Bonifica e discarica a La Cogna, Aprilia: l’Agenzia ambientale regionale (Arpa) emette parere negativo al progetto della Paguro srl
Non conforme, discordante, carente. Questi sono tra gli aggettivi utilizzati dall’Arpa Lazio, nella proceduta di valutazione di impatto ambientale, per valutare il cosiddetto progetto di bonifica del sito dell’ex cava in località La Cogna “con sistemazione idrogeologica, rinaturalizzazione e deposito definitivo in sito dei rifiuti rimossi dalla bonifica e sovvalli”.
“Allo stato attuale la valutazione della documentazione agli atti non può che determinare un parere negativo di Arpa Lazio“. È questo il responso piuttosto eloquente inserito alla fine del parere dell’Arpa Lazio firmato dai dirigenti Marco Rizzuto e Sergio Ceradini. Il progetto, come noto, riguarda le operazioni di bonifica del sito ex cava a La Cogna e il contestuale allestimento, nel medesimo sito, di un impianto di discarica per la messa a dimora dei residui dall’attività di bonifica, nonché di rifiuti provenienti da altri siti in bonifica, rifiuti derivanti da trattamento meccanico biologico e rifiuti derivanti da raccolta differenziata.
Il progetto della Paguro srl, società riconducibile a Fabio Altissimi, patron dell’impianto Tmb di Rida Ambiente srl in Via Valcamonica, vedrebbe abbancati e presenti nel sito di La Cogna trasformato in
“discarica” (parallelamente alla bonifica dei terreni inquinati dell’area), rifiuti per un quantitativo totale, secondo il progetto, pari a 675.000 mc, circa 10 volte superiore ai rifiuti attualmente presenti, la cui stima è stata quantificata in 67.693 mc.
Arpa è chiamata, nella procedura di valutazione di impatto ambientale, all’emissione del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (cosiddetto PAUR) e, da ciò che si evince dal parere rilasciato il 4 maggio, niente lascia presagire a un buon esito del progetto anche in vista del secondo round della conferenza dei servizi in corso (la prima seduta è stata effettuata lo scorso 9 aprile).
Le criticità per il progetto di bonifica e discarica sul sito di La Cogna, oltreché a presentare una documentazione che Arpa ritiene non sufficiente, tanto da rimandare all’Autorità competente (Regione Lazio), spaziano da questioni di natura geologica e idrogeologica a quelle di rischi di esondazione fino all’analisi della gestione degli eventuali rifiuti (odori, valutazione della dispersione degli inquinanti, emissioni sonore ecc.).
Per quanto riguarda le questioni geologiche, Arpa Lazio sottolinea che rispetto alla barriera di fondo della eventuale discarica, il progetto presenta rilevanti criticità sul lato della normativa poiché non appare garantita la presenza di un substrato geologico naturale e le caratteristiche di continuità della barriera geologica, né si ha evidenza che, “relativamente al piano di imposta dello strato inferiore del sistema barriera di fondo”, sia garantito il necessario strato di 2 metri in funzione della soggiacenza della falda acquifera.
Non va meglio sul rischio esondazione delle acque, poiché il sito si trova ai margini del Fosso del Buon Riposo e Fosso della Ciocca. Una delle due aree soggette ad allagamenti risulta ricadere, infatti, in corrispondenza del futuro Lotto 3 della discarica. Un problema che non sembra superato dal progetto presentato dalla Paguro.
È, però, sulla gestione dei rifiuti eventuali che Arpa fonda il suo parere negativo. La futura discarica prevederebbe il conferimento, oltre che dei rifiuti provenienti dalle operazioni di bonifica del sito, anche di quelli provenienti dal trattamento aerobico di rifiuti solidi, da impianti di selezione meccanica, da altri siti di bonifica e di rifiuti urbani non differenziati.
I rifiuti conferiti sarebbero, nell’ordine: parte di rifiuti urbani; compost fuori specifica; plastica e gomma; altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti; rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni (diversi da quelli della bonifica di La Cogna); fanghi; rifiuti urbani non differenziati.
“La documentazione in atti – scrive Arpa – non fornisce indicazioni circa il quantitativo totale per tipologia di rifiuti per i quali si richiede lo smaltimento nella discarica, anche ai fini della stima di produzione di biogas, né circa gli impianti di provenienza degli stessi, come previsto dalla normativa vigente“. Né – ritiene Arpa – sono state presentate complessive informazioni anche su smaltimento e stoccaggio dei rifiuti dell’eventuale discarica. Dubbi dell’Arpa si orientano anche sul fatto che questi rifiuti risultino essere biodegradabili, putrescibili e, quindi, non proprio idonei all’area che si intende servire e che andrebbe a incidere sul cosiddetto indice respirometrico (detto brutalmente le eventuali puzze).
“La documentazione – ribadisce Arpa riguardo alle carte presentate dalla società proponente – non fornisce informazioni circa le verifiche che devono essere effettuate sul rifiuto prodotto dalle operazioni di bonifica del sito in esame, volte a garantirne l’ammissibilità in discarica, né informazioni relative alla tracciabilità documentale dello stesso“.
Anche per i fanghi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni e dalle operazioni di risanamento delle acque di falda, l’Agenzia ambientale non vede rispettato il parametro DOC, ossia il trattamento mediante processi idonei a ridurre in modo consistente il contenuto di sostanze organiche.
Problemi anche sul lato della copertura superficiale (accorgimenti come il drenaggio per stoccare in sicurezza), il controllo delle acque e la gestione del percolato, la gestione del biogas che ogni discarica produce.
Manca inoltre documentazione per le emissioni in atmosfera, le più delicate dal punto di vista ambientale, mentre appare generica la proposta per gli odori, ossia l’aspetto che più influenza, in negativo, la sopportazione della discarica da parte dei cittadini i quali, in questi mesi, stanno peraltro facendo sentire la loro voce con manifestazioni e proteste (senza contare il non idilliaco rapporto del management Rida con i cittadini). Errori anche nella presentazione della documentazione in riferimento alle emissioni sonore.
Insomma, in vista della prossima conferenza dei servizi, il parere non pare un augurabile biglietto da visita per i propositi della Paguro srl.