BIVACCHI PUNITI CON IL DASPO URBANO A LATINA, IL NO DELL’OPPOSIZIONE: “SPOSTANO SOLO IL PROBLEMA”

I gruppi consiliari di opposizione votano contro la modifica al Regolamento di Polizia Urbana: “Il daspo urbano non risolve i problemi, li sposta soltanto. Servono politiche sociali e rigenerazione urbana, non misure repressive”

I gruppi consiliari di opposizione hanno espresso voto contrario alla delibera approvata oggi in Consiglio comunale che modifica il Regolamento di Polizia Urbana introducendo il daspo urbano e istituendo le cosiddette zone rosse, aree in cui il bivacco verrà punito con l’allontanamento coatto.

“Lo strumento del daspo urbano non risolve i problemi, li sposta soltanto» sottolineano i consiglieri di Lbc, Pd, M5S e Per Latina 2032. «Così si rischia di creare quartieri di serie A e quartieri di serie B. La destra continua a fare propaganda sulla sicurezza, ma in due anni e mezzo di governo ha già dimostrato di aver fallito e non affianca a questi interventi repressivi alcuna misura di carattere sociale”.

Secondo le opposizioni, infatti, la sicurezza passa prima di tutto da politiche di presenza civica e sociale nei quartieri: “Servono mediatori culturali, patti di collaborazione con i cittadini, manutenzione ordinaria di parchi e aree verdi, illuminazione pubblica funzionante, strade e piazze curate. Invece l’amministrazione continua a smantellare tutto questo, limitandosi a risposte a spot e propagandistiche che non incidono realmente sui problemi. E lo fa usando toni violenti in aula e arrivando a strumentalizzare le fragilità a fini di consenso”.

I consiglieri stigmatizzano in particolare l’intervento del capogruppo della Lega Valletta: “Continua a cavalcare il tema della sicurezza, come nella seduta di lunedì scorso quando ha evocato i barconi degli immigrati. Grave è il fatto che nessuno della maggioranza abbia preso le distanze da queste affermazioni”.

Entrando nel merito della delibera, le opposizioni evidenziano come il daspo urbano sia “una misura sproporzionata se applicata ai senza fissa dimora o a persone con disagio psichico. Complicare la vita di chi vive già ai margini della società, arrivando all’arresto fino a tre mesi in caso di inottemperanza, è del tutto improprio. In commissione ci era stato detto che il provvedimento si sarebbe applicato solo al cosiddetto “bivacco molesto”, ma l’articolo 8 del nuovo Regolamento lascia invece ampia discrezionalità, consentendone l’uso in qualunque situazione di bivacco in piazze, strade, parchi o portici”.

“Il daspo non può essere la risposta a problematiche così complesse» proseguono i consiglieri. Gli strumenti da mettere in campo devono affrontare le cause del disagio sociale: servono servizi sociali adeguati, housing first, il dormitorio comunale. A Bari, per esempio, viene utilizzato per reprimere il racket dei parcheggiatori abusivi, non per colpire i senzatetto. Aggravare la situazione di persone fragili con l’arresto significa usare un bazooka contro questioni che richiedono invece interventi di mediazione sociale. Eppure il progetto di mediazione sociale nei quartieri più degradati della città, che aveva dato buoni risultati, è stato lasciato scadere”.

“La sicurezza dei cittadini sta a cuore a tutti, ma non può essere ridotta a interventi repressivi» ribadiscono i consiglieri. «Ciò che connota un’amministrazione sono le politiche pubbliche e la capacità di avere una visione organica: rigenerazione urbana, manutenzione, iniziative culturali, attenzione al tessuto sociale. Questo provvedimento conferma, invece, la totale mancanza di un disegno politico complessivo”.

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