Isde – Medici per l’Ambiente Latina si oppone alla costruzione di una centrale a biogas nel Comune di Terracina
“Negli ultimi anni si sta assistendo in tutta Italia, ed ora anche nella nostra provincia, ad un aumento progressivo della costruzione di impianti di digestione anaerobica (DA) per lo sfruttamento di rifiuti urbani, solo frazione organica, e di reflui dalla zootecnia o scarti dell’agricoltura. Negli impianti questi scarti vengono processati per ottenere energia, soprattutto per la produzione di gas metano che al pari di quello estratto dal sottosuolo è un combustibile fossile climalterante, e materiale da usare in agricoltura come fertilizzante.
Qualche anno fa un impianto è stato costruito, nell’indifferenza della politica ma non dei Medici per l’Ambiente, a Latina Scalo. È di poco la notizia di un mega impianto in costruzione nel sito ex Mira Lanza nel comune di Pontinia e da ultimo è quasi terminata la realizzazione di un altro impianto simile il località La Fiora nel comune di Terracina.
Se la politica non si preoccupa, le associazioni ambientaliste e quelle che si occupano degli effetti di danni ambientali sulla salute umana invece sono molto preoccupate; a fronte di un probabile vantaggio, accettabile però se gli impianti vengono concepiti e realizzati in funzione di realtà agricole o di piccole dimensioni, esistono una serie di motivi molto seri per cui l’autorizzazione alla realizzazione di questi impianti deve essere valutata molto attentamente cosa che in questo momento la regione Lazio sembra non fare.
Tra le cose da valutare c’è sicuramente la valutazione geologica del territorio dove si vorrebbe realizzare il sito e molte altre componenti non ultime quelle dell’assetto urbano.
Rimanendo nell’ambito dei danni all’ambiente e alla salute umana citiamo un estratto della Position Paper dell’ISDE Italia che ha analizzato i dati emersi da numerosi studi scientifici sull’argomento. Da questo importante documento si evincono alcuni dati e considerazioni, disponibili sul sito ISDE Italia, che la stessa associazione sintetizza in questi punti:
• Emissioni climalteranti: Gli impianti DA generano emissioni fuggitive di metano, un gas serra 84 volte più potente della CO2 nel breve termine. Anche la combustione del biometano inoltre, spesso sottovalutata, contribuisce al riscaldamento globale come qualunque altra combustione.
• Inquinamento atmosferico: Gli inquinanti generati degli impianti di DA comprendono formaldeide, particolato fine, ossidi di azoto, ammoniaca e bioaerosol (una miscela dibatteri e funghi).Tutto questo è in grado di generare patologie respiratorie e di aumentare i rischi oncologici e cardiovascolari, specie nei residenti nelle aree limitrofe agli impianti e nei lavoratori.
• Compost e digestato contaminati: Il digestato, se usato come fertilizzante, può contenere antibiotici, metalli tossici, residui chimici, microplastiche e PFAS. Può anche favorire la diffusione di antibiotico-resistenza e la contaminazione della catena alimentare.
• Odori e incidenti: Gli impianti di DA sono sorgenti potenziali di inquinamento olfattivo e non sonoesentida rischi diincidenti rilevanti,come dimostrato da numerosi casi documentati in Europa.
È chiaro che il bilancio costi, soprattutto in termini di salute umana e ambientale, e i benefici, solo economici per chi realizza e gestisce l’impianto e in provincia di Latina parliamo di società private, è a sfavore dei primi.
Questo approccio al problema cancella con un colpo di spugna tutto ciò che è stato fatto a livello normativo da anni in Europa, Italia e Regione per gestire in maniera sostenibile i rifiuti.
ISDE denuncia il modello incentivante a senso unico che spinge verso gli impianti di DA, penalizzando la possibile alternativa offerta dal compostaggio aerobico.
Sotto la spinta degli incentivi gli impianti di DA sono spesso sovradimensionati o non necessari, a scapito di soluzioni più semplici, più economiche e potenzialmente più sostenibili.
Una proposta alternativa: meno incentivi“a senso unico”, più compostaggio aerobico, soddisfacimento delle esigenze dei cittadini e non delle imprese
La gestione della frazione organica, in linea con le UE, dovrebbe privilegiare la prevenzione, l’autocompostaggio, il riciclo sostenibile di l’arricchimento in carbonio dei suoli agricoli. La digestione
essendo principalmente finalizzata al recupero energetico, dovrebbe essere considerata una scelta residuale e non prioritaria.
Noi come ISDE Latina desideriamo solo che, oltre alle centrali, purtroppo già esistenti, non ne vengano costruite altre nella nostra provincia per il bene dell’ambiente e della salute dei nostri concittadini“.
Di tutto ciò, in maniera più approfondita si parlerà in un incontro organizzato dalla comunità della località La Fiora il prossimo 16 giugno presso la pizzeria Nardone alle ore 20.00.