BORGO PROTETTO A CORI: “NESSUN VANTAGGIO PER I PIÙ FRAGILI E I MENO ABBIENTI”

L'area dove verrà realizzato il complesso edilizio del Borgo Protetto a Cori
L'area dove verrà realizzato il complesso edilizio del Borgo Protetto a Cori

Durante il Consiglio comunale che ha approvato la variante al PRG per il Borgo Protetto, il Sindaco De Lillis, ha ripetutamente richiamato all’ordine la sua squadra di maggioranza con “Siete dalla parte giusta della storia”, magari con la S maiuscola, affinché votassero a favore della mastodontica variante, del mastodontico progetto, e di una convenzione a tutto vantaggio della proprietà e a svantaggio dei cittadini.  

Ed era necessario che continuasse a ricordarglielo, perché, in questi anni, i mugugni di alcuni suoi consiglieri sono stati tanti, ma è riuscito a riportarli all’ordine, come raccontano fonti ben informate, prima con la minaccia di “mandare tutti a casa”, ora con le gesta eroiche che faranno la Storia. Sono presenti anche le forze dell’ordine in questo Consiglio Comunale!!!

Piccoli fatti, ma indicativi, come la defezione di un consigliere della sua maggioranza che ha sempre manifestato perplessità e dubbi sul progetto, e che ha mantenuto fede alla propria posizione di dissenso, aprendo un’ulteriore falla nella compagine di maggioranza. 

Come la presenza del segretario locale del PD, Paolo Cioeta, che nei mesi scorsi aveva elogiato sulla stampa la bontà dell’iniziativa. Si può immaginare che questa approvazione del PD si sia giocata su tavoli ben più importanti della locale sezione del Partito Democratico. 

Come anche la “chiamata” di tutti i consiglieri di maggioranza ad esporsi favorevolmente sul progetto. Non bastava la dichiarazione di voto, letta dalla capogruppo Chiara D’Elia, ma serviva che tutti si esponessero, che ci mettessero la faccia perché non ci fossero dubbi.

Per l’assessore ai lavori Pubblici, Ennio Afilani, il progetto è stato accolto “abbastanza bene”, quindi ha dichiarato che anche per lui è buona cosa.  

È stata poi la volta dell’assessore al bilancio e all’agricoltura, Simonetta Imperia, che ha ammesso di aver sempre avuto perplessità “sul luogo e sul ritorno per la collettività, ancora non fugate completamente” ma ha fatto anche lei dichiarazione di voto favorevole, rimarcando la sua appartenenza al Partito Democratico. 

Poi la consigliera Erica Marchetti, che ha lamentato l’ostruzionismo della minoranza nelle commissioni urbanistica, mentre le consigliere di minoranza avrebbero apportato migliorie (peccato che nessuno le ha rilevate), quando, invece, nelle commissioni non sono mai stati esaminati gli atti del procedimento, perché non messi a disposizione.

Persino la presidente del Consiglio, Annamaria Tebaldi, ha dovuto fare la sua dichiarazione di voto favorevole, su una questione urbanistica così delicata. Forse per compensare l’immobilismo dell’amministrazione di De Lillis sul mega abuso edilizio che riguarda la sua famiglia? 

È stata poi la volta dell’assessore all’ambiente, Luca Zampi del Movimento Autonomia di Giulianello, che ha ricordato che se ne parla dal 2012, e nonostante il consumo del suolo e l’impatto paesaggistico, non si può rinunciare al milione di euro che entrerà nelle casse comunali, collegandolo ad un’altra “difficile” decisione dell’Ente di rinunciare ai soldi degli usi civici a favore dell’ASBUC di Giulianello. A lui ha risposto il Consigliere Proietti, ricordandogli che non si può essere ambientalisti a singhiozzo ed a convenienza.

Indicativo l’intervento dell’assessore all’urbanistica, Elisa Massotti, la quale, sebbene visibilmente a disagio, si è limitata a dire che è d’accordo su tutto quanto detto dal sindaco. Ma la variante, e il Borgo sono questioni di sua competenza e, stante la rilevanza “storica”, ci saremmo aspettati di più, soprattutto un suo intervento che fugasse le molte criticità e anomalie ripetutamente segnalate nel corso del tempo.

Indicativi i silenzi  dell’assessore alla Sanità, Antonio Betti, e della delegata alle pari opportunità Sabrina Pistilli. 

“Nessuno di noi è contrario a questa iniziativa privata – sottolineano i consiglieri Proietti, Germana Silvi ed Evaristo Silvi -, ma bensì non condividiamo il luogo dove la si vuole realizzare e le modalità adottate per approvare la variante, il progetto e la convenzione”.

 “Siamo di fronte ad una variante urbanistica di enormi dimensioni per il nostro territorio – precisa Proietti – , che va a creare una seconda città delle dimensioni di un quarto del centro storico di Cori.

Con un impatto ambientale devastante: lo sbancamento di un’intera collina, con forte pendenza, alle porte della città, in una zona classificata ad altro rischio sismico e idrogeologico e a ridosso dell’area cimiteriale.

