BASSIANO, TENNERO PER SÈ SOLDI REGIONALI: PRESCRITTI DUE EX DIPENDENTI DEL COMUNE

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Palazzo Caetani, sede del Comune di Bassiano

Realizzano le strade con i fondi europei e regionali e si tengono per sé la mancia: accusati di truffa aggravata e abuso d’ufficio a Bassiano

Era inevitabile che un fatto accaduto nel 2015 e per cui non vi era mai stata una udienza di dibattimento in oltre sette anni arrivasse a prescrizione. Se la sono cavata così gli imputati Roberta D’Annibale, ex responsabile addetta al Settore 3 Area Tecnica del Comune di Bassiano, e Gianni Cacciotti, ex responsabile del settore finanziario del medesimo ente.

Le accuse erano relative ad una illecita attribuzione di incentivi ai dipendenti degli enti pubblici cui vengono conferiti incarichi tecnici con il limite del 2% dell’importo base di gara di opere o lavori di pubblica utilità.

Nella fattispecie le somme, comunque modeste e ammontanti a complessive 4.262 euro, erano state distribuite tra i due suddetti dipendenti oltre che con altri due dipendenti, non imputati, in margine a lavori inerenti la sistemazione di strade rurali nel territorio del Comune di Bassiano. I fondi provenivano per l’80% dalla Regione Lazio.

In particolare l’addebito era collegato alla circostanza che gli incentivi sarebbero stati usufruiti dai dipendenti in assenza di un apposito regolamento e senza la documentazione rappresentata da idonea determina e visto contabile. Gli importi erano poi stati liquidati con mandati di pagamento emessi dall’allora responsabile del servizio finanziario, Angela Coluzzi.

Nel disbrigo di pratiche e lavoro, secondo l’accusa della Procura di Latina, rappresentata in aula, dal Pm Claudio De Lazzaro, i quattro avrebbero quindi deciso di tenere per sé gli oltre 4mila euro. Più di tutti, D’Annibale che, secondo la Procura, ricavò la somma di 2.500 euro.

Al che ne nacque una denuncia dell’allora dirigente Angela Coluzzi, dalla quale è iniziata l’indagine e poi il processo.

Passati sette anni e sette mesi, oggi, 12 aprile, il collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Gian Luca Soana – a latere i giudici Morselli e Velardi – ha dichiarato i reati contestati prescritti, ricevendo l’avallo anche del Pm De Lazzaro e, naturalmente, degli avvocati difensori.

Un caso esemplificativo di come i processi, tanti, nascono e muoiono senza mai prendere vita.

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