BANCAROTTA PER TRIPODI: TUTTO PRESCRITTO

Bancarotta, sul banco degli imputati Fabrizio e Raffaele Santoro e l’attuale consigliere regionale di Forza Italia Angelo Tripodi: arriva la prescrizione

Prescrizione annunciata, prescrizione arrivata. A quasi due anni dalla fine dell’istruttoria, è arriva una telefonata prescrizione per il consigliere regionale di Forza Italia, Angelo Tripodi, imputato per bancarotta insieme ai due imprenditori di Priverno, Fabrizio e Raffaele Santoro. A pronunciare la sentenza per non doversi procedere per intervenuta prescrizione è stato il secondo collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Elena Nadile, Enrica Villani e Paolo Romano.

Il processo per bancarotta aggravata che vedeva sul banco degli imputati Tripodi, ex Lega ora con lgi azzurri di Claudio Fazzone, insieme ai due imprenditori delle cave di Priverno, era segnato.

Una vicenda giudiziaria che è stata segnata negli ultimi due anni da rinvii, cambi di avvocati e affollamento del ruolo dei processi. Il 2 novembre 2023, sembrava la giornata decisiva per la sentenza. Quantomeno, davanti al II collegio del Tribunale di Latina, Coculo-Nadile-Trapuzzano, le parti – accusa, rappresentata dal Pm Martina Taglione, e difesa – dovevano discutere e successivamente i giudici sarebbero andati in camera di consiglio per pronunciare la sentenza. Poi, però, le mille possibilità della procedura liberarono il consigliere regionale Tripodi da una sentenza che poteva costargli la serenità del Natale. Uno dei tre imputati, Fabrizio Santoro, revocava l’incarico al suo legale e d’ufficio veniva nominato l’avvocato Romolo Mecozzi il quale, come si conviene, chiedeva il termine a difesa, non conoscendo, comprensibilmente, nulla del processo in essere.

È così che il II collegio del Tribunale, a un passo dalla fine di un processo, che vedeva come imputato un esponente politico di peso nella Regione, era costretto a rinviare tutto al primo marzo 2024. Poi, d’ufficio, il processo era stato rinviato al 5 aprile successivo. Pensare che già il 16 maggio 2023, sarebbe stata prevista la discussione con la requisitoria del Pm Valerio De Luca e le arringhe difensive degli avvocati difensori – Siciliano per Tripodi e Archidiacono per Raffaele Santoro – i quali, però, chiesero un rinvio al quale il sostituto procuratore non si oppose.

Praticamente un processo finito a cui mancava solo lo step conclusivo prima che il II collegio potesse ritirarsi per emettere la sentenza, che fosse di condanna o di assoluzione.

L’accusa imputava a Tripodi di aver sottratto beni a una società, di cui lo stesso esponente politico era rappresentate legale. La vicenda, secondo la Procura, datata novembre 2011, si riferiva alla sottrazione di un autocarro e di un furgone dalla curatela fallimentare della ditta Limestone, ossia la società che si occupava della gestione della cava.

Gli avvocati difensori Silvia Siciliano e Renato Archidiacono avevano prodotto documentazione (tra cui assegni circolari) che dimostrerebbero l’avvenuto pagamento di auto e mezzi che, secondo l’accusa, sarebbero stati invece sottratte alla società.

Per il consigliere regionale forzista, l’avvocato aveva prodotto, depositandolo in Tribunale, una fattura e una cambiale che attesterebbe il pagamento di due mezzi. Inoltre, gli avvocati difensori avevano rinunciato anche a due testimoni che avrebbero dovuto essere ascoltati e uno dei quali era stato sanzionato per non essersi presentato in udienza; su richiesta dell’avvocato Siciliano la sanzione era stata revocata dal collegio dei giudici poiché la testimone sarebbe stata realmente impedita a presentarsi in aula.

Ad aprile dell’anno scorso, un altro rinvio, il terzo, senza la sospensione dei termini di prescrizione. Motivo? Il ruolo dei processi nel II collegio era ingolfato. Significa che c’erano troppi processi da celebrare e quello già finito, per cui mancavano solo le richieste di condanna da parte del Pm e le arringhe difensive, veniva sacrificato dal II collegio.

Ad ogni modo, per un processo già finito e che vede un esponente politico in vista succedeva che, invece di rinviare a breve, in tempo utile per una sentenza di primo grado, tutto veniva fissato al successivo anno: oggi, 15 aprile 2025.

Il rinvio a giudizio per Tripodi e gli altri due imputati risaliva addirittura a otto anni fa. Fu il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, a disporre il processo: era il giugno del 2016. Oggi, è arrivata la prescrizione.

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