Un bracciante agricolo di origine indiana, 46 anni, è ricoverato in condizioni critiche all’ospedale “Goretti” di Latina dopo aver sviluppato una grave necrosi agli arti, probabilmente a causa di un’intossicazione legata al contatto prolungato con sostanze chimiche.
Nei giorni scorsi è stata necessaria l’amputazione di una gamba, mentre ora l’uomo rischia di perdere anche gli altri arti. Le circostanze dell’accaduto non sono ancora chiare, ma si sospetta che il lavoratore fosse esposto ai prodotti chimici senza adeguate misure di sicurezza.
La Cgil di Roma e Lazio, insieme alla Cgil di Frosinone e Latina, ha espresso solidarietà al bracciante e ha chiesto che la magistratura e le forze dell’ordine facciano rapidamente chiarezza sulla vicenda. Il sindacato ha inoltre sollecitato la Regione Lazio a intensificare il monitoraggio sulle condizioni lavorative, convocando con urgenza un tavolo con tutte le parti coinvolte per contrastare lo sfruttamento nel settore agricolo.
Secondo la Cgil, la situazione di Latina e del Lazio è allarmante, con un aumento delle morti sul lavoro e delle malattie professionali nel 2024. “Le misure adottate finora non sono sufficienti a fermare questa emergenza”, sottolinea il sindacato, che chiede un’azione concreta per garantire la sicurezza dei lavoratori e prevenire nuove tragedie”.
La Cigl del Lazio afferma: “Nell’esprimere al bracciante tutta la nostra vicinanza auspichiamo che la magistratura e le forze di polizia del territorio, che stanno già facendo un gran lavoro in una situazione difficilissima, facciano chiarezza al più presto su quanto accaduto. Ribadiamo quanto sia necessario intensificare il confronto sul tavolo della Prefettura di Latina e dare piena attuazione a quanto stabilito nel recente protocollo contro lo sfruttamento lavorativo tra Procura, enti ispettivi, forze dell’ordine e azienda sanitaria locale, rafforzandone i contenuti ed estendendone l’efficacia a tutti i settori.
Ribadiamo, ancora una volta, la necessità che la giunta Giunta Rocca riprenda quel ruolo di coordinamento fra istituzioni, forze di polizia, enti, forze sociali, la cui collaborazione porta inevitabilmente a vigilare su un territorio che, in assenza di controllo, rischia di tornare a quella situazione di totale sfruttamento, sopraffazione e illegalità diffusa in cui si è consumata la tragedia di Satnam”.
Sul caso, indagano i Carabinieri di Latina che stanno cercando di risalire all’azienda in cui il lavoratore ha operato e dove sarebbe stato esposto ai prodotti chimici, in particolare fitofarmaci che, da legge, sono vietati. Una piaga, quella dei pesticidi in agricoltura, da anni al cento di inchieste e denunce pubbliche da più parti a Latina e provincia. Gli approfondimenti investigativi, in questo caso, sono resi più difficili dal fatto che il bracciante di 46 anni non parla l’italiano e sarebbe stato ascoltato tramite un interprete, non avendo ancora chiarito dove lavorava. Quello che emerge è che sarebbe stato esposto per più di due giorni ai fitofarmaci, dopodiché si sarebbe sentito male. La connessione tra l’esposizione e la necrosi agli arti, chiaramente, deve essere accertata.
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