La lettera di un lettore che mette in fila gli abusi che vanno avanti da 20 anni sulle spiagge di Gaeta e nel Sud Pontino. Secondo Nicola Termini, che ci scrive, tante sarebbero le inadempienze sui contratti di lavoro degli assistenti bagnanti e l’inefficacia dei controlli di chi è deputato a svolgerli
Salve sono Nicola Termini volevo segnalarvi un abuso che va avanti da 20 anni sulle spiagge di Gaeta e di tutto il Sud pontino come se nulla fosse: parlo dello sfruttamento dei bagnini di salvataggio (assistenti bagnanti) che svolgono un ruolo fondamentale per la balneazione e per il soccorso in mare e sugli arenili. Il problema a cui mi riferisco è lo sfruttamento.
Punto 1: contratti di 4 a 6 ore giornaliere mentre se ne svolgono ben 12 dalle 8 alle 20:00.
Punto 2: giorno libero non assegnato oppure non retribuito.
Punto 3: le mansioni da svolgere durante la giornata lavorativa non rientrano in quelle previste dal contratto nazionale italiano di assistente bagnanti.
I controlli vengono effettuati soltanto sulle dotazioni di sicurezza, ma in 10 anni che faccio questo lavoro non mi hanno mai chiesto il contratto di lavoro ma soltanto il brevetto di salvataggio che ho sempre al seguito. L’Ispettorato del lavoro non è mai passato a controllare nessuna spiaggia. Preso in considerazione tutto ciò che vi ho appena detto potrete avere riscontro con le vostre telecamere che spesso riprendono le nostre splendide spiagge con il presidio delle postazioni di salvataggio occupate durante l’orario di balneazione sempre dagli stessi bagnini senza una sostituzione e nessun cambio di turno che causa stress al personale addetto provocando pericolo per gli stessi bagnanti perché si potrebbero trovare tra le braccia di un bagnino stanco e quindi di conseguenza è in pericolo la sicurezza della vita umana in mare.