla volontà della vittima di creare una nuova organizzazione criminale autonoma, in aperta rottura con i vertici storici del clan.

Dalle indagini è emerso che a fare sarebbero stati Leonardo Cimminiello (un altro degli indagati) e proprio Giuseppe Romano, di stanza a Formia e col divieto di dimora in Campagnia, insieme con altri complici come basisti e che li aiutarono nella fuga e nell’occultamento delle armi ancora non identificati.

Il gruppo scissionista era attivo nell’approvvigionamento e nella vendita di sostanze stupefacenti, operando in una vasta area tra Casoria e Napoli, con diramazioni nei quartieri Ponticelli e Secondigliano, oltre che nella città di Avellino. Le indagini hanno evidenziato come gli indagati gestissero piazze di spaccio fisse e puntassero al controllo del territorio anche attraverso la disponibilità di armi, nella prospettiva di futuri scontri armati.

L’operazione odierna rappresenta un passaggio successivo a una più ampia inchiesta che, già il 20 giugno 2024, aveva portato all’emissione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 30 indagati. In quell’occasione, tuttavia, il GIP del Tribunale di Napoli aveva parzialmente rigettato le richieste avanzate dalla Procura. Dopo l’appello della DDA, il Tribunale del Riesame ha invece disposto 15 nuove misure cautelari in carcere, confermando l’impianto accusatorio.

Romano, come detto, fu anche uno dei protagonisti della violenta rissa al Bajamar insieme a Francisco Parente, Roberto Zangrillo, Giuseppe Roberti, Vincenzo Zaccaria e Pietro Ticconi. Tutti e sei, con precedenti alle spalle, sono stati raggiunti dal Dacur emesso dal Questore di Latina, Fausto Vinci, a marzo scorso.

In particolare, fu proprio Romano, secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine che intervennero sul posto, a colpire Francisco Parente e a scatenare la furia nel locale. Una rissa di cui fece le spese anche uno dei vigilantes preso a schiaffi da Giuseppe Roberto e Vincenzo Zaccaria.

Articolo precedente

LA TRAVERSATA UN CANOA PONZA-TERRACINA: “COSÌ RACCOGLIAMO FONDI PER UNA BARCA A VELA INCLUSIVA”

Articolo successivo

FREGATA “CARABINIERE” A GAETA, LA VISITA DEL SINDACO LECCESE

Ultime da Cronaca