BADANTE KILLER: SPUNTA IL MATERIALE ORGANICO DI UNA DELLE VITTIME CREMATE. I FARI DELLA PROCURA

Badante killer: la Procura di Latina punta a nuovi accertamenti tecnici su una delle vittime di Mario Eutizia

È fissato per il prossimo 22 ottobre, presso la Procura di Latina, il conferimento di un incarico a un consulente tecnico medico-legale per svolgere altri accertamenti di natura chimico-tossicologica. La nomina, che probabilmente ricadrà sul medico Chiara David, è stata disposta dal sostituto procuratore, Marco Giancristofaro, per approfondire rispetto a “2 card mucosa buccale” e formazioni pilifere, prelevati lo scorso 3 dicembre 2023 dal cadavere di Luigi Di Marzo, una delle presunte vittime di Mario Eutizia, il badante reo confesso di 4 omicidi per aver indotto altrettanti anziani ad assumere sovra-dosaggi di medicinali.

Di Marzo, originario di Casoria, è morto il 3 dicembre 2023 e, prima della cremazione, fu oggetto dei prelevamenti, eseguiti presso l’ospedale di Giugliano, su cui, ora, la Procura di Latina vuole approfondire. Si tratta di materiale organico che è “sopravvissuto” e che potrebbe consentire di saperne di più rispetto alla presunta vittima ormai cremata. È probabile che questi prelevamenti effettuati nell’ospedale giuglianese siano stati effettuati sul cadavere di Di Marzo in ragione di una prassi. Prassi che, però, al momento, non risulta essere stata seguita sui corpi delle due vittime cremate di Latina, nei confronti dei quali è impossibile compiere ulteriori accertamenti.

La difesa di Eutizia, rappresentata dagli avvocati Gennaro Romano e Antonio Daniele, è intenzionata a nominare di nuovo il tossicologo Vito De Novellis che già si è occupato di assistere alla prima autopsia sulla presunta vittima di Vibonati.

Nel frattempo, per Eutizia, diabetico e con tre bypass, oltreché ad asserire di essere un malato oncologico (è in attesa delle cartelle cliniche provenienti dalla Georgia dove si è operato), l’Asl di Santa Maria Capua Vetere si è attivata per nominare un medico di base a supporto dei medici carcerari.

Non si è ancora pronunciato, invece, il Tribunale del Riesame di Roma a cui i legali del foro di Santa Maria Capua Vetere, Romano e Daniele, si sono appellati contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, a carico del 48enne badante di Napoli. Difficile che i giudici del Riesame sovvertano l’ordinanza del Gip Cario, in quanto, peraltro, Eutizia non ha neanche una dimora dove essere ristretto nel qual cosa si decidesse per una misura più gradata come gli arresti domiciliari.

Gli avvocati di Eutizia chiedono una misura meno afflittiva rispetto al carcere oppure il trasferimento del 48enne in una struttura più adeguata alle sue condizioni di salute, ovviamente in regime di detenzione.

Lo scorso 17 settembre, come noto, si è svolto l’interrogatorio di garanzia per il 48enne napoletano Mario Eutizia. Il 22 agosto è la data in cui, davanti ai Carabinieri, Eutizia si è autoaccusato dei quattro omicidi di altrettanti anziani (di cui due di Latina nel 2019), tramite la somministrazione massiccia di farmaci.

Al momento, il 48enne, è detenuto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo, che presenta uno stato psicofisico e patologico piuttosto grave, avrebbe determinato, nella qualità di badante, il decesso mediante somministrazione di farmaci in misura eccedente al dosaggio massimo previsto e pertanto letale, asseritamente al fine di porre fine alle sofferenze di quattro persone anziane dallo stesso assistite, ossia quattro anziani deceduti tra il 2019 e l’anno in corso nelle province di Latina, Napoli e Salerno.

Il 17 settembre, come detto, è stata eseguita, presso l’ospedale di Agropoli, l’autopsia sulla salma riesumata di Gerardo Chintemi, l’anziano di Vibonati, morto a 97 anni lo scorso marzo 2024. L’esame autoptico, disposto dal pm di Latina, Marco Giancristofaro, è stato eseguito sul corpo dell’unica vittima su cui era ancora possibile svolgere l’esame. I corpi degli altri tre anziani, compresi i due di Latina, sono stati, infatti, cremati, sebbene il pm Giancristofaro abbia chiesto le cartelle cliniche in modo tale da verificare le condizioni dei deceduti.

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Eutizia, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dalla minorata difesa, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, ha risposto al giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Emilio Minio, che ha interrogato l’uomo per rogatoria effettuata dal Tribunale di Latina. Il 48enne ha risposto alle domande del magistrato, confermando quanto dichiarato e spiegando di come somministrava i farmaci e le modalità con le quali venivano acquistati e da chi. I farmaci sarebbero stati prescritti tutti dai medici di famiglia delle quattro vittime.

L’indagato ha parlato anche della sua situazione di salute e si è quasi spogliato per far vedere le cicatrici dovute agli interventi subiti in Georgia per la sua delicata situazione cardiaca. L’uomo ha anche spiegato di essere diabetico e non aver ricevuto finora, nel carcere casertano, le necessarie cure.

A margine, come si ricorderà, Eutizia deve rispondere anche di appropriazione indebita di circa 70mila euro per un procedimento penale distinto a Latina che non ha nulla a che vedere con la storia degli omicidi. L’uomo avrebbe prelevato i soldi dal conto di due anziani coniugi novantenni, negli anni tra il 2017 e il 2018. Per questo procedimento, il Tribunale fisserà una udienza preliminare.

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