BRACCIANTE MORTO A LATINA, INTERVIENE IL VESCOVO CROCIATA: “MIGLIORARE CONTROLLI E LEGGI. IN GIOCO LA DIGNITÀ”

Mariano Crociata
Mariano Crociata

In merito al decesso di Satnam Singh, bracciante agricolo indiano di 31 anni d’età, avvenuto in conseguenza di un incidente sul lavoro avvenuto lunedì scorso a Borgo Santa Maria, di seguito la dichiarazione del vescovo di Latina Mariano Crociata:

“È l’ennesimo fatto doloroso di morte sul lavoro che ci colpisce, non meno di tutte le altre volte, e anzi ancora di più, proprio perché è l’ennesimo episodio a ripetersi, nonostante tutte le deplorazioni, le dichiarazioni che ad ogni ricorrenza di fatti del genere vengono fatte. 

La prima cosa che va sottolineata è che si tratta di un fatto profondamente doloroso, in sé e per le circostanze in cui è avvenuto. Questo ci chiede attenta riflessione e preghiera.

La seconda cosa che va sottolineata è l’esigenza di tornare a richiamare le istituzioni alla necessità di approntare meglio di come, per la verità, già non si sia fatto i necessari strumenti sia di tipo legislativo sia di tipo ispettivo e di controllo che prevengano il più possibile e coinvolgano tutti i livelli di autorità e di competenza degli organi preposti alla difesa e alla tutela del lavoro e dei lavoratori. 

La terza questione interpella tutti, perché in un caso come questo ciò che emerge va oltre la questione dell’osservanza delle regole che devono tutelare i lavoratori e lo svolgimento del lavoro. È in gioco il senso della dignità di ogni persona umana. Un senso della dignità che non può essere comminato o ingiunto per legge, per decreto, ma è qualcosa che scaturisce da una coscienza autenticamente umana, dalla coscienza personale di ogni essere umano. Ad essere in gioco è il senso elementare dell’umano, il sentirsi interpellati direttamente di fronte ad un essere umano soprattutto quando si trova in condizioni di pericolo o di qualsiasi genere di difficoltà. Nessuno può sentirsi esonerato dall’appello che giunge alla coscienza direttamente da questo fatto tragico, che impone un ripensamento serio da parte di tutti e di ciascuno.

In ultimo diciamo semplicemente che uno straniero, un immigrato, non ha minore dignità di ciascuno di noi; il suo bisogno deve essere trattato con la premura che vorremmo per noi stessi e per i nostri cari. Questa è la verità elementare che in maniera diretta deve arrivare a tutti”.

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