Anche a Formia, dopo Latina e le altre città costiere della provincia, l’amministrazione decide di salvare le concessioni per il 2024
Così come nel capoluogo di provincia e nelle altre città costiere pontine, tra cui Sabaudia, anche a Formia si adotta lo stesso indirizzo: dare il là a gare per le concessioni balneari che dovrebbero (il condizionale è d’obbligo) essere espletate nel 2024, salvano però la stagione di quest’anno tanto da lasciare immutati gli assegnatari delle concessioni medesime.
A stabilirlo è una delibera della Giunta Taddeo che è stata approvata lo scorso 29 dicembre, seppur pubblicata solo oggi, 8 gennaio.
Le procedure di assegnazione dei beni demaniali marittimi – si legge nel corpo della delibera – saranno espletate nel 2024″. Nelle more, il Comune disporrà il differimento della scadenza delle concessioni in favore degli operatori incumbent (ossia quelli esistenti e operanti) “al fine, da una parte, di garantire la stagione balneare 2024 e, d’altra parte, di assicurare che il demanio non rimanga incustodito e inutilizzato”.
Per quanto riguarda la futuribile gara da espletarsi nel 2024, il Comune, spiega la delibera, “valuterà innanzitutto la sussistenza, in capo all’aspirante concessionario, dei seguenti requisiti: requisiti generali dell’aspirante concessionario, indicativi della sua capacità a contrarre con la Pubblica Amministrazione; capacità tecnica e professionale dello stesso in relazione all’attività oggetto di concessione o ad analoghe attività di gestione di beni pubblici, naturalmente secondo criteri di proporzionalità e adeguatezza; capacità finanziaria”.
Inoltre, “il Comune intende inoltre valorizzare altri aspetti di rilievo nell’ambito delle procedure pubbliche volte all’aggiudicazione dei titoli concessori, quali: la promozione delle piccole e medie imprese; le ricadute occupazionali dirette e indirette scaturenti dall’accoglimento delle iniziative che gli aspiranti concessionari sottoporranno al Comune nell’ambito delle rispettive offerte; la sostenibilità ambientale e l’idoneità degli interventi proposti dagli aspiranti concessionari per assicurare un elevato livello di protezione ambientale e il minimo impatto sul paesaggio, anche sotto il profilo degli impianti e delle attrezzature che si intendono collocare sul demanio”.
Un indirizzo, quello dei Comuni pontini, che si allinea con alcuni Comuni in giro per l’Italia, in ragione anche dello stagno amministrativo e giuridico in cui si è incappati e senza contare che l’Unione Europea è pronta ad aprire una nuova procedura di infrazione per l’Italia che non mette a gara le concessioni balneari.
Uno stagno creato ad hoc dal Governo Meloni (non ultimi, i canoni balneari miseri resi ancora più convenienti da un provvedimento del Ministro dei Trasporti Matteo Salvini che li ha tagliati per il 2024 del 4,5%) che con decreto legge n. 198/2022 (dicembre 2022), poi convertito nella legge 14/2023, ha anzi prorogato di un ulteriore anno tutti i termini previsti dalle legge disposta dal Governo Draghi in ottemperanza alla pronuncia dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato che, con le sentenze “gemelle” nn. 17 e 18, risalenti al 2021, aveva impresso un’accelerazione decisiva alla questione balneare. Palazzo Spada, inoltre, aveva ribadito che la norma del Governo Meloni, quella del dicembre 2022, che prevede la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime in essere, “si pone in frontale contrasto” con la direttiva europea” e “va conseguentemente disapplicata da qualunque organo dello Stato”.