Caso bagnini: altre conferme sulla restituzione di pezzi di salario a coloro che gestivano le spiagge in concessione all’Azienda Speciale di Terracina
Continuano le denunce e dichiarazioni dei bagnini di Terracina sulla restituzione del salario agli imprenditori che gestivano il servizio nelle spiagge comunali date in concessione all’Azienda Speciale. Come noto, si tratta della vicenda che ha visto coinvolti gli assistenti bagnanti assunti da una società, la ditta individuale Marcoccia Simone, la quale a sua volta aveva avuto in concessione gli arenili del litorale di Terracina affidati in house all’Azienda Speciale di Terracina.
Dopo l’intervento dell’Inps e di una Commissione regionale ad hoc composta anche dall’Ispettorato del Lavoro e dalla Finanza, sono venute fuori alcune circostanze per cui vi sarebbero state delle richieste da parte della suddetta ditta ai lavoratori. A quest’ultimi veniva chiesta (con tanto di messaggi a provarlo) la restituzione di parte dello stipendio da 800 euro mensili. Un fatto grave, nel caso in cui fosse definitivamente accertato, dal quale l’Azienda Speciale si è detta estranea.
“Nella giornata di lunedì scorso (ndr: 6 dicembre), presso l’INPS di Terracina, ancora Bagnini assistenti bagnanti continuano a dichiarare di essere stati costretti a tornare indietro pezzi dello stipendio, dopo aver ricevuto il bonifico del salario – spiega Gianfranco Cartisano, segretario provinciale Uil-Uiltucs Latina – Assistenti bagnanti che denunciano nonostante le pressioni di qualche datore di lavoro “occulto”.
“Gli addetti, insieme all’ organizzazione sindacale Uiltucs Latina, da tempo denunciano lo “scandalo dei bagnini a Terracina”, nonché la totale responsabilità dell’Azienda Speciale e Comune di Terracina, i quali ad oggi continuano ad esercitare la funzione dei “spettatori” – continua Cartisano – una vicenda che ancora oggi conferma quanto dichiarato dagli assistenti bagnanti. Sono stati costretti a restituire parte del salario e a dichiararlo nella sede INPS di Terracina sono stati ancora loro lo scorso lunedì. Fatti sconcertanti e fuori dalla legalità”.
“A tutto ciò – dichiara Cartisano – si aggiunge l’assenza di volontà a fare chiarezza e avere risposte da parte dell’Azienda Speciale. Solo annunci e dichiarazioni a spot che non risolvono il problema, anzi accentuano. La mancata presa di posizione dell’Ente strumentale di Terracina lascia intendere i tanti lati oscuri della vertenza”. Ad oggi come categoria sindacale pretendiamo di capire i contratti di appalto, che ha sottoscritto il Direttore generale Carla Amici, con questi imprenditori al momento accertati negligenti e fuori dalla legalità. Pretendiamo un cambio di passo sull’accertamento delle responsabilità da, parte di tutti gli Enti Ispettivi. Le posizioni, le dichiarazioni di alcuni soggetti imprenditori anche a mezzo stampa sulla estraneità ai fatti sono un bluff. La città di Terracina ha ben capito le responsabilità sullo “scandalo dei bagnini a Terracina” e l’Azienda Speciale ha avuto in concessione quei tratti arenili e deve risponderne”.
“Le ulteriori conferme sulla restituzione dello stipendio avvenute nella giornata di lunedì sono un segnale forte. I bagnini hanno declinato e superato le pressioni degli imprenditori occulti e del sistema che andava avanti da anni. Hanno auto il coraggio e la determinazione di denunciare, ora vogliono risposte immediate. Ad ogni modo siamo già proiettati sulla stagione balneare 2022 – conclude Gianfranco Cartisano – dobbiamo creare insieme alle istituzioni ed enti preposti un sistema di salvaguardia dei lavoratori e lavoratrici, un piano di monitoraggio ed assistenza su tutto il litorale pontino, affinché tali fenomeni illegali e di sfruttamento non abbiano spazio nella prossima stagione estiva. Un progetto di controllo capillare che abbia come obiettivo la giusta collocazione del lavoro sugli addetti del turismo, non possiamo più assistere alle situazioni illegali, piene di lati oscuri, come quella di Terracina. Basta con i ricatti e il lavoro sottopagato”.