Per favorire l’integrazioni in tempo di immigrazione è bene conoscere sia le tradizioni e la cultura del popolo ospitante sia quelle di chi viene ospitato.
Ecco perchè oggi è bene augurare un buon Vaisakhi ai circa 11 mila sikh che abitano nella provincia di Latina.
Ma cos’è il Vaisakhi?
IL VAISAKHI
La festa prende il nome dal mese del Vaisakh, il cui inizio è convenzionalmente il 13 o 14 aprile e richiama l’inizio del raccolto oltre che il nuovo anno solare.
In tale giorno i sikh (parola che significa “discepolo”) ricordano il battesimo dei “Panj Piare” (i cinque devoti) per mano del decimo e ultimo guru Gobind Singh, nel 1699: essi così presero il cognome “Singh” (leoni) e le donne diventarono “Kaur” (principesse).
Per questo nella comunità Sikh è molto presente il cognome Singh.
COME SI FESTEGGIA IL VAISAKHI
Durante i festeggiamenti si alternano momenti di riflessione con la lettura dei testi sacri, canti tipici, ma anche tanti “Nagar Kirtan” (i cortei per le strade, decorate di fiori) e pranzi tradizionali.
Le Gurudware (“casa di Dio”, i templi sikh) si riempiono di fedeli.
Da una parte siedono le donne tutte vestite nel coloratissimo abito classico Punjab, il “salwar kameez”; dall’altra gli uomini, tra cui i “sardar”, i veri sikh con la barba e il turbante.
La preghiera va avanti per molte ore: cioè il tempo che richiede la lettura del testo sacro dei sikh, contenente gli scritti dei guru.
Una volta conclusa la preghiera, viene dato spazio ai giovani artisti nel canto di salmo, accompagnati da tabla e harmonium. Intanto, fuori dal tempio viene servito il “langar”, il pasto vegetariano.
DAL VAISAKHI AI DIRITTI
La comunità Sikh è fondamentale per il nostro comparto agricolo, ma quest’apporto spesso non viene ricambiato da condizioni di vita e lavoro diginitose.
Ve lo abbiamo raccontato in diversi articoli, sia sulla comunità di Bella Farnia sia sulla visione della politica nazionale in merito.
Purtroppo alcuni politici provenienti dalla nostra provincia chiudono gli occhi sulla questione caporalato.
L’auspicio è che, d’ora in poi, la questione del diritto a una vita dignitosa, accompagnato da stipendi congrui per la comunità Sikh, possa essere uno dei temi centrali della battaglia politica.