BANCAROTTA LATINA AMBIENTE, COMUNE DIFFIDATO DA ALTRI DUE INDAGATI

Bancarotta Latina Ambiente, arrivano altre due diffide al Comune di Latina dopo la costituzione di parte civile nell’udienza preliminare

Non c’è solo la diffidata di un indagato, Giuseppe Caronna. Altri due indagati, Maurizio Barra e Bruno Calzia, entrambi ex membri del consiglio d’amministrazione della ex partecipata Latina Ambiente, inviano una pec, nelle modalità dell’ex amministratore delegato Caronna, per diffidare il Comune di Latina alla costituzione di parte civile.

Come noto, lo scorso 3 ottobre, l’avvocatura dell’Ente, su delibera dell’ex commissario del Comune, Carmine Valente, e beneplacito dell’attuale amministrazione di centrodestra (che a luglio ha cambiato idea), ha presentato l’atto di costituzione di parte civile dinanzi la giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli, che deve decidere sul rinvio a giudizio o meno dei 26 indagati.

L’indagine del sostituto procuratore di Latina, Marco Giancrstofaro, vede come reato principale e più grave quello della bancarotta aggravata.

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Barra e Calzia, alla maniera di Caronna, diffidano l’ente a non costituirsi parte civile in quanto, dopo le transazioni milionari pagate dall’Ente (dopo aver perso le cause con la ex partecipata) al fallimento della Latina Ambiente spa, la ex partecipata è prossima a tornare “in bonis”, ossia con un attivo. Ribadiscono che è “il Comune di Latina” ad essere responsabile “della mancata ammissione della società Latina Ambiente alla procedura di concordato preventivo nel maggio del 2016, avendo negato certificazione dei crediti vantati dalla spa e rappresentanti l’attivo più rilevante da offrire in sede concordataria”.

E anche i due indagati, così come Caronna, individuano nella passata amministrazione, quella guidata dal Sindaco Damiano Coletta, la responsabile del fallimento di Latina Ambiente “con evidenti profili di responsabilità erariale”.

Siamo a tre diffide nei confronti del Comune di Latina. Diffide che puntano a far ritirare la costituzione di parte civile che, in soldoni, significa che l’ente di Piazza del Popolo, in un eventuale e probabile processo, chiede un risarcimento ai 26 indagati. Ne arriveranno altre? In tal caso, ci si troverebbe di fronte quasi a un “mail bombing”.

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