BANCAROTTA CON LA CARTA STAMPATA: RINVIATO A GIUDIZIO L’EX EDITORE DI LATINA OGGI

Si è conclusa l’udienza preliminare nei confronti dell’ex editore di Latina Oggi, Andrea Palombo, più alcuni ex soci per il fallimento di Neo Editoriale, Mediapress srl e Qap srl

Tutti rinviati a giudizio, tranne il ragioniere commercialista Fernando Leonardi prosciolto per intervenuta prescrizione e a cui era contestata solo la bancarotta semplice. È questo l’esito dell’udienza preliminare che si è conclusa oggi, 19 giugno 2025, davanti al Gup del Tribunale di Latina, Laura Morselli.

La prima udienza preliminare era stata fissata il 29 settembre 2020. Ci sono voluti quasi cinque anni per arrivare al responso, dopo diversi rinvii e cambi di giudici. Lo scorso 20 marzo, la decisione del rinvio a giudizio dei 12 indagati era saltata perché, in atti, risultava una sentenza di non luogo a procedere per procedimento connesso nei confronti di Andrea Palombo, ex editore del quotidiano Latina Oggi, e un altro soggetto (calunnia). Successivamente il nome del medesimo Palombo non compariva nelle successive udienze né veniva chiamato perché non convocato. Pertanto, non essendo state formulate richieste e conclusioni al medesimo riferite, il giudice aveva ritenuto di rinviare per i medesimi incombenti (discussione) per tutti gli imputati, disponendo la notifica del verbale a Palombo.

Oggi, il Gup Morselli ha stabilito il rinvio a giudizio per tutti gli altri indagati per un processo che inizierà dinanzi al Tribunale collegiale di Latina, il prossimo 14 ottobre 2026.

L’inchiesta per bancarotta fu chiusa dal sostituto procuratore di Latina, Andrea D’Angeli (oggi alla Procura di Roma), e dall’allora Procuratore aggiunto, Carlo Lasperanza, ad aprile del 2019 per una indagine iniziata anni prima. Per gli indagati, le accuse sono a vario titolo di bancarotta semplice e bancarotta fraudolenta. Si tratta dell’ex consigliere comunale di Forza Italia a sostegno dell’amministrazione Di Giorgi (anni 2011-2014), l’imprenditore Andrea Palombo, la moglie Sandra CapozziFernando Leonardi, ex Presidente del Latina calcio 1932, Vincenzo IannettaDavide VinciLuigi Credendino, Silvio Giuliani, Walter Rigliano, Maria Lupascu e Sandro Riccardi. Palombo e Capozzi sono stati prosciolti solo per alcuni capi d’imputazione.

Le parti offese sono le tre curatele fallimentari di Neo Editoriale srlMediapress srl e Qap srl risarcite da Andrea Palombo e da sua moglie Sandra Capozzi che furono indagati per bancarotta fraudolenta nell’inchiesta sul fallimento di Latina Oggi, il quotidiano che Palombo rilevò da Giuseppe Ciarrapico, indagato anche lui ma, come noto, deceduto. A rimetterci, in questa storia, i giornalisti e i dipendenti.

Le indagini della Procura di Latina condotte dal sostituto Luigia Spinelli, nel 2014, partirono dopo la dichiarazione di fallimento della Neo, la Nuova editoriale oggi, che pubblicava i quotidiani Latina Oggi e Ciociaria Oggi. I Carabinieri perquisirono, nel capoluogo, gli uffici delle società riconducibili ai Palombo: in via IV novembre dove aveva sede la Capozzi srl e la Link srl, una società che si occupava di gestione di immobili; in Corso della Repubblica, dove si trovava l’ufficio di Andrea Palombo e dove avevano sede le società che oggi rappresentano le parti offese: la Mediapress – al tempo concessionaria di pubblicità dei quotidiani – e la Qap, entrambe dichiarate fallite dal Tribunale di Latina, rispettivamente nel marzo e nell’aprile del 2015.

Secondo l’accusa, Palombo e Leonardi in concorso – il primo come amministratore di fatto, il secondo come amministratore e legale rappresentante di Qap srl – avrebbero tenuto in maniera irregolare i libri e le scritture contabili della società predetta: in particolare, il Libro Giornale ed i Partitari – scritture obbligatorie per il codice civile – sono risultati carenti a fine 2014, violando così la contabilizzazione di Tfr, Irap e debiti verso il personale.

In sostanza, sarebbe stata violata la legge fallimentare aggravando il dissesto della società, evidentando di richiedere la dichiarazione del fallimento di Q.a.p. srl nonostante la società presentasse una situazione di grave squilibrio economico­ patrimoniale progressivo, tale da comportare un inarrestabile aggravamento del dissesto dell’impresa, determinabile in un range compreso fra un minimo di 619mila euro e un massimo di oltre 953mila euro, fino alla totale insolvenza.

Tuttavia i guai per Palombo non sono finiti perché sempre lui, in concorso con gli altri 4 indagati (escluso Leonardi), per vicende distinte, è accusato, per l’altra società fallita, la Mediapress srl, di bancarotta fraudolenta per aver distratto fondi, per rimborsi senza ricevute, e per aver versato canoni di locazione non pertinenti all’attività di impresa (fatto attribuito a Palombo alla moglie Capozzi e a Iannetta).

Le accuse economicamente più rilevanti sono a carico di Palombo, Credendino e Iannetta in quanto si imputa loro di aver distratto fondi, per somme rispettivamente di 71mila euro e oltre 220 mila euro, a beneficio di Link srl, una delle società della galassia dei Palombo e che si occupava di gestione degli immobili.

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