Bimbo di 4 anni morto nell’ascensore della metro a Roma: è stato condannato l’uomo accusato di omicidio colposo
La Procura di Roma aveva chiesto una condanna a due anni e quattro mesi di reclusione per il 38enne Flavio Mezzanotte, il tecnico Atac che nel luglio 2015 aveva provato ad aiutare una mamma Francesca Giudice e il suo bimbo di Sermoneta, Marco Grandeforte, di quattro anni, rimasti chiusi nell’ascensore della stazione metro di Furio Camillo a Roma.
Mezzanotte doveva rispondere dell’accusa di omicidio colposo poiché, secondo la Procura, non avrebbe dovuto effettuare la manovra di salvataggio, spettante ai tecnici qualificati.
Oggi, l’uomo è stato condannato alla pena di 2 anni di reclusione da parte del giudice monocratico del Tribunale capitolino che ha riconosciuto ai famigliari la provvisionale di 440mila euro. I soldi dovranno essere corrisposti da Atac
Il piccolo Marco morì dopo un volo di oltre venti metri nella tromba dell’ascensore della stazione metro di Furio Camillo a Roma.
“Ho preso il primo ascensore, quello che sta per strada, per scendere giù al livello dei tornelli – raccontò la madre del piccolo – Avevo il bambino e il passeggino con me e non ho voluto prendere le scale mobili. Poi ho timbrato il biglietto e sono salita sul secondo, quello che sta dietro al gabbiotto all’ingresso della stazione, giù. Le porte si sono chiuse, l’ascensore si è mosso appena verso il basso. Poco, però”. Bloccati nell’ascensore, mamma e figlio chiesero aiuto al personale Atac presente nel gabbiotto. È stato allora che Mezzanotte aprì il pannello laterale dell’ascensore. Un gesto che secondo l’accusa fu conseguente al volo di oltre 20 metri. Fatali i 40 centimetri di vuoto in cui cadde il bambino.