BORGO PROTETTO A CORI, L’OPPOSIZIONE INSISTE: “CONFERMATO INCENDIO, AREA NON EDIFICABILE”

L'area dove dovrebbe nascere il Borgo Protetto a Cori
L'area dove dovrebbe nascere il Borgo Protetto a Cori

“Lo potremmo definire un autogoal – esordisce Evaristo Silvi – tutto ci saremmo aspettati tranne che fosse proprio la stessa proprietà a confermare che nel giugno del 2022 l’area dove si vorrebbe costruire il Borgo Protetto, è stata percorsa dal fuoco”.

Infatti, a seguito dell’istanza avanzata dalla minoranza per l’annullamento in autotutela della determinazione con la quale il Comune di Cori ha concluso positivamente la conferenza dei servizi, la GIOMI, socia de I Borghi d’Italia srl promotrice del progetto, ci ha tenuto a precisare a mezzo stampa che l’incendio dell’area c’è realmente stato, anche se nelle relazioni dei Vigili del Fuoco che intervennero non sono riportati con precisione i metri quadrati che sono stati interessati.

“Quindi, che l’incendio ci sia stato è un dato di fatto incontrovertibile – prosegue Silvi – e la legge quadro in materia di incendi boschivi è chiarissima: non si può cambiare destinazione urbanistica da agricola e servizi privati e soprattutto non ci si può costruire”.

“Quello che risulta molto anomalo è che la società si sostituisca all’Ente pubblico. Infatti spetta al Comune accertare con una deliberazione di Giunta, che va redatta obbligatoriamente entro il mese di gennaio di ogni anno, le aree percorse dal fuoco. Il Comune di Cori, invece, non ha ottemperato agli accertamenti relativi al 2022 e al 2023. Ci risulta che la bozza di deliberazione, che viene predisposta dal Responsabile dell’Ufficio competente, sia pronta da tempo e riporti anche l’incendio occorso sul terreno della GIOMI, e il Sindaco non abbia voluto portarla in discussione. Forse perché tale accertamento avrebbe bloccato il progetto del Borgo Protetto?”.

“Tutti questi argomenti sono stati inseriti nella nostra istanza di annullamento in autotutela, perché riteniamo che l’omissione della corretta dichiarazione dell’incendio anche agli Uffici sovracomunali, anzi l’aver prodotto al riguardo una dichiarazione non veritiera, abbia distorto l’intero procedimento. Basti pensare che la maggior parte dei pareri regionali è stata emessa dopo l’incendio”.

La nostra istanza mette in evidenza anche tutta una serie di ulteriori anomalie presenti nella determinazione di cui abbiamo chiesto l’annullamento. Ad esempio, secondo la ricostruzione del Responsabile del SUAP del Comune di Cori, tutti gli Uffici sovracomunali si sarebbero espressi con il “silenzio assenso”: dall’ASTRAL, ai Vigili del Fuoco, alla Provincia di Latina.

Ma non è così, basti pensare che il Settore Ecologia e Tutela del Territorio della Provincia ha dichiarato la sua impossibilità ad esprimere il parere di competenza per carenza e per incongruità di informazioni, tra cui il fatto che non viene riportata l’indicazione delle modalità di scarico delle acque della piscina. Negli Atti, queste carenze di informazione non risultano colmate, né se ne ha traccia nella Determinazione in oggetto.

Altra questione molto rilevante è la mancanza della quantificazione e della destinazione del contributo straordinario, aggiuntivo agli oneri di urbanizzazione. La legge prevede infatti che questa plusvalenza vada calcolata fino al 66% del “maggior valore immobiliare conseguibile a fronte di rilevanti valorizzazioni immobiliari generate dallo strumento urbanistico generale,. Il “calcolo”, il “come incassarlo” e “a cosa destinarlo” rappresentano elementi fondamentali per esprimere la decisione pianificatoria, quindi la legge prevede che questi dati siano inseriti nella documentazione progettuale. Ma in questo caso non ci sono.

Altro aspetto rilevante è legato alla cessione al Comune delle aree a standard, come prevede la legge. Ma ci chiediamo, come è possibile che alcune aree diventino di proprietà Comunale per servizi di pubblica utilità se, per quanto è possibile capire, il complesso residenziale sarebbe interdetto alla collettività, tanto che ha il servizio di guardiania?

“E per finire, la questione delle condizioni agevolate per anziani residenti nel comune di Cori che dovrebbe rientrare nella convenzione. Per quello che ci risulta la convenzione per ora non contiene indicazioni se non che ci saranno “servizi/locazioni a condizioni agevolate”. Ma le pattuizioni non sono state esplicitate e potrebbero essere anche irrisorie. Infatti quella dizione “servizi/locazioni” potrebbe essere un vero e proprio tranello. Ci potremmo trovare di fronte alla fruizione calmierata di servizi come la “piscina” o la “palestra”, perché la concessione di locazioni sarebbe particolarmente onerosa per la società.

Insomma, ci sembra che questo progetto sia un bel pasticcio per l’amministrazione De Lillis, e ci sorprende l’accelerazione data subito dopo l’arrivo della nostra istanza di annullamento, dalla nuova Responsabile dell’Ufficio Urbanistica che ha pubblicato l’avviso pubblico, propedeutico all’approvazione definitiva del progetto. Prudenza avrebbe voluto che, di fronte alla questione dell’incendio, peraltro confermata dalla stessa proprietà, nonché alle tante “carenze” e omissioni rilevate, si fosse proceduto con maggior cautela. Ci auguriamo che la Procura della Repubblica, il Nipaaf e la Regione Lazio intervengano per bloccare tale procedura.

Nei mesi scorsi, abbiamo costantemente dichiarato che la nostra posizione non era di contrarietà al progetto, e torniamo a confermarlo, tanto che abbiamo anche avanza una mozione al Consiglio comunale per una rivisitazione del progetto da poter realizzare nel centro storico, a beneficio non solo dei potenziali clienti della Giomi, ma anche dei cittadini di Cori. Ora, però, siamo meno sicuri che il progetto sia stato legittimamente presentato dal soggetto privato, perché sapeva che sul quel territorio percorso dal fuoco non si può costruire.

Resta un progetto interessante. Ma non lo si può realizzare in quell’area e senza aver definito questioni rilevanti per gli interessi della collettività”.

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