Tragico incidente sul lavoro a Latina, sulla Strada Monti Lepini: il pubblico ministero chiede una condanna e due assoluzioni
Era il 22 dicembre di dieci anni anni fa, 2014. Cadendo da un’altezza di circa cinque metri, mentre lavorava su un’impalcatura, per la sistemazione di un centro esposizione a Latina, tra Borgo San Michele e via Bassianese, Giovanni Mastrodomenico, 49 anni, originario di Sabaudia, rimase gravemente ferito e morì all’ospedale “Santa Maria Goretti” dopo una settimana d’agonia, in data 29 dicembre 2014.
A febbraio 2017, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mara Mattioli, su richiesta del pubblico ministero Cristina Pigozzo, dispose il processo, con l’accusa di omicidio colposo, per Claudio Loggia, responsabile della ditta “Century Italia srl” e proprietario dell’immobile su cui si stavano compiendo i lavori, Bruno Quattrociocchi, titolare della ditta esecutrice dei lavori, e Gino Falconio, coordinatore della sicurezza, rispettivamente difesi dagli avvocati Angelo Oropallo, Renato Archidiacono e Lucio Teson.
La caduta di Masotromenico, i cui famigliari si sono costituiti parti civili nel processo davanti al giudice monocratico Mario La Rosa, difesi dall’avvocato Giancarlo Vitelli, fu devastante: frattura della clavicola sinistra e della scapola sinistra. Un tonfo tremendo tanto che l’uomo morì.
Secondo l’accusa, Loggia non avrebbe verificato l’idoneità tecnico-professionale dell’impresa esecutrice per un appalto che si aggirava sui 750mila euro. L’architetto Gino Falconio, invece, è imputato per non aver redatto il piano di sicurezza e coordinamento né il fascicolo tecnico di cantiere, oltreché a non aver fato rispettare la legge per quanto riguarda le misura di tutela e salubrità del cantiere.
Quattrociocchi, datore dell’impresa esecutrice del lavoro, non avrebbe valutato i rischi sul lavoro, non designando il responsabile del servizio di prevenzione e protezione, e omettendo di nominare un medico competente per fare la visita ai lavoratori.
Accuse che si univano al fato che Mastrodomenico fu trovato al pronto soccorso con un tasso di alterazione alcolica pari a 2,20 grammi per litro. Il 49enne, che stava effettuando lavori di rasatura di uno dei frontalini posti al primo piano, utilizzò un ponteggio privo di parapetti, difforme alle prescrizioni e con distanza dal fabbricato superiore in alcuni punti di norma, tanto da precipitare e cadere al suolo.
Oggi, 16 dicembre, il pubblico ministero ha chiesto che Quattrociocchi sia condannato alla pena di 2 anni e 8 mesi, mentre ha ritenuto che Loggia e Falconio debbano essere assolti. Il giudice monocratico del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, ha rinviato al prossimo 21 marzo 2025 per le arringhe difensive e la sentenza finale.