A Cori il progetto del “Borgo Protetto”, per l’opposizione sin tratta di “una cittadella fantasma, chiediamo trasparenza”
Ormai sono molti mesi che nel paese lepino imperversano voci di un iter amministrativo per la costruzione di un grande centro residenziale per anziani non autosufficienti. Un progetto che parte da lontano. Già una decina di anni fa una società del gruppo GIOMI avanzò un progetto che poi non si concretizzò.
“Ora invece – spiega una nota del gruppo d’opposizione “L’Altra Città” – sembrerebbe che gli uffici comunali stiano lavorando sodo per portare a termine questa iniziativa privata che dovrebbe andare a costruire una vera e propria nuova cittadella dove anziani non autosufficienti potranno avere risiedere in appartamenti privati con tutta una serie di servizi: cinema, teatro, palestra, piscina, negozi di vicinato, oltre all’assistenza socio-sanitaria.
“Inoltre, parrebbe che tale progetto sarebbe finanziato con i fondi del PNRR. A dicembre 2022, la Regione Lazio ha dato il parere di esclusione del progetto dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica, dando quindi il via libera, per quanto riguarda il solo aspetto dell’impatto ambientale, a complesso residenziale che avrebbe una cubatura complessiva di 32.850,84 metri cubi e potrebbe ospitare fino a 240 ospiti, oltre agli operatori. Tra l’altro il complesso residenziale verrebbe realizzato in un’area che, oggi, da piano regolatore del Comune di Cori, è a destinazione agricola, ed infatti il tutto si inquadra, come si legge nella stessa determina regionale, nel quadro di una Variante al vigente Piano Regolatore”.
Leggi anche:
CORI, “BORGO PROTETTO”: IL PROGETTO DA MIGLIAIA DI METRI CUBI AL VIA SENZA VALUTAZIONE AMBIENTALE
“La determinazione regionale di esclusione dalla valutazione ambientale strategica è l’unico documento ufficiale che si conosca – sottolinea Evaristo Silvi, capogruppo dell’opposizione -. Ma ci risulta che dall’inizio dell’anno sia in corso una conferenza dei servizi, dove altri soggetti hanno dovuto dare il proprio parere di competenza, a cominciare dalla direzione urbanistica regionale.
Si tratta di un progetto importante, innanzitutto dal punto di vista urbanistico: l’estensione dell’area interessata dall’intervento è pari a circa il 50% del Centro storico di Cori. Poi è innegabile la rilevanza dal punto di vista dell’impatto economico e sociale che potrebbe avere sul territorio.
Il sindaco De Lillis, sul numero di gennaio di un giornale locale, ne ha parlato come “una cosa da fare” presente nell’agenda di questa amministrazione, quindi con una rilevanza pubblica. Poi sul numero di luglio dello stesso giornale, è tornato sull’argomento mettendo in evidenza tutti i vantaggi economici, finanziari, etc. della costruzione di questa cittadella e dichiarando che “l’impatto urbanistico/ambientale è stato verificato dagli organi competenti, ovvero dalla Regione Lazio”. Peccato che a noi risulta che le verifiche della Regione Lazio non siano completate”.
“Ma la cosa che ci sconcerta è che stante la rilevanza pubblica di un progetto così importante, ufficialmente non se ne sa nulla. Il progetto non è stato presentato né ai consiglieri di maggioranza né tantomeno a quelli di minoranza. Il Sindaco De Lillis, in aprile, ha tentato di convocare dalla sera alla mattina una commissione urbanistica da tenersi in assenza di documentazione e in assenza del Responsabile dell’Area Urbanistica. Ovviamente, come opposizione, abbiamo declinato l’invito, proponendo al Sindaco di programmare adeguatamente un incontro con tutti i consiglieri e i tecnici e dopo aver messo a disposizione la relativa documentazione”.
“Ora, in assenza di risposta, – conclude “L’Altra Città” – abbiamo chiesto di accedere agli atti del procedimento, perché la questione, indipendentemente dalla fattibilità o meno del progetto, richiede di essere portata all’attenzione ed alla discussione democratica, soprattutto se fosse confermato che il progetto verrebbe finanziato con il denaro pubblico dei fondi del PNRR. Ci auguriamo che il Sindaco non voglia continuare ad attuare la sua solita strategia del silenzio, come per la Fassa Bortolo e come per tanto altro”.