Un nuovo caso di stalking e violenza sessuale: nel corso dell’udienza, la vittima scoppia a piangere e deve essere soccorsa
È finita male la testimonianza della parte civile e persona offesa, difesa dagli avvocati Pietro Iannitti e Giulio Mastrobattista, nel corso del processo che si celebra dinanzi al secondo collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Nadile-Zani-Romano. La donna, 45enne di Fondi, era chiamata a testimoniare davanti al Tribunale e, nel corso dell’esame reso oggi, 9 dicembre, al pubblico ministero Giuseppe Aiello, è scoppiata a piangere, peraltro provocata dalla madre dell’imputato, difeso dall’avvocato Angelo Galli: un 50enne di Sezze, G.A. (le sue iniziali), originario di Priverno, accusato di stalking e violenza sessuale.
Durante l’esame, la 45enne ha praticamente negato di aver subito violenza sessuale dall’uomo, tuttora detenuto in carcere per questi fatti, dopodiché, uscita dall’aula, è stata soccorsa e fatta sdraiare all’interno del Tribunale, in preda a una crisi di panico e iper-ventilazione.
Il processo è stato rinviato al prossimo 17 marzo 2026. La storia è quella di un uomo che, dopo aver avuto due rapporti consenzienti con la donna ascoltata oggi, avrebbe iniziato a tempestarla di messaggi e minacce, anche finalizzati al ricatto di rivelare tutto al compagno di lei.
Secondo l’accusa, il 50enne, non accettando la fine della relazione con la 45enne di Fondi, avrebbe iniziato in maniera continuativa a minacciarla anche di morte. Le minacce consistevano, come accennato, di rivelare la loro relazione segreta al compagno di lei e ai parenti della donna, pretendendo peraltro somme di denaro, spacciate per prestiti in realtà mai corrisposti.
Il 50enne avrebbe millantato anche la conoscenza di malavitosi al fine di intimorire la ex amante. Una ricerca spasmodica di un contatto con la donna, tanto da presentarsi anche nei luoghi da lei frequentati, tra messaggi ossessivi e pedinamenti, uno dei quali avvenuto a San Silvestro dell’anno 2024.
Non pago, il 50enne avrebbe iniziato a inviare messaggi intimidatori anche al compagno della donna, dopo che lei stessa le aveva confessato di avere avuto questa storia parallela al loro rapporto sentimentale. Ma i messaggi dell’uomo sarebbero stati inviati anche al compagno della cugina dell’ex marito della vittima, che cercò di fare da paciere.
Non solo messaggi, ma vere e proprie minacce rivolte alla figlia della donna, anche tramite la nonna: “Prendo a lei e a sua figlia e le brucio vive nel forno”. Lo scorso 8 febbraio, il 50enne si sarebbe recato sul posto di lavoro della donna e, dopo essersi accorto di essere ripreso con il cellulare, l’avrebbe minacciata pesantemente di morte: “Fai le foto quanto ti pare, le porti in caserma quando ti pare però se mi succede qualcosa a me, statti sicura che tu non vai al campo sportivo a portare tuo figlio”.
I fatti, commessi tra Fondi, Lenola e Monte San Biagio, sono stati reiterati per circa sei mesi: da settembre 2024 a febbraio quando l’otto di quel mese l’uomo è stato arrestato dai Carabinieri.
La violenza sessuale, oggi quasi del tutto smentita dalla donna, sarebbe consistita nella pretesa da parte dell’uomo di avere rapporti dietro il ricatto di dire tutto ai parenti e all’attuale compagno della donna.
