Bancarotta fraudolenta e reati fiscali con le società dei rifiuti ad Aprilia: due arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza di Latina
Sotto la direzione e il coordinamento della locale Procura della Repubblica, in data odierna, personale del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, agli ordini del Tenente Colonnello Angelo Andreozzi, ha dato esecuzione ad una misura cautelare personale disposta dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina nei confronti di due persone sottoposte alle indagini per i delitti di bancarotta fraudolenta (documentale e patrimoniale), calunnia, occultamento o distruzione di libri contabili e sottrazione fraudolenta di beni al pagamento di imposte attraverso la pianificazione e l’attuazione di operazioni societarie strumentali al conseguimento di finalità illecite. Gli arresti sono stati eseguiti nei confronti di due imprenditori tra Anzio e Nettuno. Si tratta di Antonio Geracitano, ex consigliere comunale e politico di Anzio con la lista ““Noi con Anzio” (nella maggioranza a sostegno del Sindaco Candido De Angelis), nonché ex Presidente della Commissione Sanità e Ambiente del Comune e facente parte del coordinamento dell’Osservatorio Nazionale dei Rifiuti, il quale peraltro è stato menzionato come destinatario di minacce nell’ultima maxi inchiesta della DDA di Roma sulla locale di ‘ndrangheta presente sul litorale.
Infatti, in merito a diversi episodi di minacce e attentati non denunciati e finiti nell’inchiesta dei Carabinieri di Roma, Gabriele Perronace parlando con lo zio Vincenzo Gallace (entrambi arrestati e considerati organici alla ndrina), ricordava di come la ditta dello zio Pasquale fu estromessa da un appalto di lavori ad Anzio per le fognature a favore di una società dell’allora consigliere comunale Antonio Geracitano. Proprio contro quest’ultimo Perronace avrebbe proferito le sue minacce: “Stai buono che ti meno.. Se hai il camion che sta facendo l’intervento a scuola lo chiami e gli dice che se ne devono andare”. E ancora: “Compare, da oggi mi prendo il patrimonio, le scuole.. e quello a occhi chiusi me le dà”.
Per quanto riguarda l’altro imprenditore arrestato, si tratta di Fabrizio Coscione di Nettuno, già destinatario anni addietro di un sequestro di diverse società in merito a reati tributari contestati dalla Procura di Velletri. Un sequestro che, nel 2014, fu annullato dal Tribunale del Riesame. Coscione – che acquistò la rete televisiva “Roma Uno” per cui è a giudizio in processo a Roma per bancarotta fraudolenta insieme al re dei rifiuti romani Manlio Cerroni e alla sorella del costruttore romano Parnasi – è stato coinvolto in altri procedimenti giudiziari per cui nel 2017 fu rinviato a giudizio per evasione fiscale milionaria. Due anni prima un altro rinvio a giudizio per presunte truffe all’Inps. Entrambi i procedimenti furono disposti presso il Tribunale di Latina.
Nello specifico le indagini odierne hanno riguardato la cessione di un ramo d’azienda da parte di una società di capitali di Aprilia in grave stato di dissesto, a favore di una società neocostituita, entrambe operanti nel settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti.
All’esito delle indagini allo stato espletate, l’operazione societaria appare priva di reali ragioni economiche e risulterebbe pianificata per celare il tentativo di trasferimento delle autorizzazioni utili alla gestione dei rifiuti di cui la società cedente, essendo in grave stato di decozione, era titolare.
Gli inadempimenti fiscali e previdenziali, uniti al depauperamento conseguente alle numerose cessioni fraudolente di beni aziendali, tali da rendere inefficace la riscossione coattiva nei confronti della società gravata da ingenti debiti tributari, ne hanno aggravato il dissesto, determinandone lo stato d’insolvenza.
Gli autori dell’operazione di cessione del ramo d’azienda sono stati individuati tra gli amministratori di fatto delle due società i quali, dopo aver nominato come amministratori soggetti di mera rappresentanza esterna in qualità di prestanome, hanno successivamente provveduto a sottrarre dal patrimonio della società titolare le autorizzazioni alla gestione dei rifiuti a favore della “newco” appositamente costituita, divenendo così soci occulti di quest’ultima.
Alla luce dei gravi indizi di colpevolezza, sussistendo il rischio di inquinamento probatorio e di reiterazione dei reati, il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Latina, ha disposto la custodia cautelare in carcere nei confronti dei due soggetti, misura cautelare seguita questa mattina dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-finanziaria di Latina.
Nel contesto della delicata congiuntura economica e finanziaria connessa alla fase post emergenziale, le indagini svolte – si legge in una nota della Guardia di Finanza – testimoniano la costante attività di contrasto svolta dalla Guardia di Finanza contro tutte le forme di illegalità economico-finanziaria che minano il corretto funzionamento dell’economia legale, alterando le regole di libera concorrenza del mercato, con l’obiettivo di contribuire alle prospettive di ripresa, di rilancio dell’economia e sviluppo del Paese, e la conoscenza di tale attività istituzionale appare di conforto agli imprenditori che legalmente svolgono la loro attività.