Cori: “Confermato disavanzo di 7 milioni e aumentata la Tari”, la minoranza chiede perché l’aumento deve essere a carico dei contribuenti
Nell’ultimo Consiglio Comunale del 30 maggio, il comune di Cori ha approvato il bilancio consuntivo 2022 con un disavanzo di 7 milioni di euro e ha aumentato la TARI a carico dei cittadini.
“Un disavanzo di tale proporzione viene sbandierato come un risultato positivo dal Sindaco De Lillis e dall’Assessore al Bilancio Imperia, perché sostengono che “gli accantonamenti di legge assorbono completamente la ricchezza prodotta nel 2022”. Ma dimenticano di dire che il Comune di Cori è stato ed è sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti – afferma Evaristo Silvi Capogruppo de L’Altra Città presente in minoranza nel Consiglio Comunale”.
È infatti del 2020 la Delibera dell’organo di controllo che sulla base delle verifiche effettuate sugli esercizi finanziari dal 2015 al 2018 – praticamente sotto il sindaco Tommaso Conti – ha imposto di ripianare i conti sulla base di un maggior riaccertamento straordinario per oltre 6 milioni di euro.
Poi la Corte dei Conti interviene anche sul rendiconto del 2019 che presentava un disavanzo di oltre 8 milioni di euro.
“Quindi – si domanda Silvi – negli anni in cui era sindaco Tommaso Conti e Assessore al Bilancio l’attuale Sindaco De Lillis, i bilanci del Comune sono stati tenuti in piedi con artifizi? E, stando ai rilievi della Corte dei Conti, gli artifizi e le “sviste” si sono verificati fino al 2019? Ora i cittadini di Cori stanno pagando a rate, andando ad intaccare quella che Sindaco e Assessore al Bilancio chiamano la “ricchezza prodotta”.
In Consiglio si sono dovuti ritirare i nuovi regolamenti TARI e IMU, perché erano emerse alcune imprecisioni e si dovranno ridiscutere prima dell’approvazione del bilancio di previsione.
La maggioranza ha invece approvato l’incremento delle nuove tariffe per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, appaltato per quasi 7 milioni di euro per 5 anni alla ditta Lavorgna.
“Non solo le tariffe sono state incrementate – sottolinea Silvi – ma si è fatto ricorso ad un incremento maggiore dei limiti normali stabiliti dall’Autorità di regolazione motivandolo, sempre come previsto dall’ARERA, con il miglioramento del servizio e con il fatto che mancano risorse proprie del Comune per coprire l’aumento dei costi. Vedremo se l’ARERA approverà la proposta del Comune “.
Invece la mancanza di risorse nelle casse comunali, che potrebbero essere usate anche per far fronte all’aumento del costo della raccolta dei rifiuti, è ormai da mesi all’attenzione della minoranza che chiede se è legata anche alla “mancanza di programmazione che ha determinato un’esposizione di cassa, dovendo anticipare somme di opere (pubbliche) di cui non si ha contezza, ad oggi, della loro chiusura e conseguente incasso delle somme residue del finanziamento da parte dell’Ente erogatore” come scritto e dichiarato durante il Consiglio dall’Assessore Imperia.
L’assessore all’Ambiente, Luca Zampi, interrogato sulla TARIP, la tariffa puntuale che dovrebbe “far pagare di più chi più inquina” e sul compostaggio domestico ha comunicato l’ennesimo rinvio a data da destinarsi. L’introduzione della TARIP, dichiara Zampi, è stata frenata dalle difficoltà incontrate nella identificazione delle utenze reali.
“Ormai – sottolinea Silvi – è dal 2018 che la TARIP è stata annunciata come se fosse cosa fatta. Sono state pagate varie società che dovevano fare “pulizia” nelle utenze, ma senza risultato, anzi gravando la cittadinanza con costi che non hanno prodotto risultati”.