Una maxi truffa che vede come parte offesa la Mediolanum: si è svolta oggi l’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Latina
Sono sedici gli imputati in tutto a cui si contesta il reato di truffa in concorso per fatti commessi a Latina nel 2019. Lo schema era sempre lo stesso. Ad esempio, in uno dei capi d’imputazione viene contestato a due degli indagati di aver messo in piedi un raggiro per un immobile da acquistare a Sezze.
Laura Leonoro avrebbe chiesto un mutuo fondiario da 170mila euro. Ad agire sono Andrea Calzolari e un indagato ormai deceduto, peraltro ex presidente di società di calcio tra Sezze e Terracina. Calzolari, in qualità di mediatore creditizio, ritenuto dalla Procura abusivo, e consulente finanziario di Banca Mediolanum Spa, avrebbe presentato documenti alterati sulla posizione reddituale del mutuatario (ossia la donna succitata) – come la busta paga dei mesi di luglio, agosto e settembre -, così da truffare la medesima banca e procurarsi un contratto du mutuo per una somma di oltre 132mila euro.
Solo uno dei tanti raggiri messi in campo dagli imputati, almeno secondo l’allora pubblico ministero di Latina Claudio De Lazzaro che ha chiesto il rinvio a giudizio per sedici persone.
In soldoni, i mediatori creditizi abusivi traevano in errore la Banca Mediolanum Spa, facendo passare per mutuatari affidabili persone che, in realtà, non lo erano, presentando documenti di dubbia valenza. Tra i documenti presentati più comunemente ci sono le buste paga e le certificazioni uniche, ritenute dall’accusa tutte artefatte. Al centro del “meccanismo” c’è il 63enne Andrea Calzolari, mediatore creditizio: la Mediolanum, secondo le accuse, stabilisce contratti di mutuo per cifre pari a quasi un milione e mezzo di euro.
Oggi, dinanzi al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli, l’avvocato Fabio D’Apunto ha avanzato una eccezione accolta dal magistrato e a cui si sono richiamati tutti gli avvocati del collegio difensivo: Italo Montini, Tommaso Ducci, Oliviero Sezzi, Rossella Esposito, Barbara Tarquini e Fabio Federici. Infatti, la Procura avrebbe dovuto procedere con un decreto di citazione diretta a giudizio, mentre si è passati da un’udienza preliminare. Un errore procedurale che costa caro, anche in ragione di fatto che la prescrizione incombre.
Ecco perché il Gup Morselli ha rimesso gli atti in Procura che dovrà riformulare il capo d’imputazione, passando successivamente per una udienza pre-dibattimentale.