BANCAROTTA E OPERAZIONI SPERICOLATE, IL PROCESSO A VENERUSO&CO RIPRENDE DOPO 2 ANNI

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La sede pontina dell'Aviointeriors su via Appia

Riprende dopo circa due anni il processo per bancarotta sui fallimenti delle società Alfer e Agw del gruppo Veneruso

È ripreso davanti al II collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudica Francesca Coculo, il processo che contesta vari reati agli imputati per le vicende attorno alle società Alfer e Agw, ossia le ex , ex Rail Interiors e Aviointeriors. Si tratta di società passate nella galassia magna di Alberto Veneruso, il manager e imprenditore coinvolto in più vicende di carattere penale e noto alle cronache giudiziare pontine.

Bancarotta documentale e dichiarazioni fraudolente, emissioni di fatture per operazioni inesistenti ed esibizione di atti falsi nella collaborazione volontaria, oltre a false comunicazioni sociali, con l’obiettivo di svuotare le aziende ferroviaria e aeronautica ed evadere le tasse. Queste le accuse, in sintesi, a carico di Alberto Veneruso, della moglie Giuseppina Pica e del commercialista Giorgio Di Mare. Ad esser giudicati anche i manager, i componenti del collegio sindacale e altri professionisti finiti nell’inchiesta – condotta dalla Guardia di Finanza, con il coordinamento del sostituto procuratore di Latina, Marco Giancristofaro (oggi presente in aula) – scaturita dal filone principale denominato “Speedy Fly”

Gli altri imputati sono, quindi, Mario Schisa, Giovanni Prandoni, Franco Bottoni, Giuseppe Egitto, Maurizio Genovese, Marco Cimino, Ermanno Devecchi, Claudio Pepè Sciarria e Andrea Marafante.

L’inchiesta del Nucleo provinciale di polizia tributaria della Guardia di finanza fu molto articolata e nel corso dell’indagine furono fatte anche rogatorie internazionali in nel Delaware (Usa), nel Regno Unito e in Sudamerica. Secondo gli inquirenti, tramite una serie di scissioni societarie, Alfer e Agw sarebbero state spogliate di ogni bene. Inoltre, sarebbero state utilizzate fatture false per non pagare milioni di euro di tasse e ci sarebbe stato il ricorso a prestanome e società che servivano a schermare le operazioni finanziarie. In tutto questo giro di società, soldi e persone, Veneruso sarebbe arrivato a controllare oltre 50 società, anche a causa delle idee di colui che è ritenuto l’ideatore delle varie operazioni: Giorgio Di Mare.

Un processo complesso, difficile come tutti quelli che hanno carattere finanziario, che, però, va avanti a rilento. Per avere idea di quanto il processo sia un bradipo giudiziario, oggi è stato contro-esaminato dagli avvocati difensori uno degli investigatori della Guardia di Finanza di Latina, il quale era stato interrogato praticamente due anni prima, nel 2021.

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