Quindi una variante estremamente impattante sia sul tessuto urbanistico e ambientale della nostra città  sia dal punto di vista della vocazione del territorio stesso. Una variante chiesta da un privato. Una variante che non è frutto di un disegno strategico dell’Amministrazione, bensì è la risposta alle richieste di un’iniziativa privata, di un interesse privato, che l’amministrazione non ha condiviso con nessuno. Tra l’altro questa maggioranza ha sempre spacciato il progetto come se avesse una vocazione socio-sanitaria. Invece stiamo parlando di alberghi con servizi, ma non servizi sanitari: vale a dire il cliente, per lo più autosufficiente,  può “affittare” solo l’appartamento, oppure può “comprare” anche il servizio della badante, oppure può iscriversi anche ai corsi di palestra e di burraco. E dobbiamo immaginare che ognuno di questi servizi avrà un costo. Parlare, come fa il sindaco De Lillis, di assistenza ai più fragili e ai meno abbienti è disonestà intellettuale, perché sa bene che solo chi dispone di adeguate risorse finanziarie potrà affittare mini-appartamenti e servizi aggiuntivi del Borgo Protetto.

Abbiamo accennato anche alle questioni del rischio sismico e idrogeologico dove è stato emesso un “parere non parere”, perché il geologo Amodio prescrive che, prima di fare qualsiasi intervento su quell’area, si dovranno effettuare indagini più approfondite su ogni porzione di terreno. Se tali indagini dovessero inibire la costruzione su quella porzione, bisognerebbe cambiare la localizzazione dell’edificio. Insomma il progetto potrebbe, con elevata probabilità, essere ridisegnato completamente, e senza necessità di variante, come si afferma in convenzione”.

Il consigliere Evaristo Silvi si è concentrato su alcune criticità e anomalie che hanno interessato il procedimento e che non consentono di decidere con cognizione di causa sia sugli aspetti urbanistici sia sulle condizioni della convenzione.

“Innanzitutto il tipo di procedimento adottato, la variante semplificata SUAP, è stata una vera e propria forzatura, ripetutamente contrastata dall’allora responsabile dell’Ufficio Urbanistica proprio per le dimensioni abnormi dell’intervento proposto. Fatto da rilevare è che, prima della conclusione della conferenza dei servizi, il responsabile  è stato sollevato dall’incarico e sostituito. Altro aspetto molto critico è l’occultamento dell’incendio del 2022 che ha interessato l’area dove si vuole costruire >> ricorda Silvi, citando anche un procedimento civile in corso con il quale un confinante ha chiesto il risarcimento dei danni provocati al proprio oliveto dall’incendio menzionato. Inoltre, ricorda la mancanza di trasparenza di tutto il procedimento.

La consigliera Germana Silvi ha poi sottolineato le carenze del progetto e della convenzione.

“Innanzitutto siamo di fronte ad un progetto approssimativo, in quanto non è stato messo a disposizione il progetto esecutivo, pertanto tutto potrebbe essere modificato, come si dice in convenzione, senza nessun obbligo di approvazione di una variante. 

Non si conosce il piano finanziario, né sappiamo nulla della società proponente, I Borghi d’Italia srl, se non che è una società non attiva, con un capitale di 10.000 euro, di cui fa parte la GIOMI Care srl e l’azienda agricola San Pietro srl.

Non sappiamo se il progetto sarà finanziato o meno con i fondi del PNRR,  e questo ha molta rilevanza, perché se lo fosse, cambierebbero completamente gli importi della plusvalenza. 

Dall’articolazione del progetto approssimativo sembra che il Borgo sia un’area chiusa, protetta da guardiania. Mai nessuno ha disconfermato questa nostra lettura, pertanto non comprendiamo come sia possibile cedere al comune le aree a standard, perché noi cittadini non potremmo accedervi.

Altrettanto dicasi delle opere di urbanizzazione che si vogliono portare a scomputo: ma la rete fognaria, il relativo depuratore e la rete elettrica con relativa cabina sono ad esclusivo uso del borgo, quindi scomputarle dagli oneri di urbanizzazione che la proprietà dovrebbe pagare all’Ente è un vero e proprio regalo  Così pure le strade, che non sono collegate alla viabilità urbana, come si fa a portale a scomputo?

Così come lo sconto del 30% sugli affitti per 15 cittadini di Cori. Il problema è che non si sa qual è il costo di partenza, quindi stiamo parlando di cosa? Ci saranno nostri concittadini meno abbienti in grado di sostenere il costo anche a fronte dello sconto?  

Tutte le questioni urbanistiche non sono chiare, prime fra tutte le altezze: ci sono palazzi  che raggiungono i 14 metri fuori terra, altezza non assentibile secondo le norme del PRG”.

“Non è un caso, secondo noi, – concludono i Consiglieri PSI e FdI – che gli aspetti urbanistici non sono stati asseverati dall’Urbanistica del Comune di Cori, come prescritto e come richiesto dalla stessa Regione. 

Proprio per la mancanza di questa asseverazione abbiamo chiesto di ritirare il punto all’ordine del giorno. Ma così non è andata. 

Noi abbiamo voluto rappresentare questi problemi nella pubblica assise, perché non si può valutare un progetto di questa portata sulla base delle narrazioni favolistiche del sindaco De Lillis, dell’assessore all’urbanistica Elisa Massotti, e delle consigliere di maggioranza facenti parte della commissione urbanistica: la presidente Chiara D’Elia, Erica Marchetti e Sabrina Pistilli.

Esistono responsabilità amministrative da parte degli uffici: i responsabili non possono esimersi da assumersi le proprie responsabilità.

Ed esistono anche, le responsabilità personali dei singoli consiglieri, che approvando questa variante abnorme e questo progetto mastodontico con tutte le criticità che abbiamo  segnalato non potranno dire “non lo sapevo”.

Prendiamo atto che la maggioranza lo ha approvato, noi, lo abbiamo già annunciato in Consiglio, andremo avanti perché vogliamo sapere se si sta procurando un danno irreversibile all’ambiente e ai cittadini di Cori e Giulianello“.

